Persona è un disco personale. Esiste frase più scontata di questa? Dopo quasi cinque anni di silenzio solista – anche se Marracash considera pienamente canonico Santeria, il disco realizzato in collaborazione con Gué Pequeno nel 2016 – il rapper della Barona torna con un disco che – proprio sfondando la tautologica banalità delle banalità – lo mette a nudo, che analizza ogni parte del proprio corpo e lo mette alla mercé dei propri ascoltatori anche se sarebbe meglio dire i suoi fan, perché sfido chiunque a rimanere non coinvolto emotivamente dall’ascolto di Persona.
Quando si dice che Marracash – anche se forse sarebbe meglio dire Fabio Rizzo, visto il disco di cui stiamo parlando – mette a disposizione dei propri ascoltatori ogni parte del suo corpo si intende che Persona è un maturo concept album sul corpo umano in cui l’ego è rappresentato dalla traccia più spaccona del disco – così come i muscoli – mentre i nervi sono il motivo per cui Fabio si ritrova a scrivere il disco che ancora una volta lo consacrerà nell’Olimpo del rap italiano.
Un album che analizza uno degli uomini più profondi della scena, che pur senza rappare per il 100% del disco dimostra di saper rappare (ma anche cantare «come se ci fosse Marracash featuring Marracash»).
Il disco è pregno di significati che a solo una settimana dalla release non si può davvero neanche osare a provare a realizzare, ma che il disco sarebbe stata una mazzata lo si poteva evincere da quando Marra parlò del suo amico storico Gué Pequeno chiamandolo Cosimo e dicendo di lui «Abbiamo un sacco di cose in comune, amicizie, esperienze. Ci piacciono il rap e il cinema, abbiamo perfino fatto un disco assieme. Eppure siamo diversissimi, quasi opposti su certi aspetti. Nell’approccio al lavoro o nel modo di reagire al dolore ad esempio. A me il dolore paralizza, ho bisogno di viverlo fino in fondo, di annegarci, spremerlo e alla fine tirarci fuori qualcosa, magari. Cosimo ha bisogno di non pensarci, di seppellirlo di lavoro e serate fino a che non lo sente più. Di passare oltre, instancabilmente. Ma da qualche parte deve pur finire no? Grazie grande G per averne lasciato un po’ nel mio disco» o da come parlò di Massimo Pericolo: «Alessandro riesce a essere duro e dolcissimo allo stesso tempo. Parla come un tossico dopo una pera ma sta bello in forma come uno sportivo. 7 miliardi ci aveva gasato tutti ma Sabbie D’oro per me è stata la conferma che il ragazzo aveva un futuro brillante. Ci siamo scritti e ci siamo fatti (...) a vicenda e così è passato da me perché avevo un pezzo da proporgli».
Persona è dunque un disco di persone – nove featuring, molti per il periodo storico, ma tutti estremamente calibrati – e anche da questo incontro nasce la potenza.