Bibliografia
Cristina Comencini, Da soli, Torino, Einaudi, 2018.


Da soli è (forse) meglio

Nel suo recente romanzo «Da soli», edito da Einaudi, Cristina Comencini sonda i delicati e complessi rapporti all’interno delle coppie della sua generazione
/ 17.09.2018
di Massimo Melasecca

Cristina Comencini, regista, scrittrice e drammaturga italiana, esce per i tipi di Einaudi (2018) con il romanzo Da soli. Dopo la pubblicazione di Essere vivi (2016), che segna il suo debutto con la casa editrice torinese, la scrittrice fa il bis, attraverso un nuovo testo narrativo, che darà origine anche a un film, come dichiarato dalla stessa regista.

Il libro è diviso in due parti. La prima caratterizza la psicologia e gli aspetti esistenziali di ciascuno dei protagonisti del romanzo che, in passato, erano parte di due matrimoni appena disciolti. Si scoprirà leggendo, che essi, hanno agito o subito la separazione dal partner secondo modalità differenti. La seconda sezione del romanzo, in una prospettiva temporale, tra passato e futuro, attualizza le riflessioni dei personaggi e le conseguenze personali su di loro, delle nuove distanze affettive.

Da subito si nota, anzi è l’autrice stessa ad annunciarlo al lettore, l’adozione di una scrittura più cruda e diretta, per caratterizzare i protagonisti maschi della storia e uno stile più vocato al femminile, per meglio cogliere le sfumature psicologiche dell’altra metà del mondo. Il numero due e il suo primo multiplo, saranno il quinto protagonista nascosto del libro. Infatti, due sono le parti principali del libro, quattro le sezioni contenute all’interno della prima di esse. Due sono le stagioni convocate, quattro i personaggi principali. Due le coppie all’inizio del racconto, quattro, totalmente diverse al termine del romanzo. Due gli stili di scrittura impiegati, quattro le analisi dei personaggi che animano il romanzo.

Dunque, siamo ai giorni nostri, principalmente a Roma, con trasferte a Milano, Tel Aviv e Parigi. I protagonisti sono Marta, Andrea, Piero e Laura. La scena iniziale del libro avviene sul ponte di una nave, prima fuga d’amore delle due coppie appena costituitesi e, allo stesso tempo, simbolo del viaggio della vita. L’avvio del romanzo è un punto cardinale della storia, perché avanzando con la lettura si coglierà la precarietà degli accoppiamenti e la volubilità delle scelte del partner, che in quella prima notte sulla nave avrebbero anche potuto essere cambiate. Come anticipato, Comencini prosegue, con la sua scrittura immediata e disillusa, attraverso la descrizione dei quattro personaggi principali, evidenziandone i tratti rilevanti. Laura e Andrea, rappresentano le figure apparentemente sottomesse alla relazione con Piero e Marta, che per contro esprimono un carattere più dominante. Questi ultimi assurgono ad attori della separazione all’interno della coppia, mentre i primi due rappresentano piuttosto gli spettatori del distacco. Attraverso una sorta di giochi di specchi e del suo contrario, la scrittrice dipana il suo filo di lana che è la solitudine dei personaggi, prima ma soprattutto dopo lo scioglimento dei rispettivi matrimoni. Alla progressiva ricerca di sé stessi e non più dell’altro, i quattro adulti sembrano prendere il largo dal partner, come la nave all’inizio del romanzo, che prima attraccata al porto, in seguito salpa per mari sconosciuti.

L’autrice del libro decompone un puzzle di coppie, che non regge più alla distanza del tempo. Dopo venticinque anni di condivisione delle piccole nevrosi quotidiane, tra figli, vacanze e carriere professionali, i sodalizi sembrano logori e improponibili. Lo sguardo della Comencini sulla realtà quotidiana delle due coppie è impietoso e non risparmia nemmeno dettagli personali di rilievo. Con l’emergere della solitudine, quale dimensione sempre più presente nel libro, il rapporto con la morte da parte dei quattro protagonisti diventa esplicito e irrinunciabile. La riflessione della scrittrice scava dunque nel fondo della psicologia dei soggetti e degli stessi restituisce al lettore un’immagine parzialmente rinnovata e speranzosa. Le figure apparentemente più fragili e dominate all’interno del rapporto di coppia, si riveleranno importanti risorse per sé stessi e per l’altro. Dopo un profondo lavoro di interpretazione dell’inerzia delle relazioni all’interno delle due coppie, realistico e sospeso da ogni giudizio moralistico, il romanzo si risolve grazie all’innesto di nuove dinamiche interpersonali e di inattese prospettive.

Attraverso un romanzo decisamente intimista e appassionato, Cristina Comencini ci regala un affresco vivido dei successi e dei fallimenti della sua generazione, che definisce «in transizione». Da soli, inoltre, racconta degli sforzi delle persone di costituirsi in coppie e poi in nidi familiari, con la speranza di eludere alcune delle dimensioni esistenziali, fra cui la solitudine e la morte. L’autrice ci spiega anche che dal confronto vero con queste componenti ineludibili della vita, l’essere umano esce rafforzato e rinnovato.