Cantar di Pietre glorifica i suoi trent’anni di vita celebrando i santi. Sancti titola infatti l’edizione 2017 della bella rassegna di musica antica; dieci appuntamenti fino al 21 ottobre che faranno risuonare 1500 anni di storia musicale nelle antiche chiese disseminate tra paesini, valli e monti del Ticino. «La santità è a tema già a Gerusalemme nei primissimi anni dell’era cristiana, cui seguirono dal III secolo le persecuzioni da parte dell’impero romano; già qui si sviluppò una prima scrittura agiografica, presto corredata da musica rituale che ricordasse e al tempo stesso glorificasse il martirio» illustra il direttore artistico Giovanni Conti. La «prima età» dei martiri si chiuse con Costantino nel 313 e poi con Teodosio, che dichiarò quella cristiana «religione di stato». «Un secondo periodo si ebbe nel IX secolo con i Musulmani di Spagna: anche qui nacquero nuovi testi letterari e paraliturgici nonché nuove musiche rituali. E ogniqualvolta i cristiani cercarono di evangelizzare nuove terre emersero nuove forme di santità: non solo martiri, anche uomini e donne che non trovarono la morte ma testimoniarono la propria fede in parole e opere» prosegue Conti. All’inizio del secondo millennio i papi iniziarono a chiedere testimonianze sicure per procedere alla confermazione ufficiale dello status di «santo»: «Ciò portò a una più ampia presenza dei santi nella liturgia e quindi anche a una più massiccia produzione di musica, soprattutto vocale, cui si aggiunsero le laudi e i canti dal sapore popolaresco con cui gli ordini mendicanti, Francescani e Domenicani in primis, arricchivano la loro predicazione itinerante».
Una storia d’uomini e di note ripercorsa dai dieci appuntamenti di Cantar di Pietre: «Per la produzione più antica ho voluto focalizzarmi sui nostri territori, segnati non solo a livello politico ma anche religioso e musicale da Milano. La liturgia e la ritualità che nacquero sotto sant’Ambrogio furono espressione di una cultura locale talmente radicata da resistere ai tentativi di assimilazione alle consuetudini romane, dilatandosi piuttosto in Ticino: arrivò a Tesserete e in Valle Capriasca, influenzò il Malcantone, salì a Biasca e si diramò nelle Tre Valli per raggiungere il Verbano e da lì la sponda piemontese del lago». In particolare sono due i programmi dedicati al canto ambrosiano. Il 10 nella chiesa di santo Stefano a Tesserete l’ensemble francese Organum ne illustrerà la varietà di forme e stili: «Rispetto alla maggiore varietà e “modernità” linguistica del gregoriano, il canto ambrosiano predilige un discorso musicale di tipo arcaico e mediterraneo, caratterizzato ad esempio da vocalizzi ondeggianti e ripetitivi» spiega Conti «Milano ha accolto testi, melodie e forme rituali da una grande varietà di luoghi – Gallia, penisola iberica, Mediterraneo, Gerusalemme, Oriente greco e siriaco, la stessa Roma – rimodellandole secondo il proprio stile; questo ha fatto sì che il repertorio musicale milanese conservi pezzi estremamente arcaici, risalenti ai primi secoli del culto cristiano: pagine che possiamo annoverare fra le più antiche d’Europa oggi documentate». Il 23 a Cademario sarà proprio Conti col suo More Antiquo a intonare i Vespri della Natività di Maria: «I Vespri sono uno dei momenti rituali più caratteristici della liturgia milanese; iniziano col rito della luce di ascendenza ebraica, quindi ci sono i salmi e il cantico del Magnificat, infine la processione al battistero e la benedizione eucaristica accompagnata dai tradizionali inni Tantum ergo e O salutaris hostia». A questi due appuntamenti va aggiunta la Missa infra Vesperas celebrata il 9 a Biasca dal vescovo di Lugano, monsignor Valerio Lazzeri, e accompagnata col repertorio ambrosiano dall’ensemble Antiqua Laus.
Cammeo protestante il 16 a Mesocco, col gruppo tedesco Corde sonore a intonare Alles, was Heilig ist – I Santi nella musica luterana: «Contrariamente a quanto si pensa, la Riforma non disdegnò il concetto di santità, ma ne ridisegnò solamente il profilo: qui i santi non esercitano le funzioni di intermediari tra credenti e Dio e in generale, come avveniva tra i primi cristiani, i santi sono i membri l’ecclesia sancta, cioè la comunità cristiana». Da due complessi spagnoli giungono le lodi mariane: il 30 a Bellinzona il Tasto Solo antologizzerà Dam de toutes dammes – Canti di devozione mariana nel Quattrocento, in particolare attingendo alle oltre 250 composizioni, per lo più anonime, conservate nel manoscritto Buxheim, mentre il 14 ottobre a Muralto La Colombina – Schola Antiqua intonerà i canti mariani composti dal grande De Victoria durante l suo soggiorno romano. Gran finale il 21 ottobre a Bellinzona, quando uno dei più autorevoli complessi a livello internazionale, La Reverdie, offrirà un’ampia silloge di laudi tramandate dai laudari di Cortona e Firenze, tra cui quella che dà il titolo al concerto e sintetizza l’intero cartellone: Facciam laude a tutti i santi.