A conferma del suo grande slancio innovatore, a cento anni dalla nascita il movimento Bauhaus ancora oggi riesce a lanciare messaggi di affascinante modernità. Oltre alla sua commemorazione, ricordare quel movimento rivoluzionario che ha modificato per sempre il volto dell’arte, del design e dell’architettura, offre molteplici occasioni per ripercorrerlo nella sua essenzialità. Non è dunque un caso se il Teatro San Materno di Ascona, un esempio di architettura in stile Bauhaus, si riproponga come la casa ideale per ospitarne gesta, umori, movimenti.
È anche quanto è stato immaginato per contraddistinguere la sua stagione teatrale che dal 26 maggio all’8 giugno sono nati degli incontri di ricerca con giovani danzatori attorno al tema, recentemente proposto gratuitamente al pubblico. Tutto ciò è il risultato di un progetto sviluppato da Tiziana Arnaboldi ed Eleonora Chiocchini che hanno guidato sette artiste provenienti da Svizzera, Italia, Francia e Germania. Sull’arco di due settimane hanno lavorato nell’intento di scoprire le potenzialità di dialogo fra la danza, lo spazio e il concetto di un luogo che racchiude molte prerogative stilistiche del Bauhaus, a cominciare da una delle sue idee fondamentali, dove la forma segue la funzione, piuttosto che dal suo fascino estetico e dai suoi ornamenti eccessivi.
Ecco allora la scelta del cerchio come soggetto attorno al quale costruire un’improvvisazione collettiva, una performance dove i danzatori prendono coscienza di elementi come il volume, il peso, le linee, le forme, la direzione, il ritmo, l’energia, il respiro, il canto, la parola, l’insieme e l’individualità. È anche la conferma della coerenza della visione editoriale voluta per le produzioni per raccontare la teatralità al San Materno. A ben vedere in perfetta sintonia con la filosofia dell’architetto e intellettuale Walter Gropius, fondatore del Bauhaus, il primo ad applicare la nozione di Gesamtkunstwerk, la sintesi delle arti. Un principio che combina molteplici linguaggi dell’arte ponendoli in costante dialogo, proprio come le proposte che si avvicendano nella storica sala di Ascona.
Seguendo un percorso attorno all’edificio, la recente performance ha permesso allo sguardo dello spettatore di fotografare l’originalità degli scorci architettonici disegnati da Carl Waldemeyer, ma anche di ammirare oggetti concepiti con semplicità funzionale per l’attualità dell’evento. Come una gonna a cerchi concentrici in legno rinforzati con lamine di metallo, idea concretizzata da Carla Broggi con materiali semplici e di efficacia estetica: uno strumento decorativo amplificato da una danza sinuosa e dal fascino erotico minimalista. Brave le danzatrici: Ylenia Ambrosino, Giulia Anastasio, Veronica Dariol, Giulia Mancini, Clarissa Matter, Marie Ramsauer e Maude Rieder.