Il sistema dell’arte ingloba migliaia di operatori, dal pubblico degli appassionati agli artisti e ai critici, dalle gallerie ai mercanti d’arte, dai curatori ai direttori di museo, dai collezionisti all’editoria specializzata. Questo mondo, in Svizzera, Italia, Europa e America ha i suoi momenti culminanti e in date precise celebra i suoi riti, che sono la Biennale di Venezia, poi ArtBasel, la Fiera che apre ogni anno, a giugno in Svizzera e a dicembre a Miami Beach e Hong Kong, il cui valore dal punto di vista del mercato e della ricerca artistica è indiscutibile; vi è poi l’antica Fiera di Colonia, punto di riferimento dei collezionisti di tutto il mondo, e sempre in Germania la quinquennale Documenta che ha avuto luogo quest’anno nella città di Kassel; a Londra a Regent’s Park dal 5 all’8 ottobre apre la spettacolare Frieze Art Fair e a Parigi al Gran Palais la 44esima edizione di FIAC, con oltre 190 gallerie di 26 nazioni, e tornando in Italia come non nominare la Fiera di Bologna di gennaio e la futuristica Artissima di Torino, nata nel 94, centrata sull’Arte Povera, dove le gallerie provengono da 31 paesi di tutto il mondo.
Le Fiere, molte delle quali sono ad autunno, rappresentano, ovviamente non tutte, un’irrinunciabile testimonianza di quanto si muove nel sistema dell’arte. Lo si è visto dal 13 al 16 ottobre ad ArtVerona, che, sia pur in dimensioni ridotte, da prodotto di mercato ha saputo evolversi in prodotto di cultura, con una nuova direzione artistica, in partnership con l’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e il MAXXI, Museo nazionale del XXI secolo a Roma. In 2 padiglioni e 5 sezioni espositive, con 140 gallerie, quelle di lungo corso e le recenti dai nuovi avveniristici linguaggi, la Fiera ha declinato il tema base del Viaggio in Italia, (ispirato a Goethe) che si prestava a molteplici interpretazioni; come ad esempio quella di capire la posizione dell’Italia nel panorama artistico europeo, di scoprire dove le gallerie aprono all’estero o poi ritornano in patria, o di riconoscere la formazione dell’artista, che sfugge ai canoni di un tempo.
I giovani – cui ArtVerona ha dato visibilità in otto spazi indipendenti, non promossi da gallerie – infatti sempre più spesso sentono l’esigenza di essere soggetti attivi: se da un lato nel mondo dell’arte abbiamo un mercato fermo, fra depressione e tristezza, dall’altro una incredibile energia propositiva e una progettualità in fermento serpeggia in molti di loro che si uniscono in gruppi e fra contaminazioni di linguaggi giocano con suoni e oggetti della tecnologia, fondono competenze diverse, cercano spazi indipendenti no profit per uscire dalla catena commerciale, scoprono luoghi archeologici dimenticati.
Ad ArtVerona si poteva visitare La Rotonda, area degli ex magazzini generali di archeologia industriale veronese abbandonata, ora in riqualificazione su progetto di Botta, documentata dalla proiezione di fotografie di Basilico. Attualissimo il tema del collezionismo che la Fiera ha trattato, citando come massimo esempio Panza di Biumo, da patrimonio di generazioni di grandi famiglie nobiliari di un tempo, al mondo di oggi dove i collezionisti privati sentono l’esigenza di riunirsi in associazioni. La chiave di successo, è stato detto, è per loro storicizzarsi, capire e amare l’artista, mai inseguire la quotazione, poiché l’approccio peggiore in arte è fare speculazioni.
Poi ancora si è tornati alla funzione del vero gallerista: chiaramente, come nella vita, esisterà sempre l’antinomia fra valore artistico e denaro, un cordone ombelicale impossibile da tagliare. A tal proposito abbiamo pensato a quanto succede a Lugano, dove in recenti anni, tranne eccezioni come la Buchmann Galerie, la De Primi Fine Art, la Dabbeni o poche altre, si è assistito all’apertura di innumerevoli gallerie slegate dal territorio. È invece importante il lavoro culturale delle gallerie storiche, che negli anni ha permesso di valorizzare e lanciare gli artisti, e proprio per questo fa tanto più male la decisione della Galleria La Colomba, da cui sono passati i migliori artisti ticinesi, di chiudere.