Produzione delle banconote da 10 franchi della nona serie, su ogni foglio ci sono 54 banconote (Dominic Büttner, © Orell Füssli Verlag)

Dove e quando
Dalla Bibbia alla banconota, Landesmuseum, Museumstrasse2, Zurigo. Orari: ma-do 10.00-17.00, gio 10.00-19.00, lu chiuso, fino al 22.4.2019, www.landesmuseum.ch


500 anni nella nostra quotidianità

Mostre – La storia della tipografia Orell Füssli al Landesmuseum di Zurigo
/ 01.04.2019
di Luciana Caglio

È in circolazione, dal 13 marzo, il nuovo biglietto da 1000 franchi, «il viola», com’è chiamato popolarmente. Rispettando la tradizione, di serie in serie, e siamo alla nona, il colore dei singoli tagli rimane invariato. E così, la nostra più alta banconota è sempre contrassegnata dal viola, mentre sono cambiati il formato, più maneggevole, il materiale, dotato di sofisticati dispositivi anticontraffazioni, e, naturalmente, l’aspetto grafico con immagini che ben riflettono lo Zeitgeist, nell’estetica e nei contenuti, ispirati a comunicazione e cultura e affiancati alla politica: su una facciata compare il simbolo delle mani e del globo, sull’altra l’emiciclo del parlamento. 

Ora, a questa banconota elvetica è spettata una particolare attenzione, nei media internazionali. Sia, innanzitutto, per l’entità monetaria, che rappresenta un primato sul piano mondiale, Brunei a parte, dove circola un biglietto da 10’000 dollari locali. Sia per il valore aggiunto di una moneta che testimonia stabilità: malgrado inevitabili svalutazioni, questo 1000 franchi rimane una cifra di tutto rispetto. Sia, non da ultimo, per le prerogative materiali ed estetiche di una banconota, prodotto accurato, resistente al logorio, che testimonia il culto del lavoro ben fatto. Una prova di gran mestiere che porta la firma Orell Füssli. Nel 1914, infatti, la Banca Nazionale, incaricata dal Consiglio federale di emettere le banconote elvetiche, affidò il compito all’impresa zurighese, che aveva alle spalle un’esperienza in ambito tipografico, addirittura secolare. Proprio quest’anno, cade il 500.mo della sua nascita, strettamente legata alla nomina di Zwingli al Grossmünster. La concomitanza doveva rivelarsi decisiva.

Siamo nel 1519 e, due anni dopo, il riformatore zurighese, che aveva tradotto in tedesco la Bibbia, assegna la stampa della storica primizia alla tipografia, avviata nel 1514 dal bavarese Christopher Froschauer, l’unico a esercitare questo mestiere a Zurigo, di cui otterrà la cittadinanza. E dove farà fortuna, come stampatore, e in pari tempo editore e libraio, secondo una regola allora vigente in Europa. In un’epoca in cui la maggioranza della popolazione era analfabeta, quest’attività si rivolgeva, per forza di cose, alle élite, e concerneva trattati di scienze naturali e opere teologiche. Ma la Bibbia in tedesco di Zwingli e la riforma ecclesiale aprirono una nuova stagione editoriale all’insegna della divulgazione: una fioritura di pubblicazioni che contribuì all’incessante sviluppo della tipografia Froschauer. L’azienda, passata successivamente in altre mani, venne rilevata nel 1798 dagli Orell Füssli, dal nome di un insigne antenato, lo storico dell’arte e politico Hans Conrad von Orelli. Due anni dopo, fiore all’occhiello, pubblicava il primo quotidiano della città, «News Unpartheyssche Zeitung», la futura «NZZ». E, con ciò, confermava uno spirito imprenditoriale in grado di muoversi con i tempi.

In Svizzera, come in Germania, la scolarizzazione stava creando una nuova categoria di lettori, e quindi un mercato librario allargato. Occorreva offrire pubblicazioni più accessibili, legate all’informazione locale, ai fermenti politici del liberalismo, allo svago. A sua volta, la lettura crea nuove forme di socialità: la Orell Füssli apre biblioteche e club, in cui incontrarsi e discutere, in particolare su temi emergenti. A partire dalla fine del XVIII secolo, le scoperte geografiche e archeologiche ampliano gli orizzonti incrementando la curiosità per paesi e civiltà lontane. Si è alla vigilia dell’era turistica che, per Orell Füssli diventerà un’inesauribile fonte di specializzazioni. Da qui le prime cartoline illustrate e, in seguito, le carte geografiche e topografiche, gli atlanti, i mappamondo destinati alle scuole, all’esercito, agli escursionisti. Il bisogno di conoscere e di confrontarsi si accentua in concomitanza con la nascita, nella seconda metà dell’800, delle nazioni e delle democrazie moderne. I cittadini sono chiamati a diventare un’opinione pubblica sempre più acculturata. Il libro, in tutte le sue varianti, rappresenta uno strumento determinante, a disposizione di ogni categoria di lettori. Bambini compresi, ai quali l’Orell Füssli dedica un filone, ispirato al gioco educativo.

Nel XX secolo, mentre il turismo assume connotati planetari, si assiste, per contro, al risveglio d’interesse per la realtà storica e culturale di casa propria. Ecco che, fra altri, Orell Füssli pubblica, per conto della Società di storia dell’arte, i sei volumi dell’Inventario svizzero di architettura, preziosa opera di consultazione. D’altro canto, non si trascurano la narrativa e i bestseller. Il mercato librario, sfidando la concorrenza dei media elettronici, continua a estendersi. Dai 700 volumi, nel 1564, oggi quest’impresa editoriale propone 80’000 titoli, venduti in Svizzera e in Germania, nelle librerie e online.

In pari tempo, l’impresa zurighese prosegue l’attività nell’ambito delle carte valore e di sicurezza. Oltre ai nostri franchi, stampa banconote per l’Ungheria, la Turchia e l’Afghanistan. E, già agli inizi dell’800 ha fatto da battistrada producendo titoli bancari per la cassa di risparmio di Uznach. Un settore, quello dei documenti e della sicurezza, entrato nel novero delle necessità attuali. Dal 1959, stampa i passaporti svizzeri e si specializza nelle carte di credito e tesserini vari. In altre parole, oggetti che abbiamo tutti fra le mani. Dietro ai quali c’è una lunga storia.

La racconta, con scrupolo scientifico e abilità scenografica, la mostra, in corso al Landesmuseum di Zurigo fino al 22 aprile che s’intitola, simbolicamente, «Dalla Bibbia alla banconota»: cioè due aspetti, diversi e indispensabili, nella nostra quotidianità.