2600 anni di storie mesolcinesi

Da oggi su Rete 2 il nuovo lavoro multimediale di Stroppini e De Benedictis
/ 19.06.2017
di Giorgio Thoeni

«Noi siamo quello che raccontiamo. Siamo parte di un territorio. Siamo parte di quel qualcosa che è fatto di roccia, vento e tempo. Siamo nelle parole di chi ci ricorda. Siamo… delle storie». Sono frasi tratte da un trailer radiofonico che racchiudono in una sintesi efficace la sostanza di Fabula, il nuovo progetto multimediale di «Nucleo Meccanico» ovvero Flavio Stroppini e Monica De Benedictis. Instancabili realizzatori, dopo il libro e la versione teatrale di Kubi, li ritroviamo alle prese con il racconto di 2600 anni di storia di una valle, la Mesolcina. Una narrazione che comprende 172 personaggi distribuiti in cinquanta radiodrammi. Il tutto farcito di antichi romani, processi, rivolte, francesi, cartaginesi e draghi. Esecuzioni, streghe, lupi, orsi e unicorni. Ma anche nani, crociati, inondazioni e incendi. Insomma, un’avvincente scorribanda avventurosa che risale la storia della valle, dall’antichità fino ai nostri giorni. Fabula è stato registrato con cinque attori (Adele Pellegatta, Silvia Pietta, Daniele Ornatelli, Dario Sansalone e Davide Garbolino) e con musiche originali (Andrea Manzoni).

La multimedialità, distribuita fra la scena radiofonica, il web, il vettore cartaceo e quello puramente teatrale, è la cifra stilistica di questi due artisti che hanno ottenuto un bel seguito di pubblico, soprattutto in quanto orientati a una messa a fuoco della territorialità regionale. Basterà ricordare in tal senso, oltre al già citato Kubi e, ancor prima, Prossima fermata Bellinzona, il documentario teatrale sulla ferrovia al sud delle Alpi. In questo senso l’accoppiata Stroppini-De Benedictis trova un suo equilibrio narrativo in una serie di produzioni che per il palcoscenico si associano alla vocazione territoriale del Teatro Sociale accanto alla possibilità di esplorare l’affascinante mondo sonoro della nostra prosa radiofonica.

Il valore di queste operazioni che mettono in primo piano l’importanza di un racconto che dà più possibilità di lettura, è la carta vincente della rivincita di una «jus loci» o meglio di un «genius loci» che diventa sempre più necessario e vitale per il senso di appartenenza che passa attraverso i postulati di cui abbiamo riferito inizialmente e che sono riassumibili nelle domande: «Chi sono? Da dove vengo?». La scoperta e la valorizzazione della propria identità è un processo che in questi tempi può trasformarsi in un «boomerang», nonostante la buona fede può infatti essere «manipolabile», prestarsi a fraintendimenti.

Ma non bisogna cedere: l’identità è il nucleo portante della forza di una comunità. Pensiamo che i lavori proposti dal «Nucleo Meccanico» di Flavio Stroppini con Monica De Benedictis vadano in questa direzione, con una sorta di «narrazione del reale» (materia che Stroppini tra le altre cose insegna alla Scuola Holden di Torino e al Conservatorio di Scienze audiovisive di Lugano). Come appunto il compendio storico di «Fabula» che a partire da oggi (19 giugno) viene mandato in onda dalla Rete Due della RSI fino al 25 agosto alle 07.05 ma può essere riascoltato in podcast sul sito www.nucleomeccanico.com. Il progetto verrà anche presentato al Castelgrande di Bellinzona il 15 luglio (alle 15.00) nell’ambito del festival «Territori». Tutti luoghi ideali per riscoprire un mosaico di fatti storici, dicerie e leggende raccontati per secoli e secoli e che Giovanni Antonio a Marca pubblicò nel 1836, un libro in gran parte dimenticato che oggi si può ottenere con un download gratuito su Internet. 

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