Rinnovato il percorso del Monte Piottino

Escursioni - Il Sentiero educativo Monte Piottino, inaugurato nel lontano 1991, è stato rinnovato e offre oggi un’occasione per una gita nel territorio a contatto con la natura
/ 01.07.2019
di Elia Stampanoni

Una passeggiata in Leventina è sempre un piacere e la presenza del percorso naturalistico e didattico del Monte Piottino può essere un buon pretesto per intraprendere la trasferta. Si troveranno angoli di natura intatta e un bel silenzio, rotto quasi unicamente dai rumori della natura. Il tragitto si sviluppa tra Rodi e la frazione di Bedrina ed è tornato a risplendere nel 2014, quando i Comuni di Prato Leventina e Dalpe, con il sostegno della Fondazione Carlo Danzi, decisero d’innovare il sentiero esistente, creato nel 1991 da un gruppo di docenti di scuola elementare in collaborazione con esperti e uffici cantonali.

Il tracciato ha mantenuto le postazioni d’osservazione originali, rivisitandole però secondo criteri didattici più attuali.Il tracciato di 6300 m attraversa terreni con varie specificità storiche, biologiche e paesaggistiche E lo s’intuisce anche in fase di preparazione, visitando il sito internet, dove il progetto, il tragitto e le soste vengono presentati tramite disegni, vignette e brevi descrizioni con una grafica moderna e accattivante. Informazioni e immagini che poi si ritroveranno in parte anche sul posto durante l’escursione, che si estende per circa 6 km e 300 metri di dislivello, spaziando dai boschi ai campi, dai villaggi alla campagna.

La passeggiata è contraddistinta dalla presenza di una quindicina di pannelli e si sviluppa su dei comodi sentieri disegnati a tratti su un soffice sottobosco d’aghi di conifere oppure lambendo prati o altri ecosistemi. L’accesso è possibile in diversi punti e presso il Dazio Grande a Rodi, in paese a Prato Leventina oppure prima di giungere alla frazione di Bedrina, si trovano anche tre cartelli informativi generali del percorso che è poi ben contrassegnato con piccole targhe e segni color verde-rosso. Gli argomenti d’osservazione o approfondimento sono di tipo naturalistico e ambientale, ma anche storici e culturali, permettendo di scoprire o riscoprire delle semplici nozioni sul nostro territorio, con un legame al passato e uno sguardo al futuro.

Cartelli esplicativi adatti a tutti, grandi e piccoli, che invitano alla scoperta stimolando la voglia d’esplorare, conoscere e apprendere. Per esempio quando viene proposto un cammino sensoriale invitando a utilizzare non solo la vista, ma anche il tatto, l’udito e l’odorato. Nella parte alta del tragitto, il percorso suggerisce infatti di togliersi le scarpe e percorrere alcuni metri ad occhi chiusi, cercando l’equilibrio e soprattutto prestando attenzione ai tanti suoni e odori della natura.

Poco lontano c’è la sosta presso la torbiera della Bedrina, un biotopo d’importanza nazionale che conserva una vegetazione tipica di palude e rappresenta la parte più preziosa e delicata dell’omonima zona protetta. Qui s’invita a riflettere sull’importanza delle torbiere e anche ad aguzzare la vista alla ricerca di alcune specie tipiche e fragili di questi ecosistemi, come la Rosolida a foglie rotonde, una minuscola piantina carnivora, il Dragone alpino, una libellula con straordinarie abilità di volo, oppure il Pennacchio guainato, una pianta erbacea perenne dai frutti pelosi. Specie che in determinati periodi (fine maggio-inizio giugno per il Pennacchio, fine luglio-inizio agosto per le altre due specie citate), con buono spirito d’osservazione e anche un po’ di fortuna si potranno scovare presso la torbiera della Bedrina la quale deve il suo nome alla Betulla, bédra nel dialetto locale, un albero pioniere tra i primi a fare il suo ritorno dopo il ritiro dei ghiacciai.

Nel percorso circolare attorno alla torbiera, incontriamo anche una postazione dedicata alla biodiversità e una al paesaggio della Valle Leventina, modellata dal passaggio del ghiaccio e dell’acqua, segni osservabili dal punto panoramico del Monte Piottino. A collegare questa parte alta a quella più in basso nei pressi del Dazio Grande ci sono altre tappe che portano l’escursionista da Dalpe a Rodi transitando da Prato Leventina (o viceversa), narrando di api selvatiche o riflettendo sulla relazione dell’uomo con la natura, impressa nelle pendici coperte di boschi di protezione e di ripari antivalanga, nelle opere legate all’idroelettrico oppure ancora nelle tracce delle attività agricole e alpestri che ricordano il legame tra società e territorio.

Poco sotto il nucleo di Prato Leventina, in prossimità della chiesa di San Giorgio e a due passi dalla strada carrozzabile, il sentiero tocca due costruzioni poste a pochi metri l’una dall’altra, un ponte «romano» e una fornace. Il ponte, in realtà non risale all’epoca romana: faceva parte del percorso che collegava Faido al Gottardo passando per Piana Selva e il Dazio Antico. Un’opera che perse d’attualità verso il 1350 con la costruzione della mulattiera sul lato destro del Piottino. La fornace è invece più recente ed è stata utilizzata per la produzione di calce sino agli inizi del XX secolo, per poi perdere d’attrattività con l’avvento del cemento o altri materiali e con lo sviluppo della rete viaria che rese più facile l’accesso ad altre zone dove c’era del materiale calcareo migliore. Della fornace si possono ancora vedere le mura con la bocca di fuoco, di carico e scarico dove venivano cotte le pietre frantumate e contenenti calcare.

Queste e altre informazioni si possono incontrare percorrendo il sentiero didattico del Monte Piottino, che anche nei pressi del Dazio Grande prevede ulteriori postazioni d’interesse, come quella relativa allo sfruttamento del quarzo oppure quella incentrata sulla versatilità del legno. La diramazione del sentiero fa visita anche alla mulattiera che, progettata nel 16° secolo dagli urani, serviva a trasportare le merci sui muli o su altri animali da soma. La struttura permetteva di superare l’ostacolo naturale del Monte Piottino, 240 metri di dislivello tra Faido e Rodi Fiesso.

In seguito anche le gallerie elicoidali della ferrovia nel 1870 e l’autostrada costruita nel 1980 hanno permesso di superare le gole, dove è possibile proseguire la passeggiata lungo un cammino recentemente ristrutturato. Lo scorso 26 maggio è infatti stato inaugurato il ripristino della via storica della gola del Piottino, dove sono state inserite anche delle tavole informative e delle postazioni interattive, in continuità con il percorso didattico, ma con una fruizione autonoma.

Informazioni
www.percorsopiottino.ch