Che cos’è il giardino? Nel corso di questa rubrica abbiamo dato risposte diverse a questo quesito e il libro che presentiamo questo mese, Racconti dei saggi giardinieri (L’ippocampo) continua ad aggiungere elementi al nostro bagaglio. Del resto, la domanda è inesauribile, ma quello che mi viene da pensare dopo essermi immersa nella lettura di queste storie, sapientemente selezionate da Pascal Fauliot e Patrick Fischmann e aventi come minimo comune denominatore lui, il giardino, è questo: che si tratti di saggezza giapponese o cinese, aborigena o medio-orientale, il verde è quell’alterità radicale che ci permette di uscire dal nostro punto di vista sulle cose e di rifondare il senso.
Da questo punto di vista, il giardino è un luogo, una dimensione da attraversare per poter guardare con occhi nuovi la realtà che ci circonda e il rapporto io-mondo. Parecchie delle storie contenute e presentate nel delizioso libriccino, molto curato da un punto di vista estetico e corredato di delicatissime immagini, sono da ascrivere alla saggezza zen e raccontano di personaggi che, dopo aver incontrato il giardino, cambiano prospettiva. Gli alberi, i fiori, le loro presenze mute proprio in virtù di questo silenzio ci parlano e ci raccontano di una verità che non è mai sul pelo delle cose, ma affonda le radici più in basso, sotto, a tal punto che per attingervi bisogna grattare una patina superficiale, una scorza che oscura e deforma la visione. La mancanza e il desiderio che da essa si generano si svuotano al solo incontro con il giardino: perché l’immersione nel verde ci devia rispetto alle dinamiche dell’io e permette al nostro esserci di sciogliersi in un più profondo e intenso noi.
Cosa mi manca, se non percepisco una frattura fra me e le cose? Fu così che un re, al quale una vecchia maga aveva detto che l’unico modo per guarire il figlio malato fosse quello di fargli indossare la camicia di un uomo felice, lo cercò in ogni angolo del regno, trovandolo infine in un semplice giardiniere. E quando questi si tolse la camicia, tutto il mondo fu vestito da un giardino. Perché la felicità sta proprio in questo: fondersi nelle cose, rinunciare all’ego, che in queste storie appare come il personaggio prepotente che si affanna per dare concretezza plastica al proprio desiderio infantile, quello di dominare le cose.
Wirth, un famoso tarologo svizzero, divise la sequenza dei Tarocchi in due segmenti conoscitivi: la prima, la via dell’azione, è quella che ci permette di far leva sulle nostre potenzialità per raggiungere i nostri obiettivi. La seconda è quella che ci aiuta ad affidarci, ad aprirci all’esperienza. Il giardino ci insegna questa strada e le storie raccolte in questo volume, pur provenienti da epoche e luoghi molto lontani, vanno tutte nella stessa direzione.
Qui il verde è un microcosmo con le sue leggi, la possibilità di un viaggio nel quale scoprire nuove cose, fra odori inebrianti e bellezze che colpiscono i sensi quasi ferendoli. Una lettura consigliatissima, per interrogarci ancora una volta sul miracolo che il verde ci offre: quello di poterci fondere.
Bibliografia
Pascal Fauliot & Patrick Fischmann, Racconti dei saggi giardinieri, L’Ippocampo Edizioni, 2011, 240 pp.