Da bambini abbiamo scoperto il mondo dal sedile posteriore dell’automobile, contendendo lo spazio ai fratelli con un nascosto lavoro di gomiti e ascoltando i litigi dei genitori nei sedili davanti, tanto più aspri quanto più futili erano i motivi. Gli inglesi hanno addirittura coniato un termine apposito, Crap Days, per indicare quei giorni nei quali vorresti stare tranquillo nella tua cameretta e vieni invece trascinato a trovare i parenti o a visitare qualche insulso museo. Con i nonni si passavano invece mesi di interminabile noia al mare d’inverno. Una famiglia è anche questo del resto, se appena si esce dagli stereotipi rosa confetto.
Raggiunta la maggiore età, la mia generazione metteva subito bene in chiaro che il tempo dei viaggi coi genitori era finito. Si partiva invece con i propri amici con l’Interrail o con veicoli improbabili, senza dare notizie di sé per settimane; poi si viaggiava con la fidanzata, sino a chiudere il cerchio quando un giorno, quasi con sorpresa, ci si trovava a litigare sul sedile davanti dell’auto con quella che nel frattempo era diventata la propria moglie.
Le trasformazioni della società contemporanea, sempre più fluida, hanno superato questo schema. Per esempio oggi i figli si sposano più tardi, restano a casa più a lungo e superate le ribellioni adolescenziali viaggiano di buon grado coi genitori a loro spese. Anche l’accoppiata nonni e nipoti è sempre più frequente. I baby boomer (la generazione nata dopo la Seconda guerra mondiale) sono più sani e attivi rispetto al passato e quando vanno in pensione hanno buone rendite, da spendere viaggiando. Meglio però stare alla larga dai coetanei, per non sentirsi vecchi, sostiene qualcuno di loro; è più divertente progettare un viaggio insieme ai propri nipoti, davanti a una cartina dispiegata. Spesso è un viaggio avventuroso, se pensiamo che i premi per l’assicurazione di viaggio dei sessantenni e settantenni sono aumentati del 30 per cento negli ultimi dieci anni. Per chi non vuole rischiare troppo, ci sono comunque diversi operatori specializzati fondati negli ultimi anni per rispondere a una domanda crescente.
I figli dei baby boomer tuttavia sono spesso impelagati in carriere molto più incerte e soprattutto meno redditizie. Non sempre possono partire quando si vorrebbe ed ecco che i nonni diventano i naturali compagni di viaggio dei nipoti. Poi, appena possibile, i genitori li raggiungono per un inedito viaggio di tre generazioni, magari con i biglietti gentilmente offerti dai nonni (ricordatevi di definire con chiarezza gli aspetti economici prima della partenza per evitare spiacevoli equivoci: chi paga cosa?). L’occasione per un viaggio tutti assieme può anche essere il matrimonio o la laurea di un parente che vive lontano: dopo la cerimonia, perché non trattenersi qualche giorno in più come turisti?
Naturalmente nei viaggi intergenerazionali è sempre meglio mettere in conto qualche conflitto: per esempio, appena giunti in una nuova città, i nonni vorrebbero rilassarsi prendendo un caffè in un tavolino all’aperto per contemplare lo spettacolo della vita cittadina, mentre i bambini non vedono l’ora di correre a terrorizzare i piccioni; a pranzo poi gli adulti buongustai dovranno superare la resistenza dei pargoli che puntano dritti verso il fast food… Ma tutto sommato sono situazioni prevedibili (e gestibili) quando si viaggia in un gruppo dove tutte le età sono rappresentate, da nove a novant’anni.
In compenso il viaggio intergenerazionale può essere fonte di sorprese. Spesso i membri della stessa famiglia vivono lontani e ci si sente soltanto per brevi telefonate formali. Un viaggio, pur con tutti i suoi imprevisti e magari anche i momenti di tensione, può essere l’occasione per scoprire che nel frattempo siamo cambiati, maturati, che possiamo uscire dai ruoli prefissati e parlarci come adulti, per esempio durante un lungo percorso ferroviario. E il superamento delle vecchie contrapposizioni può lasciare spazio a insospettabili affinità, nascoste nella nostra linea ereditaria: ricette preferite, modi di dire, piccole manie. Oppure un viaggio con tutto il nostro clan può essere l’occasione per mettere alla prova un nuovo fidanzato sul quale vorremmo investire per il futuro: se resiste è quello buono.
Anche la scelta delle mete segue regole nuove. Secondo una ricerca di Hotels.com, un quinto dei giovani sotto i trent’anni trovano ispirazione per i loro viaggi nei racconti di genitori e nonni. Perché allora non visitare assieme questi luoghi? Perché non mostrare ai più piccoli le tombe dei faraoni studiate a scuola? O progettare un viaggio di famiglia a Gerusalemme sulle orme di Gesù? Preferite una vacanza naturalistica, per esempio un safari in Kenya o un viaggio tra le foreste del Casentino? Altrimenti ci si può sfidare negli sport invernali o semplicemente rilassarsi alle terme. Potrebbe essere divertente anche un viaggio tutti insieme con un pulmino in stile hippie, per esempio lungo la Wild Atlantic Way, un tracciato di 2500 chilometri che scende dal Donegal, nel nord dell’Irlanda, alla contea di Cork. Oppure condividere una barca lungo i canali di Francia e Olanda, con escursioni in bicicletta per esplorare il territorio. C’è spazio anche per progetti decisamente più fantasiosi, come andare a caccia di alieni e costruire razzi spaziali a Roswell, New Mexico, dove nel 1947 si favoleggiò dello schianto di un UFO.
Strada facendo, qualcuno potrebbe scoprire vocazioni insospettate, come Baddie Winkle: a 89 anni non rinuncia a vestire con fantasia ed è diventata una seguitissima star di Instagram. Ora sta facendo un giro del mondo con la ventunenne nipote Kennedy per vedere tutti i luoghi sino ad ora soltanto sognati e fare nuove esperienze: cantare in un pub di Dublino, passare una serata al Moulin Rouge, volare in elicottero sopra il Grand Canyon, appassionarsi a una partita di beach volley sulla spiaggia di Ipanema...