Csf (Come si fa)

(pxhere.com)

Vediamo come si fanno tre ricette con lo zenzero. 

Zenzero candito
Scegliete rizomi freschi e sodi, pelateli e tagliate in pezzetti di 3 mm, quindi copriteli di acqua fredda e fateli bollire per 15’. Scolate e ripetete la procedura di sbianchimento altre 3 volte, poi fate cuocere in acqua e zucchero (mantenendo un rapporto di mezza tazza di zucchero per ogni tazza d’acqua) per 20’, fino a quando lo zenzero diventa traslucido. Lasciate riposare per 30’ per far assorbire bene lo sciroppo, quindi scolate, fate asciugare per una notte e conservate in un barattolo chiuso dopo aver passato i canditi nello zucchero. Potete utilizzare lo sciroppo per dolcificare tè e bevande rinfrescanti.

Pan di zenzero
Ingredienti per 4 persone. Lasciate ammorbidire 60 g di burro, unitevi 60 g di zucchero, 3 uova sbattute, 350 g di farina setacciata e diluite con qualche cucchiaio di latte. Aromatizzate con 2 cucchiai di zenzero in polvere e 1 cucchiaio di cannella in polvere, unite un pizzico di sale e 1 bustina di lievito vanigliato, amalgamate il tutto e versate in una teglia imburrata e infarinata. Fate cuocere per 45’ a 180°. Levate dal forno, lasciate raffreddare. 

Frittata di cozze allo zenzero
Per 2 persone. Mondate 500 g di cozze, mettetele in una padella, unite poco vino bianco e fatele aprire a fuoco allegro, coperte, quindi spegnete, lasciatele intiepidire e sgusciatele. Tritate finemente un cipollotto, sbucciate 20 g di zenzero fresco e tagliatelo a fettine. In una ciotola sbattete 3 uova con 3 cucchiai di farina, unite 2 cucchiai di fecola di patate diluita in poca acqua, il cipollotto, lo zenzero, le cozze e 1 cucchiaio di salsa di soia e mescolate. Regolate di sale se necessario. Scaldate un filo di olio in una padella, versate le uova e cuocete la frittata a fuoco basso, rivoltandola quando il primo lato è cotto. Al posto delle cozze potete utilizzare qualsiasi pesce, crostaceo o mollusco, mondato e se necessario spezzettato. 


Lo zenzero? Piccante ma gentile

Una moda che viene da lontano
/ 19.11.2018
di Allan Bay

La cucina è piena di misteri. Fra i più curiosi da analizzare c’è il maggiore o minore successo di certi ingredienti. Ovvero perché alcuni diventano improvvisamente «di moda» mentre altri no. Alla domanda non c’è risposta. In linea di massima, a volte parte un tam tam che, generato da qualche caratteristica positiva dell’ingrediente, lo trasforma in una specie di toccasana, dalle mille proprietà terapeutiche.

Sia chiaro, a volte il tutto si trasforma in negativo, e un ingrediente può diventare anche il diavolo. Ma mai, o quasi, quel che accade è suffragato da ricerche serie (o come vengono chiamate in gergo: peer review), cioè nessuna di queste teorie pro o contro l’alimento sono validate da specialisti riconosciuti e autorevoli. Così va il mondo.

Per esempio, in questi tempi lo zenzero è diventato di gran moda. È una pianta erbacea, nota anche come ginger. Zingiberi è il nome originale: proviene dell’Asia sudorientale e oggi è coltivato un po’ dovunque; e va detto che è da sempre apprezzato per le sue virtù.

Se le sue proprietà digestive e aromatizzanti erano già largamente conosciute da greci e romani e le sue qualità antiscorbutiche furono apprezzate dai marinai di tutti i mari, il picco della fama dello zenzero in Europa è legato purtroppo alle terribili epidemie di peste. Fu Ildegarda di Bingen, monaca ed erborista, a indicare nello zenzero un rimedio preventivo per evitare il mortale contagio: il consumo aumentò quindi a dismisura e a volte fu addirittura imposto dalle autorità (forse le stesse, per essere ancora maliziosi, che speculavano sull’aumento di prezzo).

Lo zenzero regnò a lungo sulle mense ricche, ma era ambito anche da quelle povere, nonostante il suo costo proibitivo, soprattutto in abbinamento con il pepe, anch’esso molto pregiato in età medievale. Insieme ad altre spezie, fu per secoli merce preziosa, monopolio di mercanti arabi e oggetto di agguerrite competizioni sui mari tra le grandi potenze per conquistarne il controllo commerciale. La sua fortuna calò durante il XVII secolo, ma rinacque tra Settecento e inizio Ottocento, come spezia per aromatizzare pane, dolci, confetture e bevande. Poi il declino, fino al recente rilancio. Ovviamente, in alcuni paesi il declino fu minore, in altri maggiore.

Ha foglie lunghe e strette e fiori colorati. Se ne utilizzano i rizomi, che hanno forma irregolare e bitorzoluta, buccia biancastra a chiazze brunastre e polpa bianca, molto soda. Viene usato soprattutto in polvere, sbucciato e grattugiato finemente, ma anche tagliato a fettine sottili. Con il suo sapore pungente e piccante, ma al contempo gentile, lo zenzero insaporisce bevande e dolci (in particolare torte e budini) e si abbina a diverse pietanze, salse e spezie: dalla carne al pesce, dalle verdure al tofu, dal sushi e sashimi (che accompagna in forma marinata in zucchero e aceto, questa preparazione si chiama gari) alle zuppe, dal riso alle insalate, dalla chutney al curry.

Da segnalare anche il suo utilizzo per preparare una bevanda fermentata e leggermente alcolica detta ginger ale (birra di zenzero), oramai onnipresente nei cocktail bar. 

Può essere conservato sottaceto oppure candito con lo zucchero. Si trova in commercio anche essiccato e macinato, tuttavia è consigliabile acquistarlo fresco, perché conserva il suo aroma più a lungo: in tal caso, vanno scelti rizomi belli sodi, senza segni di muffa. Qualora invece lo si volesse comprare essiccato, meglio il prodotto ancora intero e grattugiarlo.