L’intenso profumo degli osmanti

Mondoverde - In Cina e in Giappone i fiori dell’Osmanthus vengono raccolti per aromatizzare il tè
/ 30.10.2017
di Anita Negretti

Qualche anno fa, nel mese di ottobre, mi trovavo a passeggiare nei giardini pubblici di Varese quando, ricordo ancora, una folata di aria tiepida mi portò l’aroma di alcuni fiori dall’intenso profumo di tè verde. Cercai vicino a me tra le basse fioriture autunnali, ma non trovai nulla con quella fragranza.

Uscita dal parco (che, tra l’altro, vi consiglio di visitare per ammirare le aiuole tipiche dei giardini all’italiana) costeggiai le alte mura che lo dividono dalla città: l’aroma si percepiva in modo sempre più intenso. A un certo punto alzai la testa e vidi delle piante di osmanto alte quasi cinque metri che, cariche di piccoli fiorellini bianchi, profumavano l’aria diffondendo la fragranza molti metri intorno a loro.

Non resistendo alla tentazione, dopo pochi giorni acquistai un bell’esemplare di Osmanthus fragrans, conosciuto anche come Olea fragrans, che ora regna nel mio giardino regalandomi non solo profumo, ma anche colore grazie alle sue foglie di un bel verde lucido.

Il nome del genere, Osmanthus, deriva dal greco e significa fiore profumato (osmèe, profumo; anthos, fiore) e la provenienza di queste belle e rustiche piante è il Giappone e la Cina, dove i fiori vengono raccolti e utilizzati per profumare il tè.

Sempreverde, con lunghe foglie ovali e finemente dentellate, ha un accrescimento lento e gli esemplari adulti raggiungono i cinque metri con ramificazioni importanti. Ama posizioni sia di pieno sole che mezz’ombra, terreni ben drenati e ha una particolare preferenza per le zone dove vi è una buona umidità atmosferica, come nelle nostre zone di lago.

Non richiede potature, ma si può eseguire una leggera spuntata ai rami dopo la fioritura per mantenere la forma rotonda della chioma. In realtà le fioriture sono due: la prima, quella primaverile, presenterà pochi fiorellini bianchi, mentre la seconda sarà molto abbondante tra le settimane di settembre e ottobre.

Non vi sono malattie al quale è soggetto; può essere coltivato sia in un vaso capiente, sia in piena terra, a forma libera o utilizzato per creare siepi fitte, impenetrabili e profumate.
Il solo colore bianco vi sembra poco allegro? Allora orientatevi sulla varietà Aurantiacus dai fiori arancioni che crescono all’ascella delle foglie, in grado di regalare pennellate di colore.

Parente molto stretto di O. fragrans, è Osmanthus heterophyllus che ha foglie più piccole, molto spinose e simili a quelle dell’agrifoglio nel primo metro da terra e poi lisce.
Questa particolarità è legata a una tecnica di sopravvivenza della pianta: nel primo metro circa i predatori delle sue foglie vengono scoraggiati dal brucarle per via delle spine, mentre i rami alti porteranno solo foglie lisce con minor dispendio di energia da parte della pianta per crearle.

Dall’incrocio di due specie, nasce Osmanthus x burkwoody, che raggiunge i due-tre metri, ha una forma tondeggiante, fiorellini piccoli a forma di trombetta, lunghi due-tre cm e gradevolmente profumati.
Il periodo migliore per mettere a dimora un osmanto è l’autunno, nel mese di ottobre o la primavera con marzo. In entrambi i casi andranno bagnati abbondantemente al momento della piantagione, poi con una frequenza settimanale, specie per le piante coltivate in vaso.

È inoltre consigliabile provvedere a una concimazione con un prodotto granulare a lenta cessione nei mesi di marzo e fine agosto, garantendo così un ottimo sviluppo sia all’apparato radicale sia all’apparato fogliare.