In India ci sono diversi fiumi sacri quasi tutti con nomi femminili che rappresentano divinità induiste venerate dagli indiani i quali, come da tradizione, si immergono nelle loro acque per purificarsi dai propri peccati. Tra i fiumi sacri più conosciuti primeggiano il Gange e lo Yamuna. Il primo è la vera anima dell’India; attraversa la città di Varanasi e nelle sue acque si immergono milioni di fedeli provenienti da tutto il paese, qui si celebrano anche le cremazioni e i funerali. Lo Yamuna, oltre ad essere il fiume più fotografato dell’India per le albe e i tramonti che si riflettono nelle sue acque, vanta anche il triste primato di essere il fiume più inquinato al mondo.
Un altro fiume sacro meno conosciuto ma non meno importante è il Narmada che attraversa gli stati federali di Madhya Pradesh, Maharashtra e Gujarat e segna il confine tra il sud e il nord dell’India. Nello Stato di Madhya Pradesh il fiume bagna Maheshwar, una cittadina di circa 20mila abitanti nel distretto di Khargone. La città si disloca in due zone: quella nuova e moderna ben servita da negozi, alberghi e ristoranti e la parte antica che si affaccia sui ghat del Narmada, ed è proprio sulle scalinate (i ghat, appunto) che ruota la vita della città.
Qui si possono apprezzare splendidi esempi di architettura Maratha come il tempio di Shiva all’interno del Fort Queen fatto costruire dalla regina Ahilyabai durante il suo governo. Tra le decine di templi sacri che testimoniano l’importanza storica e artistica di Maheshwar sono degni di nota il Rajarajeshwari e il Badrinath che ospitano il festival indù Vijayadashami durante il quale si celebra la vittoria del dio Rama contro il malvagio Ravana.
In occasione di questo evento la città ospita migliaia di fedeli che arrivano da ogni parte della regione. La cultura induista è infatti fortemente permeata di spiritualità e i pellegrini si uniscono ai locali per ornare le arcate dei templi con ghirlande e i pavimenti degli stessi con rotondi mosaici fatti di petali di fiori colorati, addobbi molto belli da vedere, appetito di mucche e capre permettendo, dato che pare apprezzino tale tipo di spuntino… Dopo la cerimonia religiosa la festa prosegue fino a tarda sera con musica e danze alle quali i devoti fedeli assistono e partecipano con trasporto.
Maheshwar meriterebbe più fama rispetto alla celeberrima Varanasi, ma è piuttosto sconosciuta e lontana dalle abituali mete turistiche anche se qui si respira e si vive una spiritualità non contaminata da aspettative o pretese di occidentali, come può capitare di incontrare a Varanasi. I ghat di Maheshwar non sono solo una meta di pellegrinaggi e di celebrazioni religiose induiste ma costituiscono il fulcro della vita sociale dei suoi abitanti. Nelle acque del Narmada non ci si immerge infatti solo per purificarsi dai peccati, non è solo un luogo (tra l’altro molto sentito) di preghiera e meditazione ma è una specie di agorà dove gli abitanti condividono gran parte della quotidianità.
Nei ghat di Maheshwar le persone si incontrano dunque anche per lavarsi, lavare stoviglie e panni nel fiume, per conversare e consumare i pasti in compagnia, specialmente thali (piatto simbolo dell’India) con del buon tè chai. Tra i comuni panni distesi ad asciugare sulle scalinate dei ghat è possibile vedere anche i sari maheshwari, famosi per la loro colorazione e la speciale tessitura.
Le acque del fiume Narmada, oltre a bagnare la città sacra di Maheshwar, rendono fertili le valli che attraversa, infatti Narmada significa fiume d’oro. Purtroppo, però, da più di vent’anni, i contadini che abitano e coltivano queste valli stanno cercando di porre opposizione contro l’esproprio delle loro terre e delle loro abitazioni, come imposto dal governo centrale di Dehli per dar spazio alla costruzione di decine di dighe. Tali dighe, oltre a privare i contadini (un milione finora) della casa e del lavoro, costituiscono un grave danno ambientale per la fauna e la flora delle valli, nonché per i pesci che vivono nelle acque del fiume e che sono una importante fonte di sostentamento per la popolazione delle valli del Narmada. Come se non bastasse, oltre alle dighe verrà fatto spazio alla realizzazione di fabbriche di multinazionali che non solo contribuiranno ad aumentare l’inquinamento ma priveranno i quattro quinti della popolazione delle valli dell’acqua potabile.

con mosaici e ghirlande fatte di petali
di fiori (Stefano Ember)

con mosaici e ghirlande fatte di petali
di fiori (Stefano Ember)
La spiritualità senza tempo di Maheshwar
Reportage - Nella piccola cittadina indiana attraversata dal fiume sacro Narmada si vive una sincera spiritualità non compromessa da luoghi comuni
/ 23.03.2020
di Teresa Frongia
di Teresa Frongia