La Slovenia è stata il primo Stato della ex Jugoslavia ad acquistare l’indipendenza nel 1991 e a divenire un membro stabile dell’Unione Europea nel 2004. Già durante il periodo dell’Impero Austro-Ungarico (di cui faceva parte) i vini sloveni erano molto apprezzati: in quel periodo gli ettari vitati erano più di 50mila, oggi ne sono rimasti circa 25mila.
I dolci pendii delle sue colline offrono alcune zone perfette per la viticoltura. Il Paese confina con l’Austria e l’Italia da un lato e con l’Ungheria e la Croazia dall’altro, costituendo un luogo di transizione da est a ovest.
Furono certamente le popolazioni celtiche a produrre il primo vino. I romani più tardi ne scoprirono presto il gusto vivace e fresco, molto diverso da quello più pesante del vino che si beveva a Roma. Durante il periodo delle Crociate, gli eserciti che sostavano nelle campagne intorno a Ormož, dopo aver assaggiato il vino locale, lo ribattezzarono con il nome di Jeruzalem. Ancora oggi i vini di Jeruzalem Ormož godono di un posto in primo piano.
Un’altra prova di come i vini sloveni fossero già rinomati in tempo medioevale è dato dal vino Sipon. Dice la leggenda che questo nome fu dato da cavalieri crociati francesi, che dopo averlo apprezzato, lo definirono «Si bon» dando così origine al nome. Anche la Chiesa incoraggiò la produzione del vino, che godette di un periodo aureo ai tempi dell’impero Austro-Ungarico, come già abbiamo accennato. Tutta questa euforia ebbe termine con la piaga della filossera.
Oggi la produzione slovena mostra diverse sfaccettature, si va dalle produzioni di vini muffati prodotti con vendemmie tardive, a vini prodotti con metodi ancestrali, come quelli fatti maturare in anfore interrate. Il consumo pro capite è di circa 27 l di vino annuo.
La protezione delle Alpi rende il clima piuttosto mite, soprattutto vicino alla costa. Il territorio è in genere collinare, garantisce sui pendii scoscesi un’insolazione perfetta, ma la coltivazione della vite è molto faticosa. La prevalenza dei terreni è di origine calcarea e argillosa, con particolari rocce dolomitiche-calcaree nella zona del Carso, mentre nella zona litoranea troviamo terreni ricchi di argilla rossa. Nelle zone più interne troviamo invece terreni rocciosi, ricchi di minerali che rendono i vini intensamente profumati.
La piccola Slovenia ha non meno di quattordici diverse aree vinicole, raggruppate in tre aree principali: Primorje, Podravje e Posavje.
Anche se la regione Primorje (presso il mare) è un po’ lontana dalla costa, la vicinanza del mare influisce sul clima locale: questa zona litoranea è un po’ il prolungamento del Collio friulano. Le sottozone di questo territorio sono Brda con vini prodotti da uve Refosk, Merlot e Cabernet Sauvignon; qui abbiamo trovato un ottimo spumante prodotto con la Rebula e messo in commercio con i lieviti ancora in bottiglia, quindi senza dégorgement (Sboccatura).
A Vipava, con i vitigni Rebula (Ribolla Gialla), Sauvignon, Laski Riesling (Welschriesling), Malvasia e i due autoctoni Zelen e Pinela si producono moderni e profumati bianchi.
Troviamo pure rossi di ottima qualità prodotti con uve Merlot, Barbera e il locale Biljenski Grici. A Karst troviamo un ottimo Refosk (Refosco) lo stesso vitigno produce il 70 per cento dei vini rossi a Koper (Capodistria), mentre i vini bianchi della zona mancano un po’ dell’acidità e sono piuttosto sciropposi.
A Podravje (sulla Drava) all’estremo nord-est del Paese, si producono vini bianchi eleganti, fini e aromatici, la regione è rinomata anche per i suoi deliziosi vini dolci Pozna, Trgatev e Izbor, prodotti con vendemmie tardive con Riesling Renano, Traminer, Sauvignon Blanc e il Moscato Ottonel, che sta scomparendo in favore del Moscato Bianco. Secondo gli sloveni a Maribor troviamo i vitigni più antichi al mondo. Ogni anno si producono ancora circa 50 litri di vino da uve Kölner Blauer o Zametna Crnina (velluto nero) da ceppi di vite vecchi di 450 anni. Questo vino, imbottigliato in flaconi mignon, viene venduto ai collezionisti con un certificato d’autenticità.
Ad Haloze, ai confini con la Croazia, si producono esclusivamente vini bianchi, ai quali il suolo gessoso conferisce grande eleganza. I vini provenienti dalla zona di Ljutomer Ormoske Gorice sono, a nostro giudizio, fra i migliori bianchi europei: il bouquet di questi vini è complesso, fiori bianchi e addirittura si percepiscono i profumi dello Slivovitz, il distillato nazionale. I vitigni: Laski Riesling, Sipon (Furmint), Ruladec, Chardonnay e un fantastico Sauvignon Blanc.
La Posavje si trova sulla Sava, e diversi sono i fiumi che garantiscono l’apporto idrico a questa zona. Posavje, a sud di Podravje e vicino al confine croato, è la regione vinicola più piccola, ma anche la più variata in fatto di vitigni, e risente di una forte influenza francese. A Bela Krajina vengono prodotte molte tipologie di vino: si va dai bianchi freschi e leggeri a quelli più strutturati; particolari sono i vini dolci ottenuti da vendemmie tardive, prodotti con le uve locali che sono: Izbor, Jagodni Izbor e il Suhi Jagodni Izbor. Famoso ed eccellente, assolutamente da provare sia in versione secca sia come ice wine è infine il Ledeno, prodotto con le uve Laski Riesling.
Qui troviamo anche uve a bacca nera di origine bordolese, dal cui assemblaggio si producono, a parer nostro, i migliori rossi della Slovenia.