La rivincita delle bruttine

Mondoverde - Quelle piante ritenute fuori moda, sono anche quelle più utili per purificare l’aria di ambienti casalinghi e uffici
/ 03.02.2020
di Anita Negretti

Alla domanda se esistono piante brutte, solitamente rispondo che esistono piante mal valorizzate. A parte quelle che per gusto personale non piacciono proprio, altre passano in seconda fila nel grado di apprezzamento poiché sono poco appariscenti.

Ne sono un esempio le Sanseverie, piante d’appartamento con foglie strette e allungate, con bordi crema, ideali per la mezz’ombra. Io le ho sempre considerate antiquate e demodé, molto anni Ottanta, ma se accompagnate da un vaso squadrato, moderno, dalle forme pulite, eccole svecchiate di quarant’anni e assolutamente spendibili in uffici o appartamenti.

E cosa dire dell’Aucuba japonica che spesso, a dispetto delle sue esigenze (ombra o mezz’ombra), la vedo abbandonata in giardini assolati, con l’unico risultato di avere piante abbruttite dall’incuria? Provate invece a coltivarle in mastelli di metallo all’ombra o in larghi vasi bianchi, in grado di illuminare le zone con poco sole, specie con la varietà «Maculata» che ha foglie verdi con macchie giallo crema e bacche rosse durature per tutto l’inverno.

Oltre alle belle foglie coriacee e al portamento compatto, Aucuba japonica ha un’elevata rusticità e un’elevata tolleranza dello smog. In piena terra circondatele con un basso prato di Convallaria japonica (Ophiopogon) o con la varietà nera (Ophiopogon «Nigrescens»).

Ritornando alle essenze d’appartamento, vi è l’intramontabile Philodendron, onnipresente negli uffici che mi capitava di frequentare durante l’infanzia, diventati dopo varie decadi degli highlander vegetali. Anni fa assistetti al risultato di uno strano esperimento di qualche impiegata dai gusti discutibili: i rami ormai esausti e indeboliti di un Philodendron si erano allungati a dismisura per il piccolo vaso che li conteneva e venivano utilizzati come tendine verdi per dividere le scrivanie di un vetusto ufficio con mobili in formica e moquette. In realtà il Philodendron, con le sue grandi foglie cuoriforme elegantemente traforate, lo si può coltivare in vasi dai colori brillanti, per esaltare il verde intenso delle foglie.

Personalmente ho in casa due illustri portabandiera di questo gruppo di piante bruttine ma indistruttibili: un clorofito (Chlorophytum comosum) ereditato qualche mese fa da un’anziana signora, e un pothos (Epipremnum aureum) recuperato da un’amica durante uno dei suoi traslochi, che vive placido e tranquillo sopra a un mobile. L’unica cura che richiede quest’ultima pianta è un bicchiere d’acqua alla settimana e il taglio regolare delle sue fronde poiché non amo liane troppo invadenti. Pianta altrettanto facilissima da mantenere, il clorofito ha un’ottima vigoria, tollera l’ombra, purifica l’aria e non si lamenta mai. Per il mio è bastato toglierlo da un vecchio vaso di terracotta quasi di epoca romana (!), trasferirlo in un modernissimo vaso quadrato di alluminio imbrunito, per essere accolta come una nuova e bella pianta in casa mia.

La vera rivincita di queste piante modeste? Provate a fare una ricerca su google riguardante le piante migliori per purificare l’aria: tra le prime dieci troverete senz’altro quelle che per anni sono state considerate fuori moda.