Il Libournais è la regione della Gironda situata sulla riva destra della Dordogna, a est di Bordeaux, e si estende fino ai confini dell’Aquitania.
Due sono le principali appellation di prestigio: Saint-Émilion e Pomerol, ma sarebbe un errore trascurare i «terroir» di Fronsac, Canon Fronsac, Côtes Francs e le Côtes-de-Castillon.
Qui siamo lontani dai grandi Châteaux del Médoc, le proprietà sono molto più ridotte, inoltre i vini di questa zona sono stati confinati per lungo tempo solo al consumo locale. Solo agli inizi del ’900 gli appassionati di tutto il mondo hanno avuto modo di conoscere i vini prodotti da un vitigno a bacca rossa, il Merlot!
In effetti grazie a suoli molto diversi, composti prevalentemente d’argilla mischiata a sabbia, ciottoli e calcare, il Merlot impera, avendo trovato l’habitat ideale. Insieme al Cabernet Franc, qui si producono dei vini che uniscono qualità, morbidezza e forza, con aromi fini e sottili, adatti all’invecchiamento.
Oggi la complessità di questi magnifici crus come Cheval-Blanc, Ausone, Belair, Petrus, Angelus, Vieux Certan, tanto per citare i più noti, sono universalmente riconosciuti e ci stupisce il fatto che i mediatori bordolesi incaricati di stilare la famosa classifica di crus del 1855 non abbiano incluso questi nomi. Gelosia? Soldi?
È bello perdersi nelle stradine che intersecano questa regione, da una cima all’altra si scoprono affascinanti piccoli borghi, boschi, ruscelli, vigneti e l’impetuosa e limacciosa Dordogna.
Qui è più facile rispetto al Médoc trovare un buon ristorantino per gustarsi un’ottima Lamproie à la bordelaise, con il buon rosso in cui è stata cucinata, un Côtes-de-Castillon di 5 anni.
Il territorio di Saint-Émilion (classificato dall’Unesco), è spesso considerato come «la Borgogna» del bordolese, e deve tale contraddizione non solo alle ridotte dimensioni delle proprietà, ma soprattutto alla gentilezza dei suoi abitanti, sempre propensi a stappare una bottiglia in compagnia, a differenza del Médoc.
Qui la viticoltura era già praticata prima del III secolo dopo Cristo, non lontano dalla città il poeta latino Ausonio (300 d.C. ca.), coltivava la propria vigna e fu il primo a scrivere di viticoltura della regione.
Il nome della città deriva dal monaco bretone Émilion, che si installò in una delle grotte dove oggi sorge la chiesa simbolo di Saint-Émilion, costruita con i blocchi di calcare usati anche per le case del villaggio. Città piena di storia, St.-Émilion nel XII secolo, fu elevata al rango di «villa» e autorizzata ad eleggere il proprio Consiglio Comunale sotto il nome di «Jurade» da Giovanni senza Terra, fratello del più famoso Riccardo Cuor di Leone e figlio di Enrico II il Plantageneto e di Eleonora d’Aquitania.
I vini della regione si distinguono per il loro terroir e per la percentuale molto contrastata dei tre principali vitigni usati per l’assemblaggio, vale a dire: Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Alcuni assemblano in proporzioni equilibrate Merlot e Cabernet, altri propongono vini dove predomina il Merlot, come nel Pomerol, mentre a Cheval-Blanc, la parte del Cabernet Franc è del 60% ed alcuni usano una percentuale dal 20-25% di Cabernet Sauvignon, inusuale per queste zone.
L’appellation Pomerol confina con la città di Libourne (non perdete, se ne avete occasione, il mercato dei fiori che si tiene alla domenica mattina), era per lo più sconosciuta sino agli anni 50, è diventata ora una delle appellation più prestigiose francesi e non solo.
Il suo terroir ricco d’argilla con scorie ferrose, dona al vitigno Merlot il massimo della sua espressione, qui troviamo, anche se a volte difficili da scovare, vigneti come Petrus, Le Pin, la Conseillante, Vieux Certan, Lafleur, tanto per citare i più conosciuti. Il cercare questi produttori ci porta in un paesaggio quasi piatto, pochi boschi ma un oceano di vigne, Qui il vigneto è talmente fitto che quasi non ci sono villaggi ma solo case sparse e ci si riesce a raccapezzare solo seguendo con lo sguardo i campanili delle chiese. È difficile anche trovare qualche buon luogo dove pranzare e ancor più un’enoteca dove acquistare qualche bottiglia.
Il vigneto del Pomerol fu creato nel XII sec. dall’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, che coltivavano la vite per la Chiesa e per i pellegrini diretti a Compostela. I vini del Pomerol non sono mai stati classificati, ma come abbiamo accennato sopra, includono crus eccezionali (vedi Petrus). Le varietà dei terreni (ricco di ossido di ferro) donano vini diversi, troviamo infatti sia note fresche, inebrianti e della liquirizia in alcuni, o complessi, dai tannini vellutati, robusti in altri, in generale hanno tutti comunque una buona materia colorante e ricchezza in profumi ed aromi.
La regione di Fronsac e di Canon-Fronsac è ad ovest di Libourne, la città di Fronsac si trova tra due fiumi, la Dordogna e l’Isle, i vitigni sono sempre gli stessi, ma a volte si trova anche del Malbec e i vini prodotti sono di corpo, dagli aromi intensi ed opulenti, con sentori speziati e di tartufo, vini che già erano molto apprezzati alla corte di Luigi XIV. Il vino prodotto può già essere consumato 2 anni dopo la vendemmia, ma esprimono il loro carattere migliore dopo 8-10 anni. Siccome poi il rapporto qualità-prezzo di questi vini è molto interessante, se avete occasione mettete in cantina alcune di queste bottiglie: Ch. Fontenil, Ch. La Fleur-Cailleau, Ch. La Rivière, per citarne qualcuna.
Un po’ più a sud, su terreni accidentati, troviamo Castillon-la-Bataille, borgo noto per essere stato teatro della vittoria francese sull’occupante inglese, che pose fine alla triste guerra dei 100 anni (1458). Il borgo conta circa 2800 ettari vitati: i vini prodotti necessitano almeno 3 anni d’invecchiamento per ammorbidirsi, anche qui troviamo ottimi prezzi d’acquisto.