Il Lussemburgo, paradiso degli spumanti

Bacco giramondo - Non solo patria di viticoltori che coltivano vitigni di alta qualità, ma anche terra di bevitori
/ 04.12.2017
di Davide Comoli

Da Wasserbillig (che si trova a nord) sino a Schengen (a sud), il vigneto lussemburghese si distende lungo il corso della Mosella su una superficie di circa 1300 ettari. Il Lussemburgo è forse il più piccolo tra i paesi produttori di vino, qui si producono per il 98 per cento vini bianchi secchi, aromatici e spumanti, mentre il 2 per cento di vini rossi sono prodotti esclusivamente dal Pinot Nero.

Malgrado una superficie vitata così limitata, il Lussemburgo ha una lunga storia vinicola: ricerche archeologiche fatte lungo il corso della Mosella hanno, infatti, permesso di portare alla luce diverse necropoli risalenti al V sec. a.C. con vasellame vario decorato con grappoli d’uva e foglie di vite.

Le rive della Mosella lussemburghese sono alle volte ripide e spettacolari, orientate per la maggior parte verso sud-sud-est. Vale la pena fare una mini crociera sul fiume per meglio capire l’energia e la fatica che i viticoltori debbono impiegare per coltivare le loro parcelle, che tra l’altro sono diminuite, perdendo circa 100 ettari vitati nell’ultimo decennio; oggi se ne contano 637.

Sopravvissuti alla Rivoluzione francese, allo sradicamento voluto da Napoleone Bonaparte e non da ultimo alla distruzione per opera dei tedeschi durante la guerra del 1870, che approfittarono della circostanza per levarsi di torno la diretta concorrenza della regione dei vini del Reno, i vigneti del Lussemburgo continuano a lottare.

Ci troviamo al 51° di latitudine nord, dove le condizioni climatiche sono particolarmente avverse. Su questa mini-regione lunga 42 km e con un’altitudine che varia dai 300 ai 400 m slm, cadono in media 725 mm di pioggia all’anno. Tuttavia, per quanto concerne il suolo, si può constatare una netta differenza tra la zona di Grevenmacher al nord e quella di Remich a sud.

A nord, là dove la vallata si restringe, i suoli sono calcarei e ricchi di conchiglie fossili. I vini prodotti in questa regione sono molto fini e dopo qualche anno d’invecchiamento diventano dei vini aristocratici. Nella parte meridionale, invece, a partire dal comune di Stadtbredimus, il suolo è principalmente composto da marne argillose; la vallata si allarga e produce vini armoniosi, ma di qualità un po’ inferiore.

Negli ultimi 25 anni la produzione vinicola lussemburghese ha conosciuto dei progressi giganteschi; non solo sul piano della quantità, ma anche su quello qualitativo.

Il Lussemburgo è il regno incontrastato del vitigno Rivaner (incrocio tra il Riesling e lo Chasselas) creato alla fine del XIX sec.: si tratta né più né meno che del famoso Müller-Thurgau, creato dal ricercatore svizzero, il Dr. Müller del canton Turgovia.

All’inizio degli anni Ottanta, questo vitigno copriva la metà dei vigneti lussemburghesi, oggi rappresenta solo il 30 per cento della produzione; è un vitigno molto produttivo e dona dei vini fruttati, discreti e piuttosto semplici da bere.

Anche l’Elbling, antico vitigno autoctono, sta lentamente perdendo posizioni causa la sua eccessiva acidità in certe annate; questo vitigno in condizioni climatiche ottimali, produce un vino leggero, fresco e un po’ pétillant, che serve come base per la produzione di vini spumanti.

Negli ultimi anni i viticoltori lussemburghesi, si sono via via indirizzati su vitigni di qualità superiore. Il Riesling che matura in modo tardivo sulle coste della Mosella, produce vini secchi e leggeri, che sono sinonimo d’eleganza e mineralità, sviluppando un bouquet di profumi molto intensi. Nonostante le sue indubbie qualità, ultimamente però il Riesling è stato detronizzato dai Pinot Grigi, ma soprattutto dall’Auxerrois. Il successo di quest’ultimo parrebbe sorprendente (in Alsazia questo vitigno non gode di buona reputazione), ma lungo le sponde della Mosella lussemburghese, l’Auxerrois acquista carattere, morbidezza, struttura e sovente aromi agrumati e a pieno titolo può essere considerato una specialità della regione.

Anche il Pinot Grigio però ha i suoi meriti. Il vino prodotto con questo vitigno ha un’acidità piuttosto flebile, aromi intensi e una generosità che gli permette una certa opulenza, soprattutto nelle annate con molto sole.

Negli ultimi anni anche il Pinot Bianco ha aumentato di molto la superficie d’allevamento.

Come rari outsider del vigneto lussemburghese troviamo il Gewürtztraminer e lo Chardonnay tra i bianchi, e quasi il 7 per cento della superficie vitata viene riservato all’unico vitigno rosso: il Pinot Nero.

In Lussemburgo la produzione degli spumanti gode di una lunga tradizione. Oltre ai vini spumanti prodotti con il metodo Charmat o con la rifermentazione in bottiglia, il Paese possiede dal 1991 (ma si produceva dal 1920) la sola appellation Crémant esistente al di fuori della Francia, il Crémant de Luxembourg. Secondo le disposizioni specifiche, questo vino spumante deve essere prodotto esclusivamente con uve coltivate nel Paese, quelle che abbiamo citato sopra, e inoltre il vino deve restare almeno nove mesi sulle proprie fecce prima del dégorgement (travaso).

Che si tratti di vini tranquilli o spumanti, ogni abitante del Lussemburgo consuma 55,8 litri di vino all’anno, forse è il record mondiale!