Genere composto da una cinquantina di specie suddivise tra arbusti e piccoli alberelli, sempreverdi o caduchi, gli Elaeagnus risultano essere interessanti sia per la bellezza del loro fogliame, sia per la produzione di piccoli fiori molto profumati che normalmente si schiudono verso l’autunno.
Originari delle regioni asiatiche, da noi crescono in tutti i tipi di terreno resistendo bene ai venti, al secco e al gelo.
Gli eleagni si possono utilizzare in piena terra come esemplari singoli o in gruppo ad esempio all’interno di bordure miste, siepi sagomate o libere, oppure possono esser coltivati all’interno di vasi da tenere su balconi e terrazzi. In quest’ultimo caso riusciranno anche a essere utili visto che grazie alla compattezza della loro chioma fungono da barriera contro i rumori e hanno un’ottima resistenza all’inquinamento da polveri sottili.
Trapiantati alla fine dell’inverno o successivamente nel periodo autunnale, richiedono posizioni soleggiate e terreni ben drenati. Al momento dello scavo della buca, che dovrà essere larga per ospitare agevolmente il pane di terra e le radici, è opportuno creare un fondo con materiale drenante e uno strato di sostanza organica, tipo letame maturo, per garantire un buon attecchimento della pianta.
Tra tutte le specie in commercio vi consiglio Elaeagnus x ebbingei, una cultivar ottenuta dall’incrocio tra E. pungens ed E. macrophylla, creata all’inizio del 900 in un vivaio olandese. Di rapida crescita, raggiunge i tre metri d’altezza e ha foglie sempreverdi, di un bel verde intenso lucido sulla pagina superiore, mentre quella inferiore è color argento con riflessi metallizzati. Produce piccoli fiori bianchi, delicatamente profumati, nei mesi di ottobre e novembre.
Un suo ibrido, Elaeagnus x ebbingei «Limelight», ha foglie color verde grigiastro con una macchia centrale giallo chiaro che illumina le aiuole. Molto simile a questo ibrido, ma dallo sviluppo maggiore (tanto che arriva a superare i cinque metri), troviamo Elaeagnus pungens «Maculata», una varietà originaria del Giappone che si caratterizza per via del portamento fitto e ramificato, con robuste spine. Le foglie sempreverdi presentano la pagina superiore di un brillante verde lucido con centro giallo dorato, mentre quella inferiore è argentata e le foglie accompagnano i fiori che si schiudono a ottobre, di color bianco puro e molto profumati. Seguono i frutti, delle drupe di color marroncino che diventano rosse in primavera e sono molto apprezzate dagli uccelli selvatici.
Più insolito da ricercare nei vivai è Elaeagnus umbrellata, chiamato anche Goumi del Giappone. Anch’esso molto resistente alle intemperie, ha una crescita vigorosa che arriva fino ai quattro metri, una chioma disordinata, foglie verdi puntinate di bianco, spine lunghe 2-3 cm e fiori bianchi primaverili che daranno seguito a numerosissimi frutticini color rosso corallo puntinati di bianco. Commestibili e saporiti questi frutti risultano essere molto preziosi per l’alimentazione umana poiché ricchi di sali minerali, vitamine e antiossidanti.
Infine, per chi predilige una pianta che si spoglia in autunno, suggerisco Elaeagnus angustifolia, un piccolo alberello alto circa 7 metri e chiamato anche olivello od olivello di Boemia per via della sua somiglianza con le foglie dell’ulivo. Ha rami spinosi con chioma tondeggiante, fiori gialli-bianchi dal sentore di vaniglia e produce drupe giallo-arancio di cui vanno ghiotti gli animali del bosco.