Alla Haute école des sciences agronomiques, forestières et alimentaires (Hafl) di Berna hanno recentemente pubblicato un curioso e piacevolissimo libro che si chiama Funghi, una dolce tentazione, Werd Verlag, pubblicato anche in italiano. Parla di funghi ma di funghi nella pasticceria!
Conoscevo alcuni pasticceri che parzialmente li usavano: ma questo è un progetto ben più organico, nato all’interno di un progetto sui funghi selvatici e propone quaranta ricette di dolci, messe a punto dagli studenti di scienze alimentari della SUP bernese, frequentata anche da allievi ticinesi.
Io nutro una passione sfrenata per i funghi, anche se non li avevo mai usati per creare dolci: ora proverò queste ricette. E comunque bravi a loro che sono riusciti, sono convinto, a quadrare un cerchio, ovvero fare un libro al contempo moderno e classico: semi impossibile.
A questo punto non ci resta che parlare di funghi. Sono un organismo vegetale privo di clorofilla, parassita o saprofita, di forme e dimensioni molto varie. In genere è formato da un gambo sormontato da un cappello, che può essere di consistenza molle o spugnosa, e da una parte sotterranea (piede).
I funghi sono proverbialmente numerosi, ma non tutti commestibili. Bisogna perciò fare particolare attenzione a quelli che si colgono direttamente e, prima del consumo, è bene farli verificare da un ente competente; il problema non sussiste invece con il prodotto che si trova in commercio. Quanto alla stagionalità, sono prevalentemente autunnali, ma ne esistono molti anche primaverili o estivi. Ovviamente se ne trovano sia di freschi sia di secchi (in cucina sarebbe meglio utilizzare quelli freschi, ma non cambia molto).
I due più celebri sono gli onnipresenti champignon e i porcini. Una nota: d’accordo, i porcini li amiamo tutti. Ma anche gli altri sono più che gustosi. E poi ricordate che in qualunque ricetta dove compare un certo fungo, potete sostituirlo con qualsiasi altro: cambia il gusto ma non di tanto.
In cucina, i funghi sono un alleato formidabile: gustosi, versatili e sempre molto apprezzati, possono arricchire salse, frittate, zuppe, insalate, pizze, carni, pesci, vol-au-vent e antipasti in genere, primi piatti e… dolci.
Il consumo a crudo è concesso soltanto per esemplari giovani di poche specie (porcini, prataioli, vesce, ovoli). Per lo più, i funghi vengono trifolati o fritti, a volte anche cucinati in umido con salsa di pomodoro. Nel primo caso vanno messi in una padella – non d’alluminio altrimenti anneriscono – e cotti inizialmente a fiamma alta, in modo che espellano gran parte dell’acqua di vegetazione; poi si prosegue la cottura a fiamma bassa, unendo eventualmente degli aromi, classici aglio e prezzemolo. Se invece devono accompagnare uno stufato, o uno spezzatino, vanno aggiunti quando mancano 15-20’ a fine cottura. Spesso vengono serviti con salse varie. Dopo la cottura, gli eventuali avanzi si conservano in frigorifero soltanto per pochi giorni.
Qui ho parlato dei funghi europei. Ma anche la cucina cinese fa largo uso di funghi. Tra i più importanti, i mu-er (simili a orecchiette e spugnole) e i tong-ku, presenti anche in Giappone col nome di shiitake. Questi ultimi sono celeberrimi, anzi di più: sono oramai il secondo fungo più coltivato al mondo, dopo gli champignon. Hanno un gusto affumicato e sapore un po’ legnoso, accentuato dall’essiccazione. Consumati raramente freschi, accompagnano sempre piatti salati.