Sbarcati all’aeroporto di Amsterdam-Schipol comperiamo una tessera OV-Chipskaart che ci consente di viaggiare sui mezzi pubblici olandesi e in meno di un’ora di Intercity, passando da Leiden e L’Aia (Den Haag, in olandese), approdiamo alla stazione di Delft, una nuova struttura dall’architettura avveniristica. Fondata nell’XI secolo sulle sponde del canale artificiale che le ha dato il nome, oggi la città di Delft supera i centomila residenti a cui vanno aggiunti i 25mila studenti della prestigiosa Università TU Delft, specializzata in discipline tecnico-scientifiche. Durante la nostra giornata in questa bella cittadina, dove il fascino dei canali e dei ponti rimane intatto e accresce in presenza di antichità come mulini, chiese e abitazioni centenarie, tocchiamo i principali punti d’interesse.
Dalla stazione seguiamo i cartelli indicatori e in venti minuti di cammino raggiungiamo la Royal Delft, la fabbrica delle famose porcellane blu esportate in tutto il mondo, operativa dal lontano 1653 e oggi l’unica superstite della tante un tempo attive a Delft.
La visita mattutina di due ore comincia con un breve filmato storico sulla fabbricazione delle ceramiche in città; prosegue poi in una sala attigua con un video esplicativo sulla filiera produttiva della Royal Delft. Subito dopo si entra nel vivo della materia con i maestri decoratori che mostrano sotto il nostro sguardo meravigliato come si dipingono a mano le ceramiche uscite da una prima cottura: dopo lo spolvero, il pennello accarezza la superficie bianca e porosa che assorbe l’unico colore usato, l’ossido di cobalto nero con il quale si ottengono belle sfumature aggiungendo acqua alla tinta base.
Dal presente al passato, perché l’itinerario prosegue con la visita al museo dove si possono ammirare antiche opere d’arte di porcellana e alcuni lavori di edilizia in maiolica (stufe, camini…). Si ritorna quindi dal vivo perché attraversiamo con prudenza i reparti manifatturieri dove gli artigiani sono all’opera: preparazione dell’argilla liquida, riempimento degli stampi in gesso, rilascio dell’oggetto per l’asciugatura, prima cottura a 1160°C, rifinitura a mano prima di passare ai maestri del pennello. L’oggetto decorato viene quindi spruzzato di smalto ed è pronto per la seconda cottura a 1200°C durante la quale avviene la trasformazione «miracolosa», il cobalto nero assume il caratteristico colore blu brillante, detto Delft Blue. Dalla fabbrica raggiungiamo a piedi il Markt, una grandissima piazza rettangolare il cui lato maggiore misura 120 metri, dove si tiene ancora il mercato delle stoffe. Come in tutte le piazze medievali contornate da botteghe e commerci, anche qui si affacciano, uno di fronte all’altro, i due poteri: quello civile temporale con il Municipio in stile rinascimentale olandese e quello religioso spirituale con la chiesa madre, la Nieuwe Kerk.
Delft è conosciuta anche per aver dato i natali a Jan Vermeer (1632-1675), pittore di straordinario fascino le cui pochissime opere dai colori vivaci sono sparpagliate nel mondo. Il Vermeer Centrum si trova in una via parallela al Markt e, per quanto possa risultare strano, nel museo non c’è nemmeno un’opera originale di Vermeer. Riprodotti in scala reale ci sono però tutti i suoi 37 capolavori; il bel percorso visuale e didattico dura almeno un’ora e contempla anche la vita dell’artista, la sua tecnica pittorica, l’atelier e l’antica piantina con i quartieri di Delft dove è vissuto fino alla morte prematura.
Il capitolo sugli edifici religiosi necessita di una premessa per evitare delusioni artistiche. Con l’avvento del protestantesimo calvinista nel XVI secolo, nei Paesi Bassi infuriò l’iconoclastia, ossia la distruzione sistematica di suppellettili, chiese, cappelle e monasteri cattolici, comprese le opere d’arte raffiguranti Madonne e Santi. Rimasero in piedi solo alcune mura spoglie come luogo del nuovo culto, così oggi tali chiese si presentano piuttosto disadorne.
Dopo aver visitato l’Oude Kerk (la Chiesa Vecchia, del 1246) dal campanile pendente e dalle nuove e belle vetrate, ci spostiamo ancora sulla magnifica Piazza Markt dove si erge la Nieuwe Kerk (la Chiesa Nuova) davanti alla quale staziona la statua dell’umanista Ugo Grozio. Sorto in seguito a una visione della Madonna nel 1361, l’edificio è iniziato nel 1393 e ha subito diversi ampliamenti, un incendio (1536), l’iconoclastia e un’esplosione del 1654 che mise in ginocchio l’intera città.
Questo edificio tardo gotico è conosciuto in tutta Olanda perché ospita le spoglie mortali degli attuali regnanti appartenenti al casato Orange-Nassau. La cripta reale, chiusa al pubblico, si trova sotto il mausoleo del capostipite e «Padre della Patria» Guglielmo I d’Orange che fu assassinato a Delft nel 1584; un percorso apposito attorno alla tomba ci ricorda la storia dei reggenti d’Olanda.
Oltre all’imponente organo, in chiesa si possono ammirare le 17 vetrate dipinte a fuoco nel XX secolo con temi storici e biblici. Il campanile slanciato verso il cielo raggiunge i 108,75 metri, lo vogliamo esplorare e, senza fretta, saliamo i 376 scalini disposti a chiocciola; giunti a 85 metri usciamo sul balconcino per ammirare ad angolo giro tutta la città, i canali, la piazza sottostante, i tetti delle case che si perdono nell’orizzonte un poco grigio della giornata passata a Delft.
Dove e quando
Fabbrica Royal Delft, Rotterdamseweg 196, Delft. Orari: lu-do, 09.00-17.00. Costo: 14 € con audioguida. Info: https://www.royaldelft.com
Museo Vermeer Centrum, Voldersgracht 21. Orari: lu-do, 10.00-17.00. Info: https://www.vermeerdelft.nl/nl
Da aprile a ottobre le chiese sono aperte dalle 9.00 alle 18.00 ma chiuse la domenica.




Delft, tra ponti e canali antichi
Reportage - Un itinerario tra il blu di Vermeer e delle ceramiche e la grandiosa Piazza Markt con la chiesa degli Orange-Nassau
/ 20.04.2020
di Tommaso Stiano, testo e foto
di Tommaso Stiano, testo e foto