Dall’immobilità al cammino

Il seme nel cassetto - Gli storici Franco Cardini e Massimo Miglio hanno studiato il rapporto che lega il giardino alla cultura medievale
/ 25.06.2018
di Laura Di Corcia

Leggendo le pagine e scorrendo i meravigliosi disegni che compongono Nostalgia del paradiso. Il giardino medievale scritto dagli storici Franco Cardini e Massimo Miglio, il rapporto che lega il giardino alla cultura – uno dei punti cardine di questa rubrica, sul quale abbiamo insistito nel corso di tante recensioni – si esplicita ancora meglio. In effetti il giardino, come spiegano gli autori, riflette non solo la complessa vicenda storica del nostro Medioevo europeo, ma anche il rapporto tra messaggio filosofico e teologico ed esperienza botanica e naturalistica. 

Il titolo rimanda alla concezione medievale del giardino, che, mutuando il tema della primavera perenne così com’era stato posto dai classici, Omero in primis, aggiunge elementi tipici della speculazione cristiana. È il pensiero monastico a farsi protagonista di questa operazione di traduzione culturale, esplicitandolo nel famoso hortus conclusus, posto al centro del monastero e ricco di erbe medicinali. 

La visione della natura è ambivalente: da una parte essa è corrotta in seguito al peccato originale e alla conseguente caduta adamitica, dall’altra però offre all’uomo i rimedi, i frutti atti a colmare tutte le mancanze e le imperfezioni. Se si mangeranno i frutti dell’hortus, parola latina che si traduce con «paradiso», non si avrà più fame, sete, si sentirà di meno la fatica e si potranno guarire molte malattie. «L’albero della vita – recita il libro – darà a chi se ne nutre la virtù di non invecchiare, di non ammalarsi, di non morire mai: l’orto monastico annulla quindi tutte le conseguenze del primo peccato». 

Attraverso la Spagna e la Sicilia giunge in Europa la raffinata cultura musulmana, molto attenta al tema dei giardini, si pensi solo ai giardini pensili di Babilonia e alle stupefacenti bellezze descritte nel Milione di Marco Polo. Per il suo tramite il giardino si laicizza e s’addolcisce, accogliendo al suo interno i fiori e i frutti e gli alberi del Mediterraneo. In questo momento storico, dove avviene una sorta di riconciliazione con la natura anche a opera degli scritti di Francesco d’Assisi, cresce di importanza Palermo, una vera e propria città-giardino descritta in molta letteratura nei suoi caratteri di abbondanza e rigogliosità. Un paradiso terrestre, che pone le basi per il giardino cortese, luogo di incontri amorosi e poetici ma anche di discussioni letterario-filosofiche, luogo incantato al cui centro si pone la rosa, che è la Madonna del Contrasto di Cielo d’Alcamo, il primo testo – secondo taluni – della storia letteraria italiana. 

Per rimanere nell’ambito della letteratura italiana, nella Divina Commedia di Dante il tema del giardino emerge come simbolo di un percorso di perfezionamento umano e teologico, se è vero che l’uomo si perde in una selva oscura e intraprende un cammino che lo porta fino ai giardini del Purgatorio e alla visione dei santi paradisiaca, che si profila agli occhi del poeta nei termini di una rosa. «In forma dunque di candida rosa / mi si mostrava la milizia santa / che nel suo sangue Cristo fece sposa», spiega il poeta, autore di un’altra opera che può rientrare nella nostra trattazione, quel Fiore sulla cui paternità sussistono ormai ben pochi dubbi. Nel Decamerone di Boccaccio un gruppo di giovani donne e giovani uomini si rinchiude in un giardino per provare a ricostruire dopo la terribile pagina della peste. Nella cultura rinascimentale il giardino è visto come un percorso iniziatico e quasi esoterico attraverso il quale conoscere meglio se stessi. 

Dall’immobilità dell’hortus conclusus dei monasteri al giardino inteso come cammino: questo l’iter del giardino nel Medioevo, epoca che ha avuto una grande importanza nel delineare gli aspetti culturali e filosofici del tema. Un libro erudito e ricchissimo, questo di Franco Cardini e Massimo Miglio, che ci fa riflettere sul legame che esiste fra giardino e visione del mondo. Del resto, la parola stessa «cultura», deriva da «coleo», coltivare. 

Bibliografia
Franco Cardini e Massimo Miglio, Nostalgia del paradiso. Il giardino medievale. Laterza, 202 pag., 25 euro.