Nel 1542 lo spagnolo Francisco de Orellana fu il primo europeo a navigare per intero il Rio delle Amazzoni, all’epoca conosciuto come Río Grande ma ancora non documentato né cartografato. Orellana era impegnato con Francisco Pizarro nella conquista dell’Impero Inca quando intraprese un viaggio esplorativo lungo il corso del Río Napo, un fiume secondario che nasce alle falde del vulcano Cotopaxi.
Quel viaggio si trasformò in una delle più incredibili spedizioni geografiche mai compiute: Orellana e i suoi uomini si affidarono alla corrente del Río Napo ma poi, impossibilitati a tornare indietro, furono costretti ad assecondarla e così si ritrovarono a navigare per migliaia di chilometri in un universo verde di foreste e acqua. Lungo il loro viaggio alla ricerca del mitico Eldorado incontrarono piante e animali mai visti, si scontrarono con le popolazioni locali, si meravigliarono di fronte alle donne guerriere, le Amazzoni, tanto da chiamare così quel grande fiume che prendeva forma dinanzi ai loro occhi stupiti.
Il resoconto di quel lungo viaggio fu scritto dal cappellano della spedizione, Gaspar de Carvajal: Relación del nuevo descubrimiento del famoso Río Grande que descubrió por muy gran ventura el capitán Francisco de Orellana. È la narrazione di un’epopea durata otto mesi, dal dicembre 1541 all’agosto 1542, un’avventura partita dai vulcani delle Ande e conclusasi nell’oceano Atlantico, migliaia di chilometri più a est.Il viaggio di Orellana cominciò nel territorio dell’attuale Ecuador, dove oggi sorge una città dedicata proprio al «descubridor del Amazonas».
È Puerto Francisco de Orellana, da tutti chiamata El Coca per via del Río Coca, il grande affluente che il Napo riceve da nord. Nonostante El Coca sia una cittadina di quarantamila abitanti, questi sono luoghi meravigliosamente selvaggi. Soltanto nel 2012 è stato inaugurato il primo ponte per superare il Napo, il Puente Majestuoso, lungo settecento metri, l’ultimo ponte di tutto il corso d’acqua: fino alla foce del Río delle Amazzoni, quasi seimila chilometri più a valle, non c’è altro modo di attraversare il fiume se non in barca.
Il Napo si trova a poca distanza dalla sierra e dai vulcani, eppure è già un fiume enorme; per svariate centinaia di chilometri raccoglie le acque di decine di affluenti. Facilmente navigabile con piccole imbarcazioni, è un’importante via di comunicazione che collega una vasta area al confine tra l’Ecuador, la Colombia, il Perù e, poco più a est, il Brasile. Sul fiume scivolano veloci lance a motore e si spostano lentamente le piroghe degli indigeni. Si può navigare per un migliaio di chilometri attraverso spettacolari porzioni di foresta fino al centro abitato di Nuevo Rocafuerte, entrare in Perù e poi giungere alla confluenza con l’immenso rio delle Amazzoni.
Il Napo dà il nome alla grande provincia ecuatoriana di Napo e più a valle divide la provincia di Orellana da quella di Sucumbíos, che si estende fino alla Colombia; lambisce importantissime aree naturali come le riserve di Cuyabeno e di Yasuní. Quest’ultima in particolare è una delle zone a maggior biodiversità del pianeta: si stima che in un solo chilometro quadrato ci siano più specie di piante native che in Stati Uniti e Canada insieme.
Navigando il Río Napo ci si immerge in una natura esuberante e splendida. Da una parte e dall’altra del fiume, quelle che sembrano rive sono in realtà solo l’inizio di un’immensa foresta inondata, un vero e proprio universo acquatico verde.
Lungo il Napo ci sono anche riserve naturalistiche meno conosciute e ugualmente ricche, come quella di Limoncocha, estesa su 4.613 ettari. Si trova presso il villaggio omonimo, nel cantone di Shushufindi, provincia di Sucumbíos. Dalla città di El Coca sono sufficienti tre ore di barca, oppure poco più di un’ora e mezza di lancia veloce. Qui c’è una laguna (cocha, in lingua kichwa) che assume spesso un colore verde limone per via dei lechuguines, piante galleggianti che ricoprono buona parte dello specchio d’acqua. È il regno dei caimani e delle tartarughe, delle scimmie urlatrici e dei giaguari: nella riserva sono state censite 53 specie di mammiferi, 144 di uccelli, 93 di pesci e 92 di anfibi e rettili. Ma lo spettacolo arriva all’imbrunire, quando l’intera laguna si illumina di milioni di lucciole...
Oltre alla maggioranza di popolazione Kichwa, lungo il Napo vivono ancora gli indigeni Waorani, che sono usciti dalle loro terre d’origine soltanto alla fine del secolo scorso. E si conoscono casi di popolazioni che non hanno mai avuto relazioni con l’esterno: per loro scelta preferiscono rimanere isolate.
Navigando su questo fiume si vedono spuntare nel verde della vegetazione i tralicci di alcune perforazioni petrolifere, segno di una colonizzazione mai veramente finita. Ma oggi questa terra sperimenta anche modelli di ecoturismo più vantaggiosi per le comunità locali, dischiudendo le porte di un nuovo Eldorado, più lungimirante e rispettoso.