A pascolar pecore in Norvegia

Wwoofing - Reportage dalle isole scandinave Vesterålen dove non ci sono solo le aurore boreali
/ 21.10.2019
di Lisa Maddalena, testo e foto

Pensate alle Alpi. Prendete le cime più appuntite, immaginate di tagliarle e adagiarle sul mare. Ecco, il paesaggio risultante vi può dare un’idea dell’aspetto che hanno le isole Vesterålen (da pronunciare «Vesterolen»), situate nelle vicinanze delle più conosciute isole Lofoten, nella Norvegia settentrionale.

Queste isole, che si trovano a nord del circolo polare artico, erano popolate già da prima dell’epoca vichinga (circa 800-1050 d.C.). Dopo la scomparsa dei Vichinghi, la gente locale fu per molto tempo organizzata in Fiskerbonden, comunità di contadini-pescatori che, data la corta stagione estiva, coltivavano i campi per qualche mese in estate e pescavano d’inverno. A questa latitudine è infatti ancora possibile coltivare patate, fragole. Inoltre si possono raccogliere mirtilli e altre bacche. 

Abbondante nella zona è pure il camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus L.): una bacca simile a un piccolo lampone arancione la quale cresce su una piantina che ricorda quella di fragole. Anche se l’inverno è lungo, buio e con temperature piuttosto basse, in estate le piante godono del sole di mezzanotte e hanno quindi molta luce per crescere. In questa zona d’estate si fa pure il fieno, in modo da assicurare cibo per le numerose pecore anche d’inverno.

D’autunno a primavera, invece, l’attività principale è la pesca. Merluzzi, aringhe e sardine sono le specie pescate in più grandi quantità. In diversi villaggi è possibile osservare le apposite impalcature in legno (hjell) che vengono usate per l’essiccazione utile a ottenere lo stoccafisso, il quale viene poi esportato nel resto dell’Europa. 

È sull’isola di Lille Langøya (la «piccola Langøya», da non confondere con l’isola di Langøya), facente parte del comune di Øksnes, che incontro Barbara e Gunnar. Li ho contattati tramite l’organizzazione Wwoof, che permette di andare a vivere nei luoghi visitati, presso famiglie che lavorano in agricoltura biologica, in modo tale che in cambio di una mano di rinforzo nei lavori, si riceva vitto, alloggio e l’opportunità di scoprire altre realtà e culture. 

Barbara è tedesca, ma vive da quasi quarant’anni in Norvegia. Gunnar, da come si potrebbe dedurre dal nome tipicamente nordico, è un norvegese originario di Mo i Rana, una città situata circa a metà nazione. La coppia ha realizzato un loro sogno trasferendosi su questa piccola isola, in compagnia di una trentina di pecore, diventate loro, di un vicino, e di alcune persone che vengono occasionalmente a passare i weekend estivi nelle rispettive case di vacanza (hytte). 

Lille Langøya è una piccola isola lunga circa tre chilometri e larga meno di cinquecento metri, ma ha molto da offrire riguardo a fauna e flora, e regala viste stupende sulle isole circostanti. Recentemente, una coppia di biologi che ha soggiornato sull’isola ha individuato almeno trentotto specie di uccelli, tra cui gabbiani, aquile marine e pernici bianche. È inoltre possibile avvistare foche e lontre marine. Gunnar racconta che lo scorso inverno ha potuto osservare un branco di orche con i propri cuccioli proprio di fronte all’isola.

Le pecore di Gunnar e Barbara appartengono a un’antica specie norvegese, la Gammelnorsk sau. Questo tipo di pecore è adatto a stare all’aperto tutto l’anno, grazie alla loro folta pelliccia e all’abilità di cercare cibo anche sotto la neve. Una particolarità è che il loro pelo si stacca da solo ogni anno, così che il lavoro di tosatura può essere evitato. La lana viene comunque spesso raccolta, strappandola gentilmente dalla schiena dell’animale. Tra norvegesi è piuttosto comune regalarsi morbide pellicce d’agnello per rivestire panchine, divani, passeggini e altro, in modo da proteggersi facilmente dal freddo in ogni occasione.

Un progetto di Barbara e Gunnar è di ristrutturare un vecchio fienile rosso e trasformarlo in un’elegante pensione per turisti. Barbara mi racconta che, in origine, il colore rosso era usato dalle persone più povere oppure per pitturare grandi superfici (come le stalle), usando grasso di balena e sangue di pesce, manzi o altri animali. Le persone più ricche invece potevano permettersi la più costosa pittura bianca. Ancora oggi, la maggior parte dei fienili del Paese sono di colore rosso, mentre la maggior parte delle case d’abitazione sono bianche o di altri colori.

Sulle isole vicine ci sono molti piccoli villaggi. Un tempo, la popolazione era molto più numerosa, ora le abitazioni sono perlopiù usate come case di vacanza. Solo Skipnes è un paesino un pochino più vivo degli altri, vi si trova infatti un ristorante e qualche famiglia con bambini, e spesso durante il finesettimana vengono organizzate serate con musica dal vivo e altri piccoli eventi. Ogni anno vi si tiene pure una gara di kayak estrema, la Arctic Sea Kayak Race. 

Tutte le piccole località sono raggiungibili con un ferry che fa il giro delle isole al mattino e al pomeriggio, permettendo così anche ai bambini di andare a scuola. 

Un altro spettacolo che si può vedere su queste isole sono le aurore boreali. Nelle limpide, lunghe notti d’inverno, è sufficiente affacciarsi alla finestra di casa per assistere a questi fantastici fenomeni naturali. Una buona ragione per tornarci d’inverno.