Utile eccezionale per la BNS

L’indebolimento del franco sull’euro è il fattore principale di questo risultato. La congiuntura sembra garantire la distribuzione a Confederazione e Cantoni
/ 06.11.2017
di Ignazio Bonoli

La Banca Nazionale Svizzera, durante i primi nove mesi di quest’anno, ha realizzato un utile di 33,7 miliardi di franchi. Ben 32,5 miliardi sono stati realizzati nel terzo trimestre, essenzialmente grazie all’indebolimento del franco svizzero sui mercati valutari e in particolare nei confronti della divisa europea. Altri 1,5 miliardi sono stati realizzati sulle posizioni in franchi svizzeri. La Banca Nazionale rende infatti noto che le riserve in valute estere, tradotte in franchi hanno fatto segnare un incremento di 30,3 miliardi, mentre altri 2,3 miliardi di franchi sono dovuti alla rivalutazione delle riserve d’oro, il cui prezzo è aumentato di quasi 3000 franchi in un anno.

Un’analisi più particolareggiata sugli oltre 30 miliardi realizzati sulle posizioni in valuta estera mostra che 6,8 miliardi provengono dagli interessi sugli investimenti e 2,5 miliardi dai dividendi. I titoli hanno potuto beneficiare del continuo aumento delle quotazioni nelle borse, portando così l’utile trimestrale di questo comparto a 14,4 miliardi di franchi. Sui cambi delle valute si è potuto realizzare un utile di 10,5 miliardi di franchi. L’utile delle posizioni in franchi è dovuto essenzialmente agli interessi negativi sui capitali depositati presso la Banca Nazionale.

Gli economisti dell’UBS avevano previsto con qualche giorno di anticipo questa evoluzione trimestrale, valutando il miglioramento dei conti fra i 30 e i 35 miliardi di franchi. Essi si basavano da un lato sul calo costante del tasso di cambio del franco svizzero e dall’altro sul miglioramento delle quotazioni dell’oro. E questi sono stati i fattori principali dell’utile record realizzato dalla Banca Nazionale nel terzo trimestre. La tendenza si era comunque già evidenziata dall’inizio dell’anno, al punto che, nel primo semestre, si è già potuto contare su un utile di 1,21 miliardi.

Sempre secondo l’UBS, il solo deprezzamento del franco avrebbe potuto portare oltre 20 miliardi di franchi al risultato trimestrale. La moneta unica europea si era infatti rivalutata di oltre il 4 per cento nei confronti del franco svizzero nel solo mese di luglio. Questa evoluzione ha anche comportato un indebolimento del franco anche nei confronti di altre monete, in particolare il dollaro americano.

Come in precedenza, il rafforzamento del franco svizzero aveva provocato forti perdite nei bilanci della BNS, così l’indebolimento del franco provoca oggi forti utili. Il giorno della pubblicazione dei bilanci trimestrali, il franco svizzero era quotato quasi 1,16 sull’euro. Accanto alla rivalutazione dei prezzi dell’oro, questo fattore ha provocato un netto miglioramento dei mezzi propri della Banca Nazionale, che sono passati dagli 84 miliardi di metà anno ai 116 miliardi di fine settembre.

La Banca Nazionale Svizzera ha la forma giuridica di una società anonima, ma retta da una legge speciale. Questa legge prevede che l’utile da distribuire agli azionisti sia limitato al 6% del capitale azionario, cioè 15 franchi al massimo per azione del valore nominale di 250 franchi. La previsione di un utile eccezionale nel 2017 ha ulteriormente rafforzato la quotazione dei titoli della BNS, che sono passati in un anno da 2000 a circa 4000 franchi. Questi titoli erano comunque già sotto pressione da qualche mese (vedi «Azione» del 15.5.17). I motivi di questa impennata sono difficilmente spiegabili. Forse il dividendo al 6%, oggi può essere attrattivo, dal momento che il titolo è considerato alla stregua di un prestito della Confederazione, che oggi non rende più niente, dalla elevata sicurezza. Il suo mercato è comunque ristretto, poiché i tre quarti circa del capitale sono in mano ai cantoni. È difficile prevedere quale sarà l’utile a fine anno. Anche in questo caso è prevista una distribuzione particolare. L’utile rimanente, dopo la distribuzione del dividendo, va attribuito alle riserve. Una di queste riserve è destinata a distribuire l’utile alla Confederazione (1 terzo) e ai cantoni (2 terzi). A fine anno questa riserva dovrebbe essere tale da permettere questa distribuzione, che però, a sua volta, è limitata a 2 miliardi di franchi nelle proporzioni citate.