Una legge federale sulla trasparenza?

Il Consiglio federale respinge l’iniziativa popolare lanciata dalla sinistra. La Commissione degli Stati chiede invece lumi per presentare eventualmente un controprogetto sul finanziamento di partiti e campagne di voto
/ 21.01.2019
di Ignazio Bonoli

La Commissione del Consiglio degli Stati preposta all’esame dell’iniziativa popolare «per più trasparenza nel finanziamento della politica» ha chiesto all’Ufficio federale di giustizia di preparare un controprogetto da sottoporre alla Camera alta. Dal canto suo il governo aveva però deciso di respingere l’iniziativa, senza opporle un controprogetto.

L’iniziativa chiede alla Confederazione di emanare disposizioni sulla pubblicità del finanziamento dei partiti, delle campagne in vista delle elezioni federali e delle votazioni popolari a livello federale. In base a queste disposizioni, i partiti dovrebbero comunicare annualmente alla Cancelleria federale il loro bilancio e conto economico, nonché importo e provenienza di ogni liberalità superiore a 10’000 franchi all’anno e per persona.

Anche chi impiega più di 100’000 franchi per un’elezione e una votazione deve comunicare il preventivo globale, i fondi propri, nonché ogni liberalità superiore a 10’000 franchi per persona, prima della votazione o dell’elezione. Queste informazioni vengono pubblicate annualmente dalla Cancelleria federale. È vietata l’accettazione di liberalità anonime.

Perché il Consiglio federale è contrario? Essenzialmente un tale vasto disciplinamento del finanziamento dei partiti e delle campagne di votazioni o elezioni sarebbe difficilmente compatibile con il sistema politico svizzero. Infatti, la democrazia diretta, il governo collegiale e il sistema di milizia compongono un meccanismo globale complesso, ma efficace, caratterizzato da un controllo reciproco e da un sistema di contrappesi. Disposizioni particolari a livello federale sarebbero difficilmente compatibili con il sistema federalistico svizzero, tanto più che il Consiglio federale crede che le risorse finanziarie non incidano in modo determinante sull’esito delle elezioni e votazioni.

Ma la Commissione del Consiglio degli Stati non è della stessa opinione e ritiene che la tematica vada approfondita e vuole vedere se è fattibile presentare un controprogetto in votazione popolare. Finora, in Svizzera, solo tre Cantoni hanno regolamentato il finanziamento di partiti e campagne elettorali. Si tratta del Ticino, di Ginevra e Neuchâtel, mentre Svitto e Friburgo stanno preparando le leggi d’applicazione dell’articolo costituzionale già creato. L’esempio sembra però difficilmente trasferibile sul piano nazionale, viste anche le grandi differenze concettuali fra i cantoni.

Il Canton Ticino ha fatto da apripista con la legislazione adottata nel 1998. I partiti devono quindi annunciare alla Cancelleria dello Stato tutte le offerte che superino i 10’000 franchi. I candidati e i comitati di sostegno quelle che superano i 5000 franchi. L’annuncio deve avvenire 30 giorni prima di ogni elezione o votazione e i dati vengono pubblicati nel foglio ufficiale. La legge ticinese si basa sulle dichiarazioni spontanee dei singoli attori politici. La Cancelleria non procede a un esame approfondito e non è autorizzata a chiedere informazioni supplementari. Anche le eventuali sanzioni non sono pesanti. Chi non fa gli annunci previsti dalla legge incorre in una sanzione di 7000 franchi al massimo, i partiti potrebbero però perdere le indennità dovute per il numero di deputati. Finora non è stata adottata alcuna sanzione.

Secondo una lista allestita su richiesta, dal 2000 sono state annunciate 74 donazioni. La più elevata consisteva in una cifra leggermente superiore a 280’000 franchi, versata nel 2008 al Partito liberale radicale da una persona. Dalla lista, basata come detto sull’autodenuncia spontanea, si constata che solo il PLR, il PS e l’UDC hanno dichiarato di aver ricevuto doni importanti. Gli altri partiti non hanno fatto sapere nulla. Se ne può dedurre che non abbiano ricevuto doni importanti, oppure che non ritengano necessario annunciarli. Ginevra ha introdotto regole sulla trasparenza nel 1999. Esse si basano essenzialmente sui bilanci dei partiti che devono essere presentati ogni anno alla Cancelleria. Lo stesso devono fare comitati o gruppi che sostengono una campagna di voto e questo 60 giorni dopo la votazione. Chi non rispetta la legge perde le sovvenzioni statali oppure deve restituire le somme ricevute. Finora sono stati registrati 11 casi. Nel Canton Neuchâtel la legge è del 2014 e prende spunto dalle due precedenti. La somma da annunciare deve superare i 5000 franchi. Gli attori possono scegliere se pubblicare i nomi dei donatori, oppure solo la somma globale. La Cancelleria può eseguire controlli e i contravventori rischiano una multa di 40’000 franchi. Come si vede, non sono molti gli spunti che possono servire a una legge federale in materia.