Tassi di interesse ancora favorevoli

Non si vedono ancora pressioni al rialzo, nonostante qualche accenno di inflazione. I tassi ipotecari restano attrattivi, di conseguenza anche le casse pensioni tornano ad offrire questo tipo di crediti
/ 08.01.2018
di Ignazio Bonoli

Le previsioni di crescita economica stanno ridisegnando gli scenari finanziari in Europa e quindi anche in Svizzera. La Banca Centrale Europea è sempre più confrontata con pressioni al rialzo sui tassi di cambio dell’euro, per cui avrà difficoltà nei prossimi mesi nel mantenersi fedele alla linea di politica monetaria espansiva, confermata anche negli ultimi giorni dello scorso anno. La Svizzera segue attentamente le vicende economiche e anche politiche, constatando per il momento un indebolimento del franco, in particolare sull’euro. Siamo ormai vicini alla fatidica soglia di 1,20 franchi per un euro e si può perfino prevedere che potrà essere superata nel corso del 2018.

La Banca nazionale Svizzera per il momento non fa interventi di peso sul mercato, ma tende – come spesso avviene – a seguire a breve distanza le mosse della Banca Centrale Europea. Questa evoluzione fa in modo che il franco diventi sempre più moneta di rifinanziamento e quindi continui a indebolirsi sull’euro, anche perché gli investitori svizzeri tendono pure ad approfittare della brusca crescita dei mercati europei. È quindi giunto il momento di passare a una politica monetaria più restrittiva?

La risposta a questa domanda dipende dall’evoluzione del tasso di inflazione. Qualche cenno di rialzo lo si vede in questi giorni, ma finché la BCE non avrà raggiunto l’obiettivo di un tasso di inflazione del 2%, poco si muoverà anche in Svizzera. Tuttavia la Riserva federale americana ha cominciato il rialzo programmato dei tassi ufficiali, allo scopo di prepararsi a contrastare l’inflazione, ma dovrà muoversi con prudenza per non contrastare la politica di crescita del presidente Trump.

Questo scenario influisce sul livello dei tassi di interesse anche in Svizzera e in questo senso cominciano a vedersi movimenti al rialzo sui «futures», che si riflettono sui tassi «libor». Pur tenendo conto che i dati di fine e inizio anno sono poco significativi, si registra qui un lieve rialzo. Quale effetto questa situazione possa avere sui tassi ipotecari è difficile dire, come è presto per prevedere un forte rialzo di questi tassi, vista l’abbondanza dell’offerta di prestiti e una certa saturazione del mercato immobiliare.

Per il momento la scarsità di buoni rendimenti rende ancora attrattivo il settore immobiliare e quindi il credito ipotecario. A comprova di questa tendenza si nota anche il ritorno sul mercato delle casse pensioni, in concorrenza con banche e assicurazioni. In un confronto pubblicato da «Finanz und Wirtschaft» si vede, per esempio, nella classifica delle migliori offerte, anche per le lunghe scadenze, la Cassa pensione dei dipendenti del canton Zurigo. Anche altre casse pensioni cantonali offrono prestiti ipotecari con scadenza decennale, a tassi varianti fra l’1,10 e l’1,5 per cento annuo. La maggior parte delle offerte migliori per queste scadenze si situa comunque al di sotto dell’1,250 %.

Il ritorno delle casse pensioni su questo mercato ha sorpreso non pochi analisti. Se ne vedevano, infatti, sempre meno dal 2005 e la loro quota di mercato era scesa dal 3,1% all’1,4% tra il 2005 e il 2015, mentre la quota di crediti ipotecari nei loro bilanci era scesa sotto l’1,8%. In realtà, il credito ipotecario non era molto attrattivo a causa degli elevati costi di gestione. Rendite migliori si potevano ottenere sul mercato azionario e nell’immobiliare. Al punto che la Cassa dei dipendenti della Confederazione «Publica» aveva ceduto il suo portafoglio di crediti ipotecari per 1,1 miliardi di franchi alla Banca cantonale di Berna.

Effettivamente, nonostante i tassi di interesse molto bassi, il rendimento è stato migliore di quello di molti titoli obbligazionari di elevata sicurezza. Gli osservatori di questo particolare mercato hanno rilevato che molte tra le maggiori istituzioni di previdenza – tra le quali anche la Suva o la Cassa pensione delle FFS – hanno aumentato le loro posizioni su questo mercato. Il movimento potrebbe proseguire, da un lato perché si stima che i tassi di interesse resteranno a un livello basso per qualche anno ancora, dall’altro perché anche casse pensioni più piccole potrebbero partecipare a questo mercato con l’aiuto di istituti specializzati e concedendo ipoteche ai loro assicurati. Su un mercato globale di quasi 1’000 miliardi di franchi, tra i 30 e i 50 miliardi potrebbero essere appannaggio delle casse pensioni. Con due vantaggi: non devono finanziare il credito con mezzi propri e non devono disporre di un grosso apparato amministrativo. Inoltre il credito al proprio assicurato contribuisce a formare la sua propria rendita anche con tassi bassi. È uno dei motivi per cui si può sperare in tassi favorevoli anche per i prossimi anni.