Svizzeri molto indebitati: c’è da preoccuparsi?

Statistiche - Un sondaggio rivela l’attitudine di romandi e svizzero tedeschi rispetto alla possibilità di chiedere soldi in prestito
/ 18.02.2019
di Marzio Minoli

Almeno l’85% degli svizzeri ha fatto ricorso ai debiti per far fronte ai propri impegni. Lo dice un sondaggio della società di confronti in rete Moneyland. Naturalmente c’è debito e debito. Un conto è accendere un’ipoteca, quindi con della sostanza come garanzia. Un conto è il piccolo credito, quindi nessuna garanzia ma interessi molto alti. Un altro paio di maniche ancora sono i leasing. Ma pur sempre di debiti si tratta.

Entriamo nei dettagli quindi dell’indebitamento degli svizzeri. I partecipanti al sondaggio sono stati 1500. Purtroppo, non ci sono i dati della Svizzera Italiana ma solo quelli riferiti alla Romandia e alla Svizzera tedesca. I romandi hanno meno remore degli svizzeri tedeschi a chiedere soldi. Infatti, solo l’8 per cento di loro non ha mai fatto ricorso a questa forma di finanziamento, contro il 19 per cento degli svizzero-tedeschi.

Interessante sapere perché gli svizzeri chiedono soldi in prestito. Il 38 per  cento degli intervistati ha dichiarato di aver acceso un’ipoteca e sono stati soprattutto coloro che abitano nelle zone rurali a farlo, più di coloro che abitano in città. Interessante sapere che l’80 per cento dei milionari che hanno risposto al sondaggio, ha detto di aver avuto almeno un’ipoteca in vita sua.

Dopo aver sciorinato questa quantità di dati sorge una domanda spontanea: gli svizzeri sono troppo indebitati? E qui bisogna aprire un discorso più articolato, perché quando si parla di debito bisogna anche distinguere tra i debiti privati, quelli menzionati sopra, e quelli pubblici, che vengono pagati dai cittadini attraverso tasse e imposte. Ebbene, il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo in Svizzera è di circa il 30 per cento, tenendo conto del debito di Confederazione, Cantoni, Comuni e enti sociali. Una situazione da far invidia a molti paesi vicini, ma che non mette al sicuro da nulla.

Infatti, le incertezze che sta vivendo il mondo potrebbero influire anche sul livello di indebitamento. Basti pensare ad eventuali modifiche, volontarie o meno, sul sistema fiscale per far spostare potenzialmente diversi contribuenti, aziende o privati che siano, fuori dai confini nazionali. Ma queste sono ipotesi. Oggi dal punto di vista debito pubblico, che implica una parte di imposte destinate a pagarlo, chi risiede in Svizzera può stare tranquillo. Oltre ad essere contenuto, su alcune scadenze addirittura la Confederazione, quando i titoli saranno rimborsati, avrà avuto un guadagno in capitale, in quanto al momento dell’emissione il rendimento era negativo, ovvero l’investitore ha pagato più di quanto riceverà alla scadenza dell’obbligazione, anche tenendo conto della cedola incassata. Effetto collaterale degli interessi negativi introdotti dalla Banca Nazionale Svizzera per evitare un’eccessiva valutazione del franco.

Il discorso cambia quando si parla di debito privato. Quanto citato in precedenza sul come e quanto gli svizzeri sono indebitati non mostra una cosa, ovvero il rapporto tra i debiti privati e il PIL. A fronte di un 30 per cento di rapporto debito pubblico/PIL, il rapporto debito privato/PIL è di circa il 145. Una cifra che dovrebbe preoccupare. È così?

Vediamo come si presenta la situazione globale: la Svizzera si situa stabilmente ai primi posti per quel che concerne l’indebitamento delle economie domestiche, in compagnia di altri paesi, considerati «virtuosi», come ad esempio Svezia, Norvegia o Canada.

Il grosso di questo indebitamento è formato dalle ipoteche, che attualmente ammontano a circa 1000 miliardi di franchi. A cosa sia dovuto questo «amore» per le ipoteche è presto detto. Per prima cosa i bassi tassi d’interesse attuali favoriscono l’accesso alla proprietà, inoltre i prezzi degli immobili sono piuttosto elevati e anche il sistema fiscale incentiva l’indebitamento.

Anche se in questi ultimi tempi si è visto un certo rallentamento, l’indebitamento è cresciuto molto negli ultimi anni. Quindi, tornando alla domanda iniziale, c’è da preoccuparsi? Qualcuno inizia a farlo.

La prima a lanciare una sorta di segnale di avvertimento è stata la Banca Nazionale Svizzera nel mese di giugno del 2018, mese in cui viene pubblicato il «Rapporto di stabilità finanziaria» annuale. In quell’occasione, dopo molto tempo, la BNS ha messo in guardia su eventuali rialzi dei tassi d’interesse che metterebbero in difficoltà chi deve pagare i mutui, soprattutto per quel che concerne gli immobili residenziali, e in particolare chi ha acquistato per poi affittare. Altra preoccupazione della BNS è un ribasso dei prezzi degli immobili. Interessi più alti rendono meno interessante il mercato immobiliare e gli investitori uscirebbero dal settore per poi scegliere altre forme di investimento. Insomma, se i bassi tassi d’interesse hanno spinto molti ad entrare in questo mercato, il rialzo dei tassi avrebbe l’effetto contrario e le banche, di fronte ad un minor valore del bene sottostante l’ipoteca, potrebbero richiedere maggiori garanzie, ovvero più fondi propri.

Ma non è solo la Banca Nazionale a mettere in guardia. Recentemente anche l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari, la FINMA, per voce del suo presidente Thomas Bauer ha fatto lo stesso. A preoccupare anche in questo caso sono gli immobili da reddito.

Insomma, i 1000 miliardi di ipoteche iniziano ad essere motivo di preoccupazione. Non siamo ancora ai livelli di allarme e a una situazione simile a  quella vista negli Stati Uniti nel 2008, con la crisi dei subprime, che scatenò la crisi finanziaria mondiale. Qualcosa del genere non è certamente all’orizzonte. La Svizzera rimane un paese dove i valori degli immobili rimarranno piuttosto alti, e anche una correzione dei prezzi non sarebbe drammatica, fosse solo perché non vi è una grande disponibilità di terreno sul quale costruire.

Inoltre, le misure introdotte in questi ultimi anni per calmare questa ondata di indebitamento, si stanno rivelando efficaci. Pensiamo all’irrigidimento dei requisiti di capitale proprio per chi vuole acquistare, ma anche ai fondi propri delle banche, che, dopo la crisi del 2008, devono essere in grado di poter far fronte ad eventuali crisi.

Sembra quindi che la Svizzera abbia gli anticorpi necessari per reagire a tempi meno favorevoli. In ogni caso l’indebitamento delle famiglie rimane alto, e questo fenomeno ora non può più essere ignorato. Anche perché la congiuntura economica inizia a mostrare qualche cedimento. Anche in Svizzera.