L’ultimo rapporto dell’istanza di controllo delle finanze federali conferma quanto si andava prevedendo da tempo: un costante aumento del volume dei sussidi e la totale mancanza della volontà di correggere questa evoluzione. Non si può però dire che in questo campo manchi la trasparenza. Infatti, l’Amministrazione federale delle finanze pubblica regolarmente in Internet una banca dati con tutte le forme di sussidi federali.
Questa lista comprende circa 300 posizioni, per un volume totale di quasi 40 miliardi di franchi all’anno. Tra queste ve ne sono alcune di grande importanza. Ad esempio i contributi all’AVS (8,6 miliardi di franchi), quelli all’AI (3,6 miliardi) o quelli alle Scuole politecniche federali (2,4 miliardi). Accanto a questi interventi importanti e ormai diventati indispensabili, ve ne sono alcuni di carattere particolare: ad esempio 8,6 milioni di franchi versati alle società di tiro, quali contributo all’organizzazione del «tiro fuori servizio», oppure i sussidi alle radio locali in regioni montane discoste (700’000 franchi), o anche quelli destinati ai servizi per la salute degli animali (1,5 milioni). La lista dei sussidi è molto lunga e va dai contributi alle associazioni degli Svizzeri all’estero a quelli agli editori di giornali in Svizzera.
Secondo la legge, la Confederazione deve procedere almeno ogni sei anni a un esame della situazione. Essa deve in particolare controllare l’economicità e l’efficacia del sussidio. Questo lavoro viene poi compendiato nel rapporto di cui si diceva all’inizio. Il risultato di questo esame avrebbe dovuto provocare una seria riflessione nella discussione di questi interventi e suscitare qualche decisione politica sulla loro necessità e la loro efficienza.
Tale speranza sembra però andata delusa. Nel 2008, il Consiglio federale aveva constatato una necessità di intervenire su una settantina di sussidi. Il volume di questo intervento era stimato in 9,9 miliardi di franchi. Nel frattempo questa cifra è però salita a 12,7 miliardi, come indica il rapporto del controllo delle finanze. La crescita maggiore di questi sussidi è dovuta alla cooperazione allo sviluppo, nonché alle università e alle aumentate domande di asilo. Il controllo delle finanze avverte però che il confronto su più anni è reso difficile dal fatto che molti dei crediti concessi sono stati ristrutturati.
Inoltre, l’aumento della spesa totale non significa che la Confederazione non abbia soppresso nessun sussidio. L’istanza di controllo constata, infatti, un alleggerimento di 128 milioni nei sussidi versati. Questa cifra è però praticamente scomparsa nell’aumento dei rimanenti sussidi versati. La conclusione del rapporto su questo aspetto genera però qualche perplessità: si dice, infatti, che questo sviluppo riflette in sostanza la tendenza alla crescita costante dei sussidi quale risultato di una volontà politica.
Il rapporto del controllo delle finanze, pur mantenendosi su un piano di analisi neutrale, lasciare trasparire che un eventuale rallentamento della crescita dei sussidi è compito della politica. Laconicamente conclude dicendo che, vista la situazione, non ha senso proporre qualche raccomandazione all’Amministrazione federale. Vi sono, infatti, alcuni settori nei quali è impossibile agire, se non attraverso il Parlamento. Gli esempi classici sono l’agricoltura e il turismo, settori nei quali alcune riduzioni pianificate non sono state attuate.
Non mancano tuttavia alcuni sforzi nella giusta direzione. Per esempio, ogni anno, almeno un dipartimento deve esaminare a fondo i sussidi concessi. Nel 2018, questo compito è toccato al Dipartimento dell’economia. Risultato: il Consiglio federale vuole in ogni caso sopprimere due sussidi ed eventualmente altri due. Si tratta del sussidio di 1,1 milioni alle scuole di lingua francese di Berna. È un compito solitamente a carico del Cantone, ma nel 1960 il sussidio federale venne creato per i figli dei dipendenti federali di lingua francese che frequentavano la scuola di Berna. Un altro sussidio da sopprimere, sarebbe quello destinato all’Ufficio di Svizzera turismo. In entrambi i casi le opposizioni non mancheranno.
Altri due sussidi in forse sono quello di 47 milioni per l’eliminazione degli scarti animali dei macelli, sussidio che comunque resterà nell’agricoltura. Inoltre, è prevista la soppressione dei 3,3 milioni di sussidi al servizio civile per uomini impiegati nella protezione dell’ambiente o di beni culturali. Anche in questi casi le previsioni sono difficili. Finora l’unico sussidio realmente soppresso è quello destinato alla formazione di capitani di marina o di marinai. Qui il costo della gestione era perfino superiore al sussidio da versare (20’000 franchi). Per gli altri, una soppressione nell’anno delle elezioni sarà sicuramente molto difficile.