Sempre più pendolari

Tendenze - Le distanze tra domicilio e luogo di lavoro aumentano e quindi anche i tempi del viaggio. Tra i motivi della scelta i costi delle abitazioni nei centri, ma anche lo stile di vita in periferia
/ 30.03.2020
di Ignazio Bonoli

La crisi pandemica provocata dal Coronavirus sta costringendo aziende private e pubbliche ad adottare, tra l’altro, in sempre maggior misura, il sistema del lavoro a domicilio. Una delle prime ad applicarlo su larga scala è stata l’Italia che, dopo aver adottato il solito termine anglofilo, è passata al più poetico «lavoro agile». Il passaggio è ovviamente favorito dal progressivo estendersi della rete informatica e dall’uso sempre più ampio che ne viene fatto.

Ma questa mossa, costretta dalle circostanze, potrà avere un seguito così intenso anche dopo il periodo di crisi? La domanda sorge spontanea in concomitanza con la pubblicazione annuale del Credit Suisse sul mercato immobiliare in collegamento proprio con l’intenso movimento di pendolari in Svizzera. Parecchi di questi dati riprendono del resto quelli pubblicati lo scorso anno dall’Ufficio federale di statistica che segnalavano il movimento di un totale di 4,8 milioni di pendolari, di cui 800’000 per motivi di studio e 4 milioni per lavoro. Quindi, per la statistica, il 90% dei lavoratori sono pendolari, nel senso che ogni giorno lasciano il domicilio per recarsi al lavoro. Il 29% si muove nell’ambito del comune di domicilio, il 71% lavora fuori dal comune di domicilio e di questi il 20% anche in un altro cantone.

Dati questi che derivano da importanti cambiamenti nel mondo del lavoro, cambiamenti che si riflettono anche sulla scelta del luogo di lavoro e rispettivamente di domicilio. Lo ha approfondito anche lo studio del Credit Suisse. Per esempio si constata che molti si rendono conto che luogo di domicilio e luogo di lavoro sono talvolta molto distanti fra loro. Tuttavia molti, in caso di cambiamento di lavoro, prediligono la scelta del posto di lavoro piuttosto che il luogo di residenza della famiglia.

Non mancano nemmeno i casi in cui marito e moglie lavorano in due luoghi diversi. La quota delle donne sul totale dei pendolari è aumentata da circa il 30% di trent’anni fa al 50% di oggi. E questo benché oggi nel bilancio tra famiglia e lavoro sia preminente la vita privata rispetto a quella lavorativa. Per esempio chi è proprietario dell’abitazione in cui vive tende a scegliere il posto di lavoro nello stesso comune, quando è costretto a cambiare lavoro. A questo gruppo appartengono spesso coloro che sono costretti a compiere lunghi viaggi per recarsi al lavoro. Ultimamente il loro numero è parecchio aumentato. Coloro che cercano un’abitazione pongono l’accento soprattutto alla scelta di un’abitazione adeguata e a quale costo. La maggior parte dei posti di lavoro sono situati nei centri, proprio laddove la scelta di un’abitazione adeguata è più difficile, anche perché le nuove costruzioni sono piuttosto rare. Per contro se si osserva la situazione lontano dai centri, si vede una buona disponibilità di nuove abitazioni con prezzi moderati.

Si comincia a tener conto del movimento pendolare anche nella pianificazione di zone abitative. Questo spiega in buona parte il grande sviluppo di quartieri densamente abitati anche nelle periferie. Questi sviluppi divergenti tra centri e periferie sono evidenziati nello studio del Credit Suisse, in particolare nelle costruzioni divise in proprietà per piani. A proposito di prezzi si nota per esempio che un appartamento di 110 mq con quattro locali costa nella città di Zurigo 1,73 milioni di franchi, mentre a Weinfelden (TG), a distanza di 50 minuti di treno, costa soltanto 700’000 franchi. Il fenomeno si estende anche a città più piccole e più vicine, come Aarau (25 minuti, 850’000 franchi) oppure Sciaffusa o Wil (SG) con 40 minuti di treno dalla stazione centrale di Zurigo e un costo di circa 800’000 franchi. La situazione è analoga, con altre dimensioni, anche in Ticino. Per esempio Lugano perde popolazione, mentre ne guadagnano le periferie (magari fino a Bellinzona). L’apertura della galleria ferroviaria del Ceneri, con la riduzione dei tempi di percorrenza, accentuerà probabilmente il fenomeno.

Altri criteri sono però importanti nella scelta del luogo di domicilio. Per le famiglie benestanti sicuramente le imposte e anche le possibili deduzioni fiscali, tra cui quelle dei costi dei trasporti. Vi sono anche imprese che contano il tempo del viaggio come tempo di lavoro. Con una media di 1 ora e 2 minuti (andata e ritorno di 30 chilometri) la Svizzera è nella media internazionale dei pendolari. Questa statistica non tiene conto dei frontalieri che in Svizzera sono saliti a 325’000 (68’000 dall’Italia). Cifre che vengono ad aggiungersi a quelle degli Svizzeri, aumentando in Svizzera il movimento pendolare a livelli molto elevati, in particolare nelle cosiddette ore di punta. Anche l’attuale epidemia avrà qualche concreta ripercussione su questi movimenti?