Incastonata tra due corone di montagne, Moutier ti attende all’uscita di un tunnel ferroviario. È una città uguale a tante altre, se non fosse per la sua recente storia. Chiusa tra le porte del Giura nella valle della Birsa, la piccola città industriale dovrà decidere domenica prossima, 18 giugno, se rimanere con il canton Berna o se unirsi alla Repubblica e al canton Giura.
È un venerdì sera e per le strade della cittadina di poco più di 7500 abitanti c’è l’abituale via vai di gente e di macchine. Nessuna bandiera alle finestre, né giurassiana né bernese. Solo alla fermata dei bus è affisso un manifesto pro-giurassiano. L’aria profuma soltanto di primavera. Negli anni Settanta, lo spirito che si respirava era ben diverso, ci ricorda un’anziana signora incontrata durante il congresso della Force démocratique, organizzazione pro-bernese nata negli anni Cinquanta. «C’erano negozi e ristoranti per separatisti e per anti-separatisti. Era davvero terribile». Erano anni di scontro aperto, di atti di violenza tra i Béliers e il Front de libération du Jura da una parte e i Sangliers dall’altra. Dalle parole si passava in fretta alle botte.
Oggi, nella città nel cuore del Giura le passioni si sono in parte sopite, nonostante la domanda rimanga la stessa: in quale cantone mi sento a casa? «Si tratta soprattutto di una questione identitaria», indica Marc Bühlmann, politologo e direttore dell’“Annéé politique suisse” dell’Università di Berna. «Sarà un voto di pancia e non di testa nonostante i due campi tentino di vincere la partita con argomenti razionali».
Fino al 2013, i Prévôtois – questo il nome degli abitanti di Moutier, termine risalente al periodo in cui la città era il capoluogo di una prepositura, baliaggio del principato vescovile di Basilea – hanno sempre votato a favore dello status quo, ossia per il canton Berna. Lo scarto di voti era sempre minimo: nel 1974 erano 70, mentre nel 1998 erano 41.
Il 24 novembre 2013 dalle urne è però scaturito un risultato diverso: il 55,4 per cento dei votanti di Moutier si è detto favorevole all’apertura di un processo volto a riunire la città al canton Giura; un processo che si concluderà domenica prossima. In quell’occasione i voti di differenza sono stati 389. Solo altri quattro comuni – Belprahon, Grandval, Crémines e Sorvilier – hanno votato come Moutier, mentre il 71,8 per cento dei cittadini giurassiani del canton Berna hanno ribadito la loro volontà di rimanere dove sono. Il Giura ha visto così svanire il sogno di vedere un cantone che si estende «dal lago di Bienne fino alle porte della Francia», come recita il suo inno ufficiale, la Nouvelle Rauracienne.
Nel corso dei decenni, i Prévôtois non sono mai riusciti a decidere definitivamente da che parte stare. Le ragioni di questa loro indecisione sono di varia natura. «Da un punto di vista geografico, Moutier non appartiene né al canton Berna né al canton Giura», spiega il politologo Marc Bühlmann. «Anche confessionalmente, la cittadina è un caso particolare. Nel 1979, la frontiera del nuovo canton Giura seguiva il confine confessionale. A Nord, la popolazione era a maggioranza cattolica, a Sud a maggioranza protestante, mentre la città di Moutier era praticamente spaccata a metà».
Negli ultimi tre decenni, il fronte pro-giurassiano ha però guadagnato consensi. Dal 1982, nel parlamento comunale siedono più separatisti che fedeli a Berna. Dal 1986, con l’elezione a sindaco di Maxime Zuber, le redini del comune sono rette da un autonomista. Inoltre, il risultato di un recente studio svolto dall’«Annéé politique suisse» ha evidenziato che su molti temi a livello nazionale la popolazione di Moutier vota molto spesso come Delémont e non come Berna.
«Se Moutier vuole svilupparsi ulteriormente deve diventare una città giurassiana», sostiene l’attuale sindaco Marcel Winistoerfer. «Nel canton Berna non esistiamo, nel canton Giura saremo invece il 10 per cento della popolazione e avremo un’importanza ben diversa rispetto ad ora». Per numero di abitanti, Moutier sarebbe il secondo comune giurassiano, mentre ora è al 20esimo posto.
E negli scorsi mesi, Moutier deve essersi sentita come una donna assiduamente corteggiata. I due governi cantonali le hanno fatto gli occhi dolci a suon di promesse. «Moutier è il cuore e il centro amministrativo del Giura bernese ed è fondamentale che rimanga con noi per rafforzare il bilinguismo cantonale», indica Pierre Alain Schnegg, rappresentante francofono in seno al governo bernese, seggio garantito, come i dodici nel parlamento cantonale, da uno statuto particolare volto a promuovere la cultura e la partecipazione politica del Giura bernese a livello cantonale. «Abbiamo l’opportunità di riunire la grande famiglia giurassiana», dice dal canto suo Nathalie Barthoulot, presidente dell’esecutivo del canton Giura. «Grazie ai cittadini di Moutier, il cantone aumenterebbe il suo peso politico a livello federale. Ma oggi più delle cifre contano il cuore e la storia».
E di cifre, i due fronti ne hanno snocciolate molte negli ultimi tempi per guadagnarsi i favori degli indecisi, quelli che faranno pendere l’ago della bilancia verso il sì o il no. In gioco, stando agli anti-separatisti ci sono circa 600 impieghi a tempo pieno nell’amministrazione pubblica, l’ospedale e la scuola professionale. E poi c’è «la bugia di Stato», come l’ha definita Valentin Zuber, presidente del Partito socialista autonomo del Giura del Sud e membro del legislativo comunale. Finora l’amministrazione bernese aveva comunicato che Moutier versava solo 14 milioni di franchi all’anno di imposte; un comune povero insomma. Dopo una verifica, i milioni sono diventati 24. Per Zuber, si tratta di un errore intenzionale che a dipendenza del risultato di domenica potrebbe portare a un ricorso sulla votazione.
A meno di una settimana dallo scrutinio è difficile fare delle previsioni. «È come leggere i fondi del caffè», dice il politologo dell’Università di Berna. «Rispetto alla votazione del 24 novembre 2013, ora non si tratta più di essere favorevoli o contrari a un processo volto a unire la città con il canton Giura, bensì ora si deve decidere se lasciare davvero il canton Berna. Le scienze sociali ci insegnano che le persone sono piuttosto propense a scegliere lo status quo. Per questo motivo credo che domenica i cittadini voteranno per la permanenza nel canton Berna».
Domenica, 18 giugno, 4750 votanti di Moutier hanno un appuntamento con la storia. Un appuntamento seguito da otto osservatori inviati dalla Confederazione, presenti nei locali di voto e durante lo spoglio delle schede per evitare eventuali irregolarità. I Béliers hanno l’opportunità di realizzare il loro sogno, quello di abbracciare finalmente il Giura; i Sangliers di ribadire il loro amore per Berna.