I piani di risparmio, allestiti con il preventivo 2017 tanto dalla Confederazione, quanto dai Cantoni e da alcuni grossi Comuni, comportano in qualche caso anche un aumento dei tempi di lavoro e una riduzione degli stipendi. Questa evoluzione ha generato un movimento di protesta presso i dipendenti e i loro sindacati, che in parte si riferiscono anche al temuto ridimensionamento di alcuni compiti dello Stato.
A Zugo ha suscitato clamore la protesta contro il «meno Stato» avanzata con un manifesto che ritraeva due poliziotti in uniforme che riferivano della chiusura di posti di polizia. L’episodio è un’evidente testimonianza della situazione di tensione che regna in alcuni cantoni. A Ginevra, la protesta dei poliziotti si è limitata a non portare la cravatta durante il servizio in manifestazioni ufficiali, a entrare in servizio con la barba lunga, a non infliggere contravvenzioni. Anche in altri cantoni si denuncia il peggioramento delle condizioni di lavoro presso l’ente pubblico.
Nel canton Argovia, persino i docenti sono scesi in strada per protestare contro lo smantellamento nella scuola e per salari migliori. Particolarmente tesa è la situazione nel canton Lucerna, dove i pacchetti di risparmio si susseguono a ritmo serrato e dove i sindacati denunciano il governo di violazione dell’accordo di collaborazione firmato nel 2009. Il sindacato chiede ora un contratto generale di lavoro per tutti i dipendenti statali. Contratto che per il momento è in vigore dal 2005 solo nel canton Soletta, con buoni risultati.
Anche altri cantoni pensano comunque di muoversi in questa direzione, distanziandosi dal pensiero politico degli anni Settanta che aveva portato alla soppressione dei contratti generali di lavoro. Questo perché le condizioni di lavoro sono molto diverse da un settore all’altro e i dipendenti dello Stato godono già di condizioni particolari, adeguate spesso alle singole funzioni.
In Ticino però i sindacati si muovono ancora in questa direzione, dopo le restrizioni salariali imposte nel 2013. Tra le lamentele più frequentemente avanzate fra i dipendenti pubblici vi è anche quella della riduzione del personale. Un esame statistico globale indica però che, negli ultimi 20 anni, il personale pubblico non è diminuito, ma è aumentato. Vi sono ragioni evidenti per questa evoluzione, come un aumento di personale con elevata formazione, le necessità maggiori nelle cure della salute, e in genere un aumento dei servizi, ragioni che però provocano un aumento molto più pronunciato che nel privato. L’aumento di personale è particolarmente evidente a partire dagli anni Duemila, mentre prima del 1990 era molto più contenuto nel settore pubblico.
Gli aumenti maggiori, oltre che nel settore della salute e anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, sono constatabili proprio nel settore della formazione. Dal 1999 al 2015, il numero di docenti, secondo l’Ufficio federale di statistica, è passato da 155’000 a 210’000, compresi gli istituti privati. Nel settore della salute, in 25 anni, il personale occupato è salito da 160’000 a 470’000 dipendenti a tempo pieno.
Se vogliamo considerare l’aumento nel settore pubblico e para-pubblico, constatiamo che in vent’anni l’occupazione è passata dal 19 al 25% del totale. L’aumento di questo settore è stato del 30%, mentre nel secondo e terzo settore dell’economia svizzera ha raggiunto appena il 20%. Le statistiche si riferiscono a cifre globali per tutta la Svizzera e non tengono in considerazione situazioni particolari, tanto meno in cantoni e comuni. Il trend è comunque generale e per cantoni e comuni può anche significare l’assunzione di nuovi compiti delegati dall’ente superiore.
Le statistiche, ma non solo quelle globali, dicono però che il personale dello Stato (a tutti i livelli) è in continuo aumento. Anche i salari, che sono in molti casi superiori a quelli dell’economia privata, tendono ad aumentare o, in casi eccezionali, a diminuire leggermente. Un effetto importante è dato dall’adeguamento al rincaro. In questi anni in cui è mancato si è avuta l’impressione di una diminuzione del potere d’acquisto, che invece statisticamente è aumentato. Lo stesso dicasi del carico di lavoro, che nel pubblico viene facilmente compensato, anche in tempi in cui nel privato si chiedono ore gratuite.
È questa situazione che preoccupa i governanti, soprattutto cantonali, i quali si vedono costretti ad aumentare le imposte in un contesto in cui si dovrebbero diminuire, mentre la voce salari cresce regolarmente. In Ticino, per esempio, le imposte delle persone fisiche, da anni, non coprono più le spese correnti dello Stato. Quasi ovunque si verificano situazioni che obbligano alla ricerca di contenimenti di spesa, che si cerca di ripartire dove possibile, ma senza escludere, laddove possibile, anche qualche sacrificio per il personale.