Mancano una quarantina di giorni all’elezione in Consiglio federale dei successori di Johann Schneider-Ammann e di Doris Leuthard, prevista il 5 dicembre. Dalla fine di settembre è in corso la fase delle candidature, durante la quale i volontari si dichiarano disponibili e, un po’ più tardi, di solito vengono confermati dalle sezioni cantonali del loro partito. Questa fase terminerà fra pochi giorni. A metà novembre ci sarà poi un altro momento importante: i gruppi parlamentari interessati sceglieranno uno o due candidati che verranno proposti all’Assemblea federale, l’organo che elegge i consiglieri federali.
All’interno dei due partiti direttamente coinvolti nella successione, il PLR e il PPD, emergono situazioni diverse. Nel PLR si è delineata una candidatura femminile forte, approvata e sostenuta in larga misura; nel PPD, invece, pochi ancora sono i papabili che si sono già pronunciati ed è possibile che tutto diventerà più chiaro soltanto negli ultimi giorni, addirittura nelle ultime ore, di questa fase.
L’indiscussa favorita del PLR è la consigliera agli Stati sangallese Karin Keller-Sutter. Ha 54 anni, parla più lingue, ed è una forte personalità. Ha fatto parte del governo cantonale sangallese per dodici anni e da sette è nel Consiglio degli Stati, che quest’anno presiede. Al di là della sua lunga esperienza politica e delle sue qualità personali, vanta due punti a suo vantaggio. Innanzitutto, offre al suo partito la possibilità di avere una donna in seno al Consiglio federale. Fin ora, il PLR ha avuto una sola donna nel governo centrale, la signora Elisabeth Kopp, che d’altronde fu la prima donna consigliera federale e che fu costretta a dimettersi nel 1989, per una telefonata effettuata dal proprio ufficio, nella quale esortava il marito a dimettersi dal consiglio di amministrazione di un’azienda sotto inchiesta per riciclaggio di denaro. Lo stesso Johann Schneider-Ammann, il giorno delle sue dimissioni, disse che farebbe bene al suo partito se il suo successore fosse una donna. Il secondo punto a suo favore è la sua provenienza. L’ultimo consigliere federale sangallese è stato Kurt Furgler, uscito di scena nel 1986. Per di più, il canton San Gallo è forse il più importante della Svizzera orientale, regione che rivendica un posto nel governo centrale. Per Karin Keller-Sutter, l’elezione del 5 dicembre costituirà il suo secondo tentativo per varcare la soglia del Consiglio federale. Il primo avvenne nel 2010, quando venne battuta da Schneider-Ammann. Allora appariva come una lady di ferro, una fotocopia di Christoph Blocher, ed era invisa al centro sinistra. Dopo questa prima esperienza mise molta acqua nel suo vino e seppe adottare posizioni più concilianti, sostenendo compromessi anche su importanti questioni sociali. Per esempio, oggi difende il compromesso sugli sgravi fiscali delle aziende e il finanziamento dell’AVS, o la posizione del Consiglio federale nei confronti dell’Unione europea, una posizione che come è noto non è condivisa dall’UDC.
La candidatura di Karin Keller-Sutter ha annientato le ambizioni di altri potenziali candidati in seno al PLR. Le rinunce annunciate fin ora sono parecchie. Quelle di ben quattro consiglieri agli Stati: il grigionese Martin Schmid, lo zurighese Ruedi Noser, l’urano Josef Dittli e l’appenzellese Andrea Caroni. Quelle della consigliera nazionale zurighese Regine Sauter e della consigliera di Stato zurighese Carmen Walker Späh. Tutti pensano di non avere nessuna chance di essere eletti e preferiscono non vedere il proprio nome sul ticket del partito. Il politico che accetterà di scendere in campo accanto a Karin Keller-Sutter non lo farà con la speranza di essere eletto, ma perché è convinto che la candidatura, da sola, potrà essergli utile nella sua futura carriera politica. La ricerca di un secondo candidato non sarà facile, ma è necessaria, perché l’Assemblea federale vuole avere la possibilità di scegliere almeno fra due personalità.
Più incerta è la situazione in seno al PPD. Sulla carta almeno, i papabili sono numerosi. Nelle ultime settimane, la favorita sembrava essere la consigliera nazionale vallesana Viola Amherd, vicepresidente del suo gruppo parlamentare, molto vicina a Doris Leuthard. Non è però gradita dai suoi compagni di partito dell’alto Vallese, che non hanno esitato a rendere pubblici i suoi problemi con la giustizia. Viola Amherd è stata condannata in maggio, in prima istanza, a restituire 250mila franchi per affitti troppo elevati incassati da una società del gruppo Alpiq. La consigliera nazionale ha inoltrato ricorso contro la sentenza. Tra gli altri nomi emergenti spiccano: Peter Hegglin, consigliere agli Stati zughese, ex direttore delle finanze del suo cantone, che ha espresso la sua disponibilità; il consigliere agli Stati obvaldese Erich Ettlin e la consigliera di Stato urana Heidi Z’graggen, che potrebbe offrire al suo cantone, per la prima volta, la possibilità di avere un consigliere federale. Uri è uno dei cinque cantoni che non hanno mai avuto un consigliere federale. Gli altri quattro sono Svitto, Nidvaldo, Sciaffusa e Giura. Hanno invece già rinunciato alla candidatura due possibili pretendenti: il consigliere di Stato sangallese Benedikt Würth e la consigliera nazionale argoviese Ruth Humbel. Uno dei compiti del futuro consigliere federale del PPD è di assicurarsi la rielezione fra un anno, quando dopo le prossime elezioni federali, la possibile perdita di consensi del PPD potrebbe mettere in pericolo il suo seggio, a vantaggio dei Verdi o di un’alleanza, oggi comunque ancora improbabile, tra Verdi e Verdi liberali.
Da quanto è emerso fin ora, i criteri determinanti presi in considerazione nella scelta dei candidati, al di là delle competenze necessarie, sono essenzialmente due: il fattore donna e la provenienza geografica. È ben noto che le donne, pur rappresentando la maggioranza della popolazione, sono sottorappresentate nelle autorità politiche, in primo luogo in quelle federali. Le donne presenti in Consiglio nazionale rappresentano il 32 per cento. Nel Consiglio degli Stati, la percentuale scende al 15. E nel Consiglio federale è rimasta una sola donna, Simonetta Sommaruga. La richiesta di una maggiore presenza femminile è generale. La provenienza geografica sembra favorire principalmente due regioni: la Svizzera orientale e la Svizzera centrale. La prima regione comprende ben sette cantoni (GR, SG, GL, AI, AR, TG, SH) e non è più presente in Consiglio federale dal 2015, da quando è uscita la grigionese Eveline Widmer-Schlumpf. La seconda regione comprende sei cantoni (LZ, ZG, SZ, UR, NW, OW) ed ha avuto come suo ultimo rappresentante nel Consiglio federale il lucernese Kaspar Villiger, dimessosi nel 2003. Questa volta, contrariamente a quanto è successo con l’elezione di Cassis, il fattore linguistico non ha nessuna rilevanza. La Svizzera romanda ha due rappresentanti nel governo federale e la Svizzera italiana uno. Dalle due regioni non è emersa fin ora alcuna candidatura. La partita sembra dunque giocarsi tra candidati provenienti dalla Svizzera tedesca.
L’ultima volta che abbiamo assistito alle dimissioni di due consiglieri federali fu nel 2010. I due dimissionari furono il socialista Moritz Leuenberger e il liberale radicale Hans-Rudolf Merz. Vennero sostituiti da due candidati bernesi, Simonetta Sommaruga e Johann Schneider-Ammann. I due partiti politici in primo piano erano dunque il PS ed il PLR. Questa volta, il 5 dicembre, ritroveremo il PLR, con accanto il PPD. Alla prima elezione l’Assemblea federale sceglierà il(la) candidato(a) del PPD. Poi toccherà al PLR.