Con le votazioni cantonali dello scorso 9 febbraio, anche i cantoni di Turgovia e Soletta hanno adeguato le loro leggi fiscali a quanto deciso a livello federale lo scorso mese di maggio con la legge che aboliva i privilegi fiscali concessi dai Cantoni alle aziende. Come si ricorderà, la Svizzera aveva dovuto cedere in questo contesto alle pressioni dell’UE e anche dell’OCSE. L’approvazione popolare del progetto – grazie anche all’assegnazione di fondi all’AVS – esige ora l’adeguamento delle legislazioni fiscali dei Cantoni.
Nei due Cantoni in questione si è dovuto procedere a una riduzione del gettito d’imposta. La media dell’onere fiscale sugli utili aziendali si è così avvicinata al 15%, mentre due anni or sono era ancora del 17,4%. Mentre in Turgovia l’aliquota è scesa dal 16,4 al 13,4%, a Soletta si è dovuto scendere dal 21 al 15%. In entrambi i Cantoni questo significa una perdita di gettito fiscale di una sessantina di milioni di franchi, tenuto conto anche del fatto che le imposte vengono ridotte anche per le aziende svizzere.
Tra i Cantoni che devono ancora adeguarsi figura quello di Berna, che aveva già deciso una riduzione di imposte nel 2018, che però è stata respinta dal popolo. Attualmente un progetto più moderato è in discussione nel Gran Consiglio e dovrebbe essere pronto in marzo. Tra gli altri Cantoni, un progetto di revisione è ancora in discussione a livello parlamentare in Vallese, mentre Nidvaldo prevede una votazione popolare in maggio e Appenzello Interno affronterà il tema nella Landsgemeinde di aprile.
La nuova tassazione delle imprese è in vigore da quest’anno a livello federale. La maggior parte dei Cantoni si è già adeguata alle nuove regole. L’intenzione è quella di avvicinare tutti i Cantoni a un’aliquota d’imposta media del 15%. Cosa che si sta realizzando anche secondo l’ultima indagine eseguita dal professor Pascal Hinny, avvocato a Zurigo e docente all’Università di Friburgo. La banda di oscillazione fra le varie aliquote cantonali, che era l’anno scorso compresa fra il minimo del 12% e il massimo di circa il 24%, si è ora ridotta fra il 12 e il 21,6%. Oltre al già citato Canton Berna, anche il Canton Zurigo è molto lontano dall’auspicata media del 15%, avendo fissato per il 2021 un’aliquota del 19,7%.
Anche in alcuni altri Cantoni sono comunque previste, o in discussione, riduzioni di imposte. Il che non era però sostanzialmente l’obiettivo della riforma, che voleva invece costringere ad aumentare le aliquote i Cantoni con tassazioni inferiori. Tra questi ha fatto molto parlare di sé il Canton Svitto, che però è già al 14,1%. Al di sotto si trovano altri Cantoni della Svizzera centrale, come Zugo (11,9%), Lucerna (12,3%), Glarona (12,4%) e Uri (12,6%). Sempre sotto la media teorica figurano però ancora Cantoni importanti, come Basilea-Città (13%), Neuchâtel (13,6%) o Vaud (13,8%). Ginevra è al 14%, mentre San Gallo (14,5%) e Grigioni sono molto vicini (14,7%).
Il Ticino è fra i Cantoni che dovranno compiere uno sforzo, perché si situa al 19,2%. Il Cantone prevede comunque una riduzione al 15,89% a partire dal 2025. Sono soltanto otto i Cantoni che si trovano ancora sopra il 15%, tra loro – oltre ai già citati – anche Argovia, Basilea-Campagna e Giura. Alcuni Cantoni hanno approfittato dell’occasione per mantenere o introdurre un tasso unico cantonale e sopprimere così la concorrenza fiscale fra comuni. I dati che abbiamo citato qui sopra concernono la tassazione globale a livello di capoluogo o città importanti.
La legge federale prevede tuttavia vari sistemi per favorire fiscalmente le aziende: dalla tassazione dei brevetti (Patentbox) a deduzioni per spese di ricerca a livello nazionale, che però, alla luce della realtà, risultano poco attraenti o utilizzabili in misura ridotta. Per contro, aumenta la pressione fiscale sui dividendi da partecipazioni importanti. La stessa tassazione dei dividendi, per limitare la doppia imposizione, avviene in misura del 70% a livello federale, mentre a livello cantonale varia fra il 60 e il 53%.
A livello internazionale, la Svizzera si avvicina molto alla media europea e di altri paesi, che oscilla fra il 20 e il 30%. Concorrenziali restano paesi come Hong-Kong e Singapore (dal 15 al 20%). Anche all’estero queste medie vengono però corrette dall’applicazione di vantaggi particolari. In Europa la media scende così dal 23 al 15%, secondo uno studio recente sui paesi dell’UE volto a stabilire l’onere fiscale effettivo sugli utili delle imprese.