Da qualche tempo (vedi «Azione» del 13.3.2017) circolava all’interno del Consiglio federale l’idea di attenuare uno degli aspetti rigidi del freno all’indebitamento. Più concretamente di poter utilizzare le eccedenze dei bilanci annuali della Confederazione per altri scopi che non siano la costante riduzione del debito pubblico, come finora.
L’idea viene avvalorata dal fatto che di regola il risultato del bilancio annuale è molto migliore di quello preventivato, soprattutto dal lato delle spese. Fra il 2003 e il 2016, le spese ordinarie sono risultate – a conti fatti – di 1,2 miliardi inferiori a quelle preventivate, il che corrisponde a circa il 2% delle spese totali.
L’Amministrazione federale delle finanze stimava finora che le eccedenze non preventivate, in futuro, in media, avrebbero raggiunto più o meno i 750 milioni di franchi all’anno. Anche per l’anno in corso l’Amministrazione federale stima l’ammontare dei crediti non utilizzati in circa 400 milioni di franchi netti, dedotti cioè i crediti supplementari concessi durante la gestione 2017 e i superamenti di credito.
Secondo le regole del freno all’indebitamento, queste eccedenze devono essere dedicate alla riduzione del debito pubblico, poiché si tratta di eccedenze strutturali. Per contro, un eventuale deficit strutturale deve invece essere compensato negli anni seguenti. Dall’introduzione del freno all’indebitamento nel 2003, la Confederazione ha ridotto il proprio debito lordo da 124 miliardi a 99 miliardi di franchi. Senza cambiare le regole, la tendenza dovrebbe continuare, mantenendo quindi la Svizzera fra i paesi con il minor debito pro-capite al mondo e garantendo in pratica copiose riserve per interventi importanti in caso di necessità. Il Consiglio federale vorrebbe però usare queste riserve in modo più attivo, impiegandole per esempio, almeno in parte, per spese supplementari. Prima di prendere una decisione ha però voluto consultare un gruppo di esperti, composto da quattro professori universitari e da un ex-amministratore delle finanze federali.
Le conclusioni di questo gruppo di lavoro non vanno però nella direzione che il Consiglio federale avrebbe voluto. La raccomandazione principale del rapporto, pubblicato a fine agosto, suggerisce infatti di non modificare le regole del freno all’indebitamento. Questo perché, in futuro, le eccedenze non preventivate non dovrebbero più raggiungere i livelli degli anni scorsi. Ma poi anche perché la situazione molto favorevole verificatasi dopo la crisi finanziaria, con interessi molto bassi e un’inflazione molto ridotta, difficilmente potrebbe ripresentarsi in futuro. Potrebbe invece verificarsi il contrario, se già oggi i cambiamenti attuati e il ridotto spazio di manovra dell’Amministrazione lasciano prevedere eccedenze inferiori.
Il gruppo di lavoro lascia però una porta aperta alle intenzioni del Consiglio federale, quando dice che in futuro le regole del freno all’indebitamento potrebbero essere rivedute, se le eccedenze dovessero essere importanti, contro le attuali previsioni. Il Consiglio federale, per il momento, ha preso atto del rapporto, ma seguirà attentamente l’evoluzione dei bilanci e, nel 2019, sulla base di un rapporto del Dipartimento federale delle finanze, esaminerà alcune varianti sul come procedere. Nel frattempo vorrebbe anche esaminare, entro fine anno, la possibilità di compensare eventuali perdite di entrate, dovute a riforme fiscali, mediante le eccedenze di bilancio.
Possibilità che il rapporto degli esperti non contempla, confermando invece che eventuali allentamenti delle regole non devono servire ad aumentare le spese, ma piuttosto – come detto – a ridurre le imposte. Collegare il freno all’indebitamento con la politica di bilancio o fiscale ne potrebbe indebolire la credibilità.
Secondo gli esperti, la Confederazione, accanto al debito «ufficiale», ha anche qualche debito «occulto». Per esempio per l’AVS con rendite promesse, ma non ancora finanziate. Questo potrebbe essere l’unico caso in cui si possono usare le eccedenze, ma – precisano gli esperti – solo se anche l’AVS si dota di un freno all’indebitamento, per calmare le continue richieste di maggiori spese. Un eventuale trasferimento delle eccedenze al Fondo AVS aumenterebbe il deficit della Confederazione, ma ridurrebbe quello occulto, lasciando la situazione invariata. In fondo, se la Confederazione realizza eccedenze di bilancio, vuol dire che ha prelevato troppe tasse e imposte, per cui il suggerimento di ridurre le imposte conserva tutta la sua attualità.