Boom di autodenunce spontanee

La mini-amnistia federale per i capitali nascosti, ma soprattutto l’avvicinarsi dello scambio automatico di informazioni fiscali, ha provocato la corsa alla dichiarazione spontanea esente da pena
/ 06.02.2017
di Ignazio Bonoli

Le amministrazioni cantonali delle contribuzioni segnalano il probabile arrivo nelle casse cantonali di centinaia di milioni di franchi, grazie alle eccezionalmente numerose richieste di poter beneficiare dell’autodenuncia esente da pena per capitali finora non dichiarati. Gli ultimi mesi del 2016 hanno visto un aumento sensibile delle autodenunce, in molti casi sicuramente a causa dell’avvicinarsi dello scambio automatico di informazioni fiscali tra paesi.

Questo scambio automatico di informazioni diventerà effettivo nel 2018 e si baserà sui dati del 2017. Tuttavia l’arrivo di un numero elevato di autodenunce ha fatto in modo che non tutti i cantoni siano riusciti a trattare tutte le pratiche, per cui i dati globali non sono ancora completi. Vista la situazione, il canton Neuchâtel ha perfino prolungato di tre mesi il termine per l’autodenuncia esente da pena.

L’iniziativa era stata presa dalla Confederazione già nel 2010, mentre altre iniziative per amnistie fiscali cantonali – come per esempio in Ticino – non avevano avuto tutte pari successo. L’autodenuncia spontanea si è intensificata già nel 2014, quando è apparso chiaro che anche la Svizzera avrebbe dovuto partecipare allo scambio automatico di informazioni fiscali con i paesi dell’UE e dell’OCSE. Come detto manca ancora una statistica precisa del numero di autodenunce e dell’ammontare dei capitali così dichiarati. Fino alla scorsa primavera, la Confederazione valutava in circa 22’000 le pratiche avviate e in 24,7 miliardi i capitali venuti alla luce. Un’indagine presso le amministrazioni cantonali constata però, negli ultimi mesi, una notevole accelerazione, con cifre da primato.

Così il canton Zurigo annuncia 3600 richieste per un ammontare globale di capitali dichiarati di 5573 milioni di franchi. A San Gallo le pratiche sono 2608 per 1307 milioni. A Basilea-Città sono 2071 pratiche per 2297 milioni, mentre a Lucerna si parla di 2236 casi per un totale di ben 8791 milioni di franchi. In quest’ultimo caso, una sola persona pagherà in più ben 4,5 milioni di franchi. Anche Svitto, cantone fiscalmente favorevole, ha ricevuto 1251 richieste per un totale di 843 milioni di franchi.

Ovviamente a queste cifre corrispondono maggiori entrate per le imposte cantonali e comunali. Per Zurigo si tratta di 409 milioni, per Basilea-Città di 113 milioni. Anche nel canton Ticino le cifre sono ragguardevoli: nel 2016 sono state registrate 963 autodenunce per una sostanza emersa di 1368 milioni di franchi, che provocherà una maggiore entrata fiscale di 60 milioni di franchi. Ginevra, che al momento dell’indagine non disponeva ancora di cifre precise, prevede oltre 2000 denunce spontanee.

È evidente la pressione esercitata dall’avvicinarsi dell’introduzione dello scambio automatico di informazioni fiscali, sia direttamente sia indirettamente. Buona parte delle dichiarazioni è dovuta, infatti, alla politica del denaro dichiarato introdotta dalle stesse banche, che consigliano e, in certi casi, chiedono al cliente di dichiarare al fisco i propri conti. Vi sono poi anche situazioni particolari, come quella di Ginevra, in cui si suppone che molte richieste siano dovute allo stesso inasprimento del diritto fiscale federale in caso di frode di sussidi, soprattutto da parte di stranieri.

Una buona parte dei capitali emersi dovrebbe inoltre essere dovuta a capitali depositati all’estero e non dichiarati, che potrebbero venire alla luce con lo scambio automatico delle informazioni.

In sostanza, quello che si sarebbe voluto con le tanto criticate amnistie (giustificate in caso di grandi cambiamenti del sistema) si sta realizzando con la parziale amnistia per mezzo di autodenuncia esente da pena, che farà comunque entrare cospicui capitali nelle casse federali, cantonali e comunali. Tutti i cantoni constatano un forte aumento di denunce spontanee. Come detto il canton Neuchâtel ha perfino prolungato il termine per l’inoltro al 31 marzo 2017. Finora a Neuchâtel sono state presentate 270 denunce, contro le 172 del 2015.

Le cifre sorprendono anche per l’ampiezza del denaro nascosto. Difficile però valutare a quanto possa ammontare il totale. Stime prudenti valutano il «nero» tra il 10 e il 20 per cento della sostanza globale, il che significherebbe un volume di circa 150 miliardi di franchi. Volume che potrebbe aumentare con l’adesione di altri paesi all’accordo AIA. Il prossimo anno vi aderiranno parecchi paesi latino-americani. A quanto pare vi sarebbe parecchio denaro non dichiarato nelle banche di questi paesi. Vi potrebbero anche essere contribuenti che aspettano fino all’ultimo momento per beneficiare magari di una amnistia più generosa. È chiaro che per finire tutto il denaro nascosto verrà alla luce. Questa previsione, più che una migliorata coscienza del singolo o del gruppo avrà avuto effetti positivi sulle casse di parecchi enti pubblici.