«Carnevali in sicurezza». Risiede già nel nome l’intento, di più, il progetto, affinché il divertimento prevalga nella moltitudine di balli e mascherate e perché la violenza non trovi cittadinanza nelle corti dei regnanti e in nessun luogo mai.
Livio Mazzuchelli, 69 anni, di Carnevali ne ha visti tanti e nella sua veste di presidente di lungo corso di Or Penagin a Capriasca, di rito ambrosiano, prossimo ad inaugurare la sua 119esima edizione, dal 2007 ha messo a punto un Regolamento di sicurezza al quale hanno aderito altri sei comitati: Lingera di Roveredo Grigioni, Nebiopoli di Chiasso, Carnevaa di Goss di S. Antonino, Carnevale di Maggia, Isone e di Rivera. In cosa consiste? «Nelle diffide, alla stessa stregua di quanto avviene negli stadi. Chi compie risse o altri tipi di reati viene diffidato per due edizioni. Il suo nome viene inserito sulla “lista nera” dopo un verbale e reso noto a tutti i “Carnevali in sicurezza” in rete, cosicché se questo stesso avventore viene sorpreso in altri disordini, ecco che nei suoi confronti scatta da parte nostra la denuncia penale per violazione di domicilio; mentre la vittima dell’alterco ha dal canto suo tempo tre mesi per sporgere querela di parte, a meno che non si tratti di un reato più grave per cui l’inchiesta viene aperta d’ufficio» – spiega Mazzuchelli, che fa sapere come i diffidati quest’anno siano complessivamente una ventina, ammoniti durante l’edizione dello scorso anno. «Si tratta soprattutto di giovani sopra i vent’anni. Il regolamento ha base legale. Abbiamo infatti ottenuto una consulenza giuridica dal procuratore pubblico Antonio Perugini».
Dal profilo della sicurezza qual è stata l’evoluzione? «La situazione migliora di anno in anno. Queste misure adottate sortiscono vieppiù l’effetto sperato, fanno da deterrente. E va comunque detto che ci sono anche bravi giovani, che si comportano adeguatamente. Le persone che partecipano al Carnevale con altre intenzioni si riconoscono piuttosto facilmente. Il nostro servizio di sicurezza, come anche quello degli altri sei Carnevali affiliati, è gestito dalla società Rainbow. L’importanza di avere una sicurezza interna si riscontra nell’intervento immediato, saper cioè fermare sul nascere situazioni che potrebbero degenerare. Tutti i responsabili delle diverse tendine sono inoltre muniti di radiotrasmittenti, cosicché in caso di risse o disordini improvvisi possano allertare gli agenti di sicurezza».
Infondere uno spirito positivo, proprio del Carnevale, e portare all’interno delle diverse manifestazioni il proprio esempio è invece la carta che gioca ormai da dodici anni l’Associazione regnanti della Svizzera italiana (Arsi), alla quale sono affiliati oltre 130 dei circa 200 Carnevali presenti in Ticino. Dichiara il presidente, Damiano Piezzi, al secolo Re di Giumaglio: «Lo scopo del nostro sodalizio, nato nel 2007, è chiaro: conservare la tradizione dei Carnevali della Svizzera italiana e dell’Insubria, divulgare e promuovere un Carnevale basato sul divertimento sano, coinvolgente e responsabile, promuovere manifestazioni, eventi e attività di carattere benefico e senza scopo di lucro».
Ma concretamente come riuscite a conseguire questi nobili intenti? «Noi non facciamo parte direttamente delle società di organizzazione dei diversi Carnevali preposti a far rispettare regole o a predisporre agenti di sicurezza. Cerchiamo di sensibilizzare il pubblico alla problematica della violenza e a promuovere gli avvenimenti a favore del divertimento e dell’allegria portando una nostra precisa filosofia. Uno dei nostri cavalli di battaglia riguarda l’organizzazione ogni anno al capannone di Pregassona del “Carnevalarsi” dedicato alle persone meno fortunate (Tavolino Magico, Unitas, Gruppo sportivi diversamente abili) che di fatto apre la stagione dei Carnevali in Ticino. Qui dimostriamo proprio lo spirito del sano divertimento, come primo chiaro segnale. Per il resto, noi 130 regnanti riuniti in associazione presenziamo ai diversi Carnevali in programma in tutto il Cantone, ognuno con corti, paggi e damigelle, così da ritrovarsi tutti insieme tra regnanti e muoverci in gruppo, portando un buon clima: si partecipa attivamente alle diverse lotterie, giochi, aperitivi, alla premiazione delle mascherine. Passiamo da una corte all’altra del Ticino per tenere viva la tradizione di re e regine. Ci uniamo inoltre, come Associazione regnanti della Svizzera italiana, ad alcuni dei numerosi cortei, sfilando al fianco delle formazioni locali, partecipando al clima allegro e ai colori del Carnevale. Per noi l’impegno si protrae sino a fine marzo: partecipiamo infatti anche a Carnevali d’oltre Gottardo, dal momento che siamo membri dell’Associazione svizzera dei regnanti».
Un instancabile e fondamentale impegno in Ticino a favore della prevenzione della violenza giovanile e dell’aiuto alle famiglie coinvolte, nonché per onorare la memoria di Damiano Tamagni, vittima di un omicidio nel febbraio 2008 durante il Carnevale di Locarno, arriva dall’omonima Fondazione creata pochi mesi dopo la tragedia dal padre, Maurizio Tamagni, 62 anni. «Prevenzione è la nostra parola chiave», dichiara il presidente. «Il progetto principale, che si rinnova con successo da undici anni, riguarda il concorso di disegno promosso ogni settembre in tutte le scuole Medie del Cantone, “Un Carnevale divertente per tutti”: gli allievi devono presentare un disegno-manifesto che poi viene valutato da una giuria ad hoc e l’opera vincitrice viene stampata in una migliaio di esemplari distribuiti a tutti i Carnevali della Svizzera italiana e affisso nei treni Tilo. Quest’anno lo slogan è “Da Airolo a Chiasso senza violenza solo spasso”».
«Per noi l’obiettivo interessante – evidenzia Maurizo Tamagni – non è solo il disegno, ma la promozione da parte dei singoli docenti di una riflessione con gli studenti sul tema della violenza». La vostra Fondazione elargisce aiuti mirati. Da parte vostra quali sono i criteri per decidere quali richieste di sostegno assecondare? «Sono numerosissime le richieste di fondi, da piccoli progetti – ad esempio giovani che intendono organizzare un concerto rap – a iniziative più grandi, come il sostegno della città di Lugano per il progetto di prossimità a favore dell’inserimento dei giovani, attraverso il furgoncino mobile “TheVan” per il quale abbiamo versato un importante contributo che ha consentito all’iniziativa, che riteniamo di grande importanza, di poter proseguire. Stiamo inoltre sostenendo un altro progetto simile in alto Malcantone, attualmente in fase sperimentale. Un altro contributo significativo lo abbiamo elargito a favore della formazione dei coach di Midnight Sport in palestra il sabato sera a favore dei giovani». L’impegno personale di Maurizio Tamagni per la quotidiana lotta contro ogni forma di violenza si rinnova da lungo tempo. «Partecipo a dibattiti e vengo chiamato in diverse scuole Medie. Ogni volta si riaprono delle ferite, ma sento che il mio impegno morale è importante. Molte volte – assicura il nostro interlocutore – gli episodi di violenza sono sommersi e non si leggono sui giornali».