Con il videogioco Niche si imparano i principi base della genetica

Videogiochi Swiss made

L’emergente industria dei videogiochi svizzera è in forte espansione, i suoi prodotti sono spesso innovativi e con una forte visione artistica
/ 15.07.2019
di Stefano Castelanelli

Zurigo. 09h30 di mattina. Philomena Schwab entra nell’ufficio della sua ditta alla Pfingstweidstrasse, nell’emergente quartiere di Zürich-West. Alle 10h è in programma il daily stand-up, il briefing giornaliero in cui ogni membro del team riferisce sullo stato del proprio lavoro e sui problemi incontrati. Il team di 10 persone, che include laureati delle scuole di arte e design, informatici e professionisti che hanno cambiato carriera, lavora a diversi progetti. A seconda del progetto, Philomena deve occuparsi di differenti aspetti. «Il lavoro è diversificato e mi piace molto» rivela Philomena. Si passa dal collaborare con gli influencer di YouTube per sviluppare video LetsPlay, al creare personaggi, contenuti e storie dei videogiochi fino alla programmazione dei videogiochi e delle interfacce grafiche. Philomena è infatti co-fondatrice dello studio svizzero di videogiochi Stray Fawn e si è laureata in game design presso la Scuola d’Arti di Zurigo (ZHdK). Era destino che studiasse game design. «Da bambina mi piaceva tanto disegnare, mentre da ragazza scrivevo fumetti e trovavo interessante l’informatica», ammette Philomena. All’età di 16 anni, quando ha appreso dell’indirizzo di studi in game design, Philomena sapeva che era lo studio perfetto per lei. Tuttavia aveva anche un’altra grande passione: la biologia. Per molto tempo non riusciva a decidersi tra game design e biologia. «Alla fine ho scelto game design – racconta Philomena – durante il lavoro di bachelor, quando dovetti creare il mio primo videogioco, ho però combinato le mie due passioni e ho sviluppato il gioco di sopravvivenza genetica Niche». 

Il videogioco si basa sulle conoscenze di genetica. All’inizio del gioco si controllano un paio di animali che hanno specifici geni e caratteristiche. Nel corso del gioco, gli animali si trovano su diverse isole, ognuna con il proprio clima, alimenti e predatori. Tramite la riproduzione tra gli animali e le mutazioni genetiche si possono generare nuove specie. L’obiettivo è quello di mantenere in vita i propri animali, nonostante i pericoli causati da predatori, cambiamenti climatici e malattie pericolose. Se la specie muore, si ha perso. Giocando a Niche si imparano i principi base della genetica. Per questo motivo il gioco sarà presto disponibile per le scuole, e questo gratuitamente. Philomena ha sviluppato il prototipo alla fine del bachelor. Nella sua tesi di master, lei e il suo team hanno potuto avviare con successo una campagna di crowdfunding e raccogliere oltre 75’000 franchi. Inoltre hanno anche ricevuto 25’000 franchi da un programma di finanziamento di Pro Helvetia. Con i soldi ottenuti sono stati in grado di sviluppare una prima versione finale del videogioco. Niche è diventato un successo commerciale e ha venduto oltre 200’000 copie. Le entrate hanno consentito a Philomena e al suo team di lavorare a ulteriori progetti. Philomena è una game designer di talento. Nel 2017 è stata nominata nell’elenco di Forbes dei 30 più influenti under 30 dell’industria europea della tecnologia. «Grazie alla fama ho anche ricevuto numerose offerte dalla Silicon Valley, ma ho sempre rifiutato», dice Philomena. «Voglio restare in Svizzera e contribuire a sviluppare l’emergente industria dei videogiochi nazionale».

La Svizzera come produttore di videogiochi? A prima vista vengono in mente piuttosto il Giappone o gli Stati Uniti. Tuttavia la scena svizzera è in rapido sviluppo e può già contare su alcuni successi commerciali, come Niche ad esempio. Tutto ha avuto inizio con un’iniziativa di Pro Helvetia. Dal 2010 la Fondazione per la promozione dell’arte e della cultura svizzera sostiene con contributi finanziari progetti innovativi che sviluppano videogiochi. Il programma di finanziamento ha portato anche alla creazione di un’etichetta: Swissgames. Grazie ai finanziamenti, l’industria svizzera dei videogiochi si è gradualmente professionalizzata. I progetti sono spesso innovativi e hanno sviluppato una loro propria estetica: produzioni relativamente brevi e dinamiche di gioco semplici, ma molto orientate al design e con una grafica chiara e inusuale. Questo carattere innovativo coniugato a una forte visione artistica viene regolarmente premiato ai festival, dove spesso uno o più giochi svizzeri ottengono premi.

Ma l’industria del gioco globale è un ambiente complesso e gli sviluppatori svizzeri sono esposti all’aspra concorrenza globale. Il mercato globale dei videogiochi è dominato da un numero limitato di prodotti. Anche se la produzione è estremamente diversificata e serve numerosi mercati di nicchia, il consumo di massa si concentra su alcuni pochi grandi successi. Per gli sviluppatori indipendenti di videogiochi è difficile generare entrate sufficienti dal loro lavoro. Lo sviluppo di videogiochi diventa così un’occupazione secondaria e solo pochi sviluppatori indipendenti possono vivere della loro attività. Questo vale anche per la Svizzera. «All’inizio abbiamo dovuto fare a meno dello stipendio per un anno intero – rivela Philomena – poi sono arrivati i primi finanziamenti che ci hanno permesso di pagarci un salario minimo. Solo con il successo commerciale di Niche però abbiamo guadagnato abbastanza da poter vivere grazie alla nostra attività». 

A differenza di altri paesi, la Svizzera non ha ancora un’industria dei videogiochi completamente integrata, ma possiede un numero crescente di attori più o meno indipendenti. Oggi ci sono tra 100 e 120 piccole ditte le cui attività sono completamente o parzialmente orientate alla produzione di videogiochi. Nel 2010 ce n’erano solo una decina. Il settore sta quindi vivendo una forte crescita. La produzione svizzera è caratterizzata da una grande diversità. Alcune ditte hanno creato un business dallo sviluppo dei videogiochi, come lo studio Stray Fawn di Philomena. Ci sono poi ditte che stanno sviluppando i primi videogiochi con un grande potenziale commerciale. Altri sviluppatori stanno lavorando a progetti altamente innovativi: dai simulatori di volo, ai film interattivi o alle opere artistiche.

Molti studi di videogiochi sono stati fondati da laureati delle scuole di arte e design o dai Politecnici federali svizzeri. Queste istituzioni educative e di ricerca svolgono un ruolo centrale nello sviluppo del settore. Le loro attività vanno oltre la formazione. Si formano poli di competenza legati a queste istituzioni. Il Politecnico federale di Zurigo, ad esempio, gestisce un Game Technology Center che combina tutte le attività di ricerca e formazione relative alla tecnologia per videogiochi. All’ECAL di Losanna siede l’EPFL + ECAL Lab che sfrutta il potenziale delle nuove tecnologie nel design. Inoltre, alcune società straniere aprono studi in Svizzera e collaborano con le università. Il Laboratorio Disney Research di Zurigo o lo studio di produzione inglese Gobo si sono ad esempio stabiliti a Zurigo e collaborano con l’ETH di Zurigo. Questo stretto legame tra l’eccezionale formazione di arte e design e l’alto livello di istruzione tecnica è uno dei punti di forza dell’industria svizzera dei videogiochi. Data la loro creatività, originalità e competenza, gli studi di videogiochi svizzeri hanno un grande potenziale per sviluppare progetti competitivi a livello internazionale. In un futuro non troppo lontano, la Svizzera sarà forse famosa in tutto il mondo non solo per il cioccolato, gli orologi e le banche, ma anche per i videogiochi.