Un confronto breve, diretto e informale fra piccoli gruppi di giovani e politici o esperti seduti allo stesso tavolo a discutere di temi specifici, principalmente di interesse locale. È la formula dello Speed Debating, sperimentata per la prima volta anche in Ticino lo scorso 3 maggio per iniziativa del Parlamento dei Giovani della Città di Lugano. Un pomeriggio occupato da una sequenza di brevi dibattiti durante i quali si sono affrontate problematiche che riguardano tutti i cittadini e i giovani in particolare. Lo Speed Debating si è svolto in contemporanea in otto città svizzere, dove è stato apprezzato dai rappresentanti delle due parti in causa come possibilità di essere protagonisti della discussione da un lato e occasione per conoscere direttamente le esigenze delle nuove generazioni dall’altro. All’evento segue di principio un approfondimento delle proposte emerse, per poi sottoporne alcune alle autorità.
Per avvicinare i giovani fra i 15 e i 25 anni alla vita pubblica tramite lo Speed Debating il comitato del Parlamento dei Giovani luganese ha puntato soprattutto sul rapporto diretto. Più di social network e volantini in questo caso hanno potuto le parole dei coetanei, che hanno convinto i compagni incontrandoli nelle classi, alle assemblee degli studenti e nei centri giovanili. «I partecipanti sono stati una quarantina – spiega Angela Botteon, copresidente del Parlamento dei giovani della Città di Lugano – suddivisi in sette tavoli. Anche la presenza di diversi interessati non iscritti è stata incoraggiante. Il successo di partecipazione ha ripagato l’intenso impegno richiesto a livello organizzativo». Il comitato ha infatti lavorato quasi tre mesi per mettere a punto i temi da trattare e cercare i relativi ospiti. Ogni tavolo ha inoltre beneficiato della presenza di un moderatore. Allo Studio Foce si è discusso di trasporti pubblici e spazi urbani, orari di apertura di bar e negozi, regolamentazione della canapa, cambiamenti legati alla riforma «La scuola che verrà», Alptransit, nuove tecnologie, manipolazione delle notizie, mercato locale e globalizzazione, giovani e politica.
«Anche chi pensava che lo Speed Debating potesse essere un po’ noioso, oppure riservato a studenti competenti e preparati, si è ricreduto, apprezzando la formula dell’incontro che non richiede particolari doti ed è molto spontaneo». La copresidente, prossima alla maturità al Liceo di Lugano 1, aggiunge che i partecipanti erano per la maggior parte studenti fra i 16 e i 19 anni. Fra i feed-back del primo Speed Debating vi è quindi la necessità di riuscire ad allargare la partecipazione ai giovani già inseriti nel mondo del lavoro. Sì, perché l’intenzione è quella di riproporre l’appuntamento almeno una volta all’anno. Il Parlamento dei Giovani luganese ritiene che con questa formula si riesca a mobilitare un maggior numero di interessati rispetto alle attività precedenti basate su più giornate per un unico argomento. In questo modo si evita inoltre di far concorrenza al Consiglio cantonale dei giovani che già propone annualmente un ciclo di incontri volti a formulare proposte concrete al Consiglio di Stato. Per l’organismo luganese, fondato nel 2014, il progetto dello Speed Debating, suggerito dalla Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani, è infine più compatibile con le risorse a disposizione, risorse che si spera vengano rinnovate grazie all’adesione di nuove leve.
Lo sviluppo dello Speed Debating è auspicato anche da parte del mondo politico, come ci conferma Cristina Zanini Barzaghi, municipale di Lugano che ha discusso con i giovani di mezzi di trasporto pubblici e spazi verdi in città. «Ho partecipato con molto piacere a questa manifestazione, apprezzando il fatto che i giovani si trovino al centro dell’attenzione. Essi hanno così la possibilità di svolgere una lezione di civica in modo molto pratico». Dal punto di vista dei politici, aggiunge la municipale luganese, «lo Speed Debating rappresenta un’occasione importante per conoscere meglio le esigenze delle nuove generazioni. Attraverso questa innovativa forma di incontro si può inoltre far comprendere meglio alle ragazze e ai ragazzi come funziona la politica. Spero quindi vivamente che in futuro la si possa riproporre con regolarità estendendola alle altre scuole superiori».
Accanto a Cristina Zanini Barzaghi, hanno animato i tavoli del primo Speed Debating ticinese il consigliere di Stato Manuele Bertoli, il sindaco di Lugano Marco Borradori, i giovani politici Tessa Prati di Lugano e Fabio Käppeli di Bellinzona, Claudia Sassi, direttrice aggiunta della Divisione della formazione professionale e il giornalista Giancarlo Dillena, già direttore del «Corriere del Ticino».
Nell’insieme delle otto sessioni svizzere – oltre a Lugano hanno ospitato uno Speed Debating Ginevra, Losanna, Friborgo, Morges, Neuchâtel, Yverdon e Köniz – i giovani coinvolti sono stati oltre 170, mentre i politici e i professionisti circa 50. Per la Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani, centro di competenza politicamente neutrale impegnato nella partecipazione e formazione politica dei giovani secondo il principio «dalla gioventù per la gioventù», si tratta di un successo che indica la giusta via per fare in modo che l’interesse dei giovani per la politica, confermato da un’indagine della Federazione, si concretizzi in un impegno effettivo. Daniel Mitric, già attivo nel Consiglio cantonale dei giovani ed ora collaboratore in seno alla Federazione, precisa: «Il monitor politico easyvote, pubblicato a metà marzo, ha evidenziato che i giovani si impegnano più volentieri su temi concreti. La Federazione intende quindi sviluppare progetti che vanno in questa direzione, come appunto lo Speed Debating». Qual è l’idea all’origine di questa nuova opportunità di discussione? «In Svizzera lo Speed Debating è stato lanciato e sviluppato nel 2013 dal Parlamento dei giovani del canton Ginevra proprio per dar vita a dibattiti politici vivaci, partecipativi e meno formali. Lo scopo è quello di un confronto di idee spontaneo e costruttivo su questioni di attualità».
La chiave di questa nuova proposta che da Ginevra ha iniziato a diffondersi nel resto della Svizzera è la dinamicità, perfettamente in sintonia con il modo di essere dei giovani. Dalle discussioni svoltesi allo Studio Foce è emersa la loro sensibilità nei confronti dell’ambiente, sensibilità legata alla ricerca di una qualità di vita che passa da spazi verdi, zone pedonali, edifici ecologici e mezzi di trasporto più attenti alle loro esigenze. Il Parlamento dei giovani della Città di Lugano approfondirà ora le proposte raccolte per poi inserirle nella propria agenda e renderne partecipi le autorità cittadine.