Un'Inghilterra meno inquinata

Motori - Il Governo punta sui veicoli completamente elettrici e non più sulle ibride. Anche i taxi tradizionali sono pronti a una metamorfosi ecologica
/ 19.11.2018
di Mario Alberto Cucchi

L’auto ibrida è la soluzione definitiva per sconfiggere l’inquinamento? No, l’ibrido non è mai stato un punto d’arrivo. Nel mondo dell’auto l’obiettivo delle motorizzazioni ibride, benzina-elettrico, diesel-elettrico e le altre alimentazioni miste è sempre stato quello di traghettare il mondo delle quattro ruote verso una mobilità più sostenibile. Per convincere gli automobilisti a sostituire auto a volte ancora in buona efficienza, in molti Paesi i Governi hanno offerto in nome dell’ambiente incentivi economici per chi optava verso questo tipo di alimentazione ecologica. Adesso che molti comprano auto ibride, cosa può accadere? Si andrà avanti con le sovvenzioni statali e gli incentivi delle concessionarie?

Una risposta arriva dall’Inghilterra. Il Regno Unito ha infatti deciso di ridurre sensibilmente gli incentivi previsti per chi acquista veicoli ibridi plug-in. Il provvedimento ministeriale entrerà in vigore questo mese e da una parte abolirà completamente il sussidio alla vendita di automobili ibride che emettono fino a 75 grammi per chilometro di CO2, mentre ridurrà del 22% (a 3500 sterline, circa 4600 franchi) quello previsto per i veicoli che emettono meno di 50 grammi/km di CO2 e hanno un’autonomia elettrica di almeno 70 miglia, circa 113 Km. Gli incentivi all’acquisto più importanti saranno riservati ai modelli full-electric, ovvero le auto che hanno esclusivamente il motore elettrico. Il motivo è proprio la grande diffusione dei mezzi ibridi. «Con modelli ibridi plug-in come il Mitsubishi Outlander diventati ormai popolari tra i consumatori, l’Esecutivo sta concentrando la sua attenzione su modelli a emissioni zero come Nissan Leaf e BMW i3», ha dichiarato il Governo in una nota.

Questa è l’Inghilterra. Se da una parte i reali si sposano ancora con la carrozza trainata dai cavalli, dall’altra i loro sudditi sono affascinati dagli ultimi ritrovati della tecnologia automobilistica. Proprio nella capitale britannica arriveranno i primi taxi senza taxista, in pratica senza pilota. Una flotta di taxi a guida autonoma potrebbe circolare per le strade di Londra entro i prossimi tre anni. È stato da poco siglato un accordo da una delle più grandi compagnie di taxi private a noleggio della city con un produttore di software per veicoli autonomi. Si tratta di Addison Lee Group che attualmente ha circa 5mila vetture in servizio attivo in città. La partnership strategica è stata firmata con il produttore di software Oxbotica. Niente fusioni, ma un obiettivo comune. Utilizzare tecnologie, competenze e risorse per il black cab (così si chiamano i neri taxi londinesi, ndr) del terzo millennio.

L’innovativo servizio taxi debutterà nella city nel 2021 per poi allargare il raggio di azione l’anno successivo. E la legge inglese cosa dice a riguardo? Al momento non consente il funzionamento dei veicoli su strade pubbliche senza un conducente umano. La soluzione? Più semplice di quello che si potrebbe pensare. Inizialmente i conducenti della compagnia di taxi Addison Lee saranno presenti nei veicoli per assistere i passeggeri con bagagli e anche per subentrare alla guida in caso di emergenza.

Una fase sperimentale utile, per poi arrivare ad avere i taxi senza conducente. Insomma, per ora saranno taxi autonomi ma sotto sorveglianza.