Ci sono mezzi che hanno fatto la storia dell’auto e tra questi c’è la Jeep. Basti pensare che con la parola Jeep molte persone indicano in modo generale i veicoli fuoristrada. Un esempio? «Ma che bella Jeep che hai comprato» detto al neo proprietario di una Land Rover. Capita, quando la forza del nome va oltre il prodotto. Quest’estate in Austria si è tenuto un raduno del Jeep Owners Group, il club che riunisce i proprietari di auto della Casa americana. Oltre 1200 persone accompagnate da 600 autovetture provenienti da 20 Paesi si sono date appuntamento per un’edizione da record. A Spielberg si sono ritrovati equipaggi provenienti da Italia, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Svizzera, Olanda, Polonia, Ungheria, Slovenia, Slovacchia, Lituania e Romania che si sono divertiti a mettere le ruote fuori dall’asfalto.
Il Jeep Camp è stata l’occasione per testare su strada la nuova Jeep Wrangler (battezzata JL), di cui sono in circolazione già 5 milioni di esemplari delle versioni precedenti. Presentata al Salone di Ginevra 2018, la Jeep Wrangler discende direttamente dalla mitica Willys usata dagli americani durante la seconda guerra mondiale e mantiene le caratteristiche che hanno reso quest’ultima celebre: dalle sette feritoie della calandra anteriore ai classici fari tondi. Ma siamo nel 2018, gli uomini Jeep lo sanno bene. Ecco quindi arrivare con la nuova Wrangler una corposa iniezione di tecnologia. Dai led applicati ai fanali sino ai dispositivi di assistenza alla guida. Sono disponibili 65 sistemi elettronici tra dotazione di serie e optional. Tra questi spiccano il Blind Spot Monitoring per monitorare l’angolo cieco e il Rear Cross Traffic Alert che avvisa durante le manovre del traffico sopraggiungente. Una pecca? Manca la frenata automatica d’emergenza. In dotazione invece un inedito sistema multimediale UConnect con nuove funzioni, schermi da 5, 7 o 8,4 pollici e display a sfioramento ad alta definizione. Ascoltare la musica e utilizzare il navigatore è diventato ancora più facile. Una chicca? L’inedito tettuccio che prevede tre opzioni: soft top, hard top tripartito e in tela apribile elettricamente fino a 88 km/h. Tornando al raduno va detto che in Austria sono stati messi a disposizione percorsi con diversi livelli di difficoltà che hanno consentito di mettere totalmente alla prova le capacità 4x4 della nuova Wrangler.
Due i sistemi di trazione integrale full time active on demand: Command-Track e Rock-Trac, con tecnologia «shift on the fly» che consente di passare dalle due alle quattro ruote motrici in marcia fino a 72 km/h, bloccaggi elettrici dei differenziali Tru-Lock, differenziale a slittamento limitato Track-Lok e barra stabilizzatrice anteriore a scollegamento elettronico.
La Wrangler, che arriverà nelle concessionarie svizzere entro la fine del 2018, si arrampica davvero ovunque sia con la variante due porte sia con la Unlimited a quattro porte. Le novità sono anche sotto il cofano: la nuova Jeep ha infatti un nuovo propulsore turbodiesel MultiJet II di 2,2 litri da 200 cavalli e un motore turbo benzina 2.0 da 272 cavalli entrambi abbinati di serie al nuovo cambio automatico a otto rapporti, e dotati del sistema Stop-Start. Ne deriva una diminuzione del 15% del consumo e dell’emissione di CO2. Insomma, una Jeep che traghetta il mito in un nuovo concetto di mobilità che non guarda più solo alle capacità da fuoristrada. A prova di questo ecco l’annuncio che a partire dal 2020 la nuova Wrangler riceverà in dote una variante ibrida plug-in, a conferma della graduale elettrificazione di tutto il Gruppo FCA.