Una sfida tra fango e sudore

Tendenza - Prendono piede anche in Ticino le corse a ostacoli che trasformano i podisti in guerrieri
/ 14.10.2019
di Romina Borla

Correre per chilometri e chilometri non basta. Bisogna superare palizzate sempre più alte, strisciare nel fango e sotto il filo spinato. Arrampicarsi su funi scivolose, affrontare rigide salite con tronchi sulle spalle. Fino a nuotare nell’acqua ghiacciata e saltare muri di fiamme. Le nuove frontiere del podismo si spingono sempre oltre e attirano un numero crescente di persone anche in Ticino. Di cosa stiamo parlando? Dell’OCR, acronimo di obstacle course racing (corsa ad ostacoli), una disciplina sportiva che combina la corsa a esercizi di forza e destrezza sviluppatasi dai primi anni 2000.

Chi la pratica deve affrontare un tragitto di diversi chilometri superando ostacoli sia naturali sia artificiali, di cui prima della partenza sa poco o niente. Gli esperti sostengono che lo sport in questione si ispiri ai percorsi creati nell’antica Grecia per allenare i guerrieri al combattimento, da qui il nome della gara più conosciuta, la Spartan Race. «Ma vi sono centinaia di competizioni in tutta Europa e nel mondo», dice Nadia Brusorio, presidente dell’OCR Ticino (associazione fondata nel 2017) e vicepresidente della Swiss obstacle sports federation.

Oltre ai campionati OCR, esistono infatti Inferno Run, Vikings Race, Ninja Warrior, Tough Mudder, Fisherman’s Friend Strongman Run, ecc. Gare dai nomi minacciosi diventate dei marchi che fanno cassa. L’iscrizione a una Spartan, ad esempio, costa oltre 70 euro e gli interessati possono acquistare abbigliamento sportivo e scarpe – ma pure gioielli e libri da cucina – col marchio del combattente bene in evidenza. Tra le bancarelle dei villaggi costruiti intorno agli eventi – siamo stati alla Spartan di Misano Adriatico (Emilia-Romagna) il 21 settembre scorso – trovi di tutto: dal giovane muscoloso col petto nudo al bambino orgoglioso della sua fascetta numerata (c’è un circuito studiato apposta per loro), dalla ragazza superfit alla signora in là con gli anni che però riesce ad arrampicarsi su barriere che voi umani…

«Si avvicinano a questo sport uomini e sempre più donne di tutte le età», conferma Brusorio. «Alcuni studi sottolineano come chi lo pratica occupi di solito una buona posizione lavorativa. Si tratta infatti di una disciplina costosa: fino a qualche anno fa per raggiungere le gare dovevi viaggiare, magari prendere un aereo, prenotare un hotel». Ma ora il fenomeno è in espansione anche alle nostre latitudini. Il 14 settembre scorso si è tenuta la prima Spartan in Svizzera, a Verbier. In Ticino le OCR sono arrivate un paio di anni fa con la Spartacus run a Lugano-Canobbio. Mentre in agosto, a Tesserete, si è svolta la prima edizione della Hannibal’s crossing.

L’OCR ha successo perché si svolge nella natura ed è uno sport completo, spiega la nostra interlocutrice. Richiede forza, resistenza, abilità, coordinazione ed equilibrio. «È una disciplina che ti costringe a uscire dalla tua comfort zone, a impegnarti per superare ostacoli che sono metafora delle difficoltà della vita». Inoltre è divertente – si percorre quello che sembra un enorme parco giochi – e dà la possibilità di gareggiare in squadra, sostenendosi a vicenda. «La solidarietà che nasce tra persone diverse tra loro è meravigliosa».

Nell’OCR c’è spazio per tutti, sottolinea l’intervistata, sono infatti previste tre categorie: open, age group (competitiva per classi di età) ed élite». Per quello che riguarda l’ultima, il Ticino vanta la presenza di atleti notevoli come Romina Sangiacomo, una delle giovani più promettenti in Europa. La «nostra» ha partecipato a diversi mondiali, classificandosi sempre nei primi posti. Anche Mauro Sandrini di Camorino ha ottenuto buoni risultati e ricorda con particolare emozione i Campionati mondiali invernali Spartan in Islanda: ventiquattro ore di fatiche in team (2017) e in solitaria (2018). «Mi sono allenato molto, in montagna e di notte» racconta. «Il vento, la pioggia e la neve non mi fermavano. Ero pronto a tutto e in Islanda ce ne voleva di forza fisica e mentale, specie nell’affrontare gli ostacoli ghiacciati: toglievi i guanti, stringevi i denti e afferravi quel metallo gelido sperando che la pelle non rimanesse attaccata. Ci sono stati parecchi infortuni e tanti hanno abbandonato. Io sono andato avanti, conquistando un quinto posto nella mia categoria. Con 84 km percorsi, 150 ostacoli superati, 390 burpees (speciale esercizio ginnico, ndr.) e un dislivello spaventoso».

Chi non si accontenta di correre, affrontando ostacoli nel fango o nella neve, può tentare sfide di resistenza di altro tipo. Ad esempio, Spartan offre degli «eventi basati sul lavoro di squadra» che possono durare dalle quattro alle sessanta ore: Hurricane heat (HH), HH12HR oppure Agoge. La 37enne di Cugnasco Fabiola Assuelli ha di recente sperimentato la HH insieme al marito. «Non è una gara ma una vera e propria missione di cui all’inizio sai poco», spiega. «Noi conoscevamo l’ora di partenza e la lista degli oggetti da portare: paracord (corda molto resistente, ndr.), nastro adesivo, indelebile, pile frontali, taniche da 10 o 15 litri, sacchi della spazzatura e così via. Ci siamo trovati alle tre del mattino. Eravamo in cinquanta. Abbiamo lavorato diverse ore per creare dei pozzi da riempire con l’acqua del mare. Ci aspettavano un percorso da superare e degli esercizi di forza da espletare. Faceva freddo ed era buio. Il sonno, la fatica e le attese erano difficili da gestire: c’era gente che usciva di testa. A me è piaciuto tanto. È meraviglioso lo spirito di gruppo che si crea in quelle situazioni. Come il fatto che, mentre tutti dormono, tu sei lì col tuo gruppo concentrato sul presente. Una sensazione impagabile».