Una quattroruote in autogestione

Motori - L’evoluzione della condivisione tra famigliare e amici, nella nuova tecnologia di Mercedes
/ 12.03.2018
di Mario Alberto Cucchi

«To share», ovvero condividere. Un verbo sempre più utilizzato. Si condivide un appartamento quando si è studenti, un tavolo al ristorante durante il pranzo, una connessione internet, a volte una scrivania in ufficio. Alcune società si sono specializzate nella gestione della condivisione di auto: il car sharing. Il mezzo è di proprietà di queste aziende e la condivisione avviene tra persone sconosciute. Un successo! Che è esploso con piattaforme come «bla bla car» (operante in 22 paesi) che aiutano a mettere in contatto i privati, i quali possono offrirsi sia come «taxi» (offrendo un passaggio, per costi molto ridotti) sia come viaggiatori. Ecco allora che anche le Case automobilistiche hanno studiato come evolvere il concetto.

Mercedes, ad esempio, ha sviluppato questo modo: la condivisione della propria quattroruote in autogestione. Ovvero un ulteriore car sharing tra privati. L’utilizzo di una sola auto in più persone. Come funziona? Attraverso una funzionalità specifica integrata nell’applicazione «Mercedes Me», parenti o amici potranno prenotare l’auto in base alle proprie esigenze. Lo smartphone funge da chiave elettronica comunicando con l’elettronica del mezzo e provvedendo a sbloccare le portiere in modo da permettere all’utente autorizzato di salire a bordo. Un po’ come con il car sharing del Car2Go. Una volta seduti al posto di guida l’utilizzatore potrà prendere la chiave di accensione che si trova a bordo e mettere in moto. In alternativa, si potrà anche utilizzare una chiave digitale che funzionerà sfruttando lo smartphone e la tecnologia NFC, acronimo di near-field communication, che fornisce una connettività bidirezionale a corto raggio.

E se il telefonino si dovesse scaricare, cosa succede? Nessun problema. Il modulo NFC può essere integrato in un adesivo da apporre ovunque, anche sul proprio smartphone pur se privo di NFC. Basta avvicinare l’adesivo al vano portaoggetti della consolle centrale ed ecco che si può mettere in moto la Mercedes con la semplice pressione di un pulsante, senza utilizzare la chiave.

Dieter Zetsche, presidente del Boardof Managment di Daimler AG e responsabile di Mercedes Cars spiega il perché si dovrebbe voler condividere la propria auto: «In media una vettura è ferma per 23 ore al giorno. Perché non guadagnare qualcosa in questo periodo di tempo? Il car sharing sarà un elemento chiave per il traffico urbano di domani».

Secondo la Casa della stella a tre punte, la proprietà dell’auto è quindi di un solo individuo che può decidere di «prestarla» per un periodo di tempo predeterminato. Una volta restituito il mezzo, l’amico beneficiario del noleggio chiude la vettura con l’app e la stessa non potrà più essere riaperta se non con un nuovo permesso del proprietario.

Un’evoluzione, un’ottimizzazione di un qualcosa che si faceva già nelle famiglie con lo scambio delle chiavi. I ragazzi neopatentati spesso usavano l’auto dei genitori per uscire la sera. La stessa che il sabato la madre usava per andare a fare la spesa. Quella che poi il padre utilizzava tutti i giorni per andare in ufficio. Negli anni il numero dei veicoli a disposizione delle famiglie è cresciuto sino a diventare due o tre, a volte di più per nucleo familiare. Con i problemi di traffico, parcheggio, costi e inquinamento che ben conosciamo. Oggi la tendenza si potrebbe invertire. Ed ecco allora che, grazie alla tecnologia, Mercedes ha ottimizzato una dinamica conosciuta nelle famiglie che ora si potrà allargare anche ai vicini di casa o agli amici.

Insomma a chiunque ha la necessità di utilizzare l’auto in un orario diverso dal nostro. Una tecnologia che è stata presentata al Mobile World Congress di Barcellona e che sarà inizialmente disponibile sulla nuova Mercedes Classe A.