Rimanere il più a lungo possibile al proprio domicilio, sentendosi rassicurati dalla presenza di una persona fidata e qualificata alla quale poter fare riferimento e rivolgersi in caso di bisogno. È quello che consente la figura del custode sociale, che risponde ad alcune esigenze del nostro tempo. Il numero delle persone anziane è infatti in aumento e i familiari più stretti spesso non riescono ad assicurare una presenza regolare. Al punto che a volte sono gli anziani stessi ad esprimere il desiderio di andare in una residenza per la terza età. «Noi puntiamo a favorire la permanenza al proprio domicilio delle persone con l’appoggio della rete di aiuto formale esistente che consente di mantenere una buona qualità di vita ed essere seguiti. Allo stesso tempo si infondono sicurezza e serenità ai familiari, apportando loro un sostegno concreto», afferma Marta Marchese, custode sociale di paese del comune di Cadenazzo, che ha alle spalle 22 anni di attività nel settore.
Il custode sociale è un operatore con esperienza nel campo socio-assistenziale, che collabora attivamente con gli altri attori presenti sul territorio – assistenti sociali, personale curante, medici, infermieri, gruppi di volontari ed enti di appoggio – nell’ottica di favorire il benessere dei propri utenti, e questo, anche, sviluppando una rete di supporto informale, composta da familiari, amici o vicini.
Figura professionale di creazione piuttosto recente, il custode sociale è pure presente, per esempio, nella vicina Italia. In Ticino è stata introdotta nel 2013 presso la Residenza Mesolcina di Bellinzona. Attualmente i custodi sociali nel nostro Cantone sono sei e sono attivi in altrettante strutture – residenze o quartieri – che dispongono di appartamenti concepiti per rispondere ai bisogni delle persone anziane, la cui gestione e promozione sono frutto di una collaborazione fra Pro Senectute Ticino e Moesano e i Servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico. Qui i custodi sociali sono a disposizione dei residenti garantendo presenza, assistenza e sostegno quotidiani e prevenendo l’isolamento sociale attraverso una cultura di prossimità.
La maggior parte delle residenze a misura di anziani è ubicata nel bellinzonese. Ad oggi, da Arbedo-Castione a Cadenazzo sono infatti oltre 200 gli alloggi di questo tipo, tra quelli già costruiti e quelli in via di progettazione o realizzazione.
Ed è proprio in un comune della regione che è stato fatto un ulteriore passo avanti in questo ambito. A Cadenazzo infatti, dal mese di ottobre, è attivo un «custode sociale di paese», una prima a livello non solo cantonale ma pure svizzero. La novità di questa proposta voluta da ABAD (Associazione Bellinzonese per l’Assistenza e la cura a Domicilio), in collaborazione con Pro Senectute e il Comune di Cadenazzo, sta nel fatto di estendere l’attività del custode sociale – che diventa sempre più una figura di riferimento per assistenza e cure a domicilio – potenzialmente a tutti gli anziani del paese, in particolare a quelli soli o i cui familiari non riescono ad essere presenti tanto quanto vorrebbero. Uno dei punti di forza di questa figura professionale sta proprio nel fatto di intervenire in modo mirato e concreto laddove l’anziano, o il suo entourage, non arrivano. Come esemplifica Marta Marchese, prima custode sociale di paese in Svizzera: «Se un anziano ha bisogno di prendere un appuntamento da uno specialista, necessita che si organizzi un servizio di trasporto per andare dal medico oppure è rimasto senza un medicinale, me ne posso occupare io». Il fatto di andare verso i propri utenti caratterizza l’agire di Marta Marchese in tutte le sfaccettature che lo compongono: «Nei momenti di socializzazione io porto delle proposte, poi il gruppo decide se fare una chiacchierata, bere un tè insieme o fare un gioco di società; voglio essere a loro disposizione perché con la mia attività miro al benessere dei miei ospiti». L’innovativo progetto si rivolge infatti anche alle persone anziane, residenti nel Comune, che semplicemente desiderano fare conoscenze o svolgere attività di gruppo. Marta Marchese le riceve all’interno di uno spazio riservato presso la Residenza InContro, una struttura privata di recente edificazione dove la custode sociale di paese ha il proprio ufficio.
Marta Marchese al mattino presta cure e assistenza a persone già seguite da ABAD o a coloro che ne presentano la necessità; durante alcuni pomeriggi, come detto, organizza attività gratuite di animazione o intrattenimenti, per esempio musicali o conferenze. «Con la collaborazione degli ospiti più autosufficienti, organizziamo anche pranzi in comune; queste attività possono sembrare banali, ma il fatto di stare insieme, fare due chiacchiere, due risate, pur nella sua semplicità, risulta benefico per l’anziano», commenta la custode sociale di paese, che, durante una mezza giornata o su appuntamento, è disponibile nel proprio ufficio per fornire informazioni e consulenza in ambito socio-sanitario; durante la settimana è reperibile telefonicamente e interviene in caso di necessità non programmate. «Con queste mie attività vorrei che le persone di cui mi occupo vedessero in me, con il tempo, una persona di cui potersi fidare, con cui potersi aprire, per le cose piccole ma anche per quelle più personali; il mio obiettivo ultimo è questo», conclude la custode sociale di paese.