Il 2019 sarà l’anno dei Ventenni Squali: «Sono connessi con il mondo, affamati, sperimentano, producono, nuotano liberi in un mondo pieno di rumore. Sono i ragazzi del nuovo Millennio. Se smettono di muoversi muoiono». Il caffè delle mamme incontra Giacomo Mazzariol, 21 anni, di Castelfranco Veneto, già autore di Mio fratello rincorre i dinosauri, bestseller tradotto in oltre 10 lingue. «È nata una nuova specie» spiega ad «Azione». «È in corso un maremoto».
Il simbolo è Max, 19 anni vissuti a Magnano, a venti minuti di treno da Padova, la musica del rapper Kendrick Lamar che gli urla nelle orecchie parole incomprensibili, il thriller Mr. Robot che lo aspetta sull’hard disk, una passione per la rivendita Carati, il negozio di famiglia in cui vengono smerciati prodotti per far crescere le piante e nutrire gli animali, Anna, Filippo, Bea e Andrea i quattro amici con cui condivide le giornate dall’asilo, nessuna smania di fuggire dalla mediocrità di provincia. È il protagonista del nuovo libro di Mazzariol Gli Squali (ed. Einaudi Stile Libero novembre 2018): «Certe specie devono nuotare senza sosta per non soffocare o per non cadere sul fondo del mare. Squali, ecco cosa eravamo, ecco cosa dovevamo essere – riflette Max –. Animali capaci di scivolare in un mondo che aveva perso solidità, che era diventato instabile. Nulla mi suonava negativo in quella parola usata per descriverci: squali. Non eravamo crudeli, solo affamati. Non eravamo impazienti, solo non potevamo restare immobili». La consapevolezza gli arriva all’improvviso: «Un attimo prima la vita procedeva lenta e costante: famiglia, amici, scuola. Poi sbam, fu come se il tempo si fosse risvegliato dal suo sonno cosmico e uno smottamento rimescolò tutto». Succede che Max – il cui unico scarto rispetto a chiunque lo circonda a Magnano è la riluttanza per i social e un’attrazione fatale per l’informatica – per hobby s’inventa un’App per cellulare che aiuta gli studenti a decidere quale università frequentare, incrociando gusti, carattere e obiettivi con corsi e indirizzi e quant’altro e viene reclutato dall’incubatore di start-up ePark dell’imprenditore Lorenzo Mutti, con sede a Roma dove il giovane deve trasferirsi a vivere: «Sarei stato pagato per fare cose che avrei fatto gratis nel tempo libero, una fortuna che capita a pochi, pagato da un’azienda che stava investendo in un’applicazione che avevo creato».
Max diventa l’emblema della Generazione Squali non tanto perché ha avuto un’intuizione felice, ma perché incarna una specie che naviga in un mare di stimoli: «Atene Amburgo Barcellona Berlino Bristol Bruxelles Budapest Cracovia Colonia Edimburgo Eindhoven Londra Madrid Oslo Parigi Porto Praga Riga Marrakech Lanzarote Lourdes Valencia Sofia. Questi sono gli aerei che due settimane fa su Ryanair costavano 9,78 – racconta Mazzariol in uno spettacolo teatrale di parole e musica che sta facendo in giro per l’Italia come tour di presentazione del libro –. La mia stanza a Roma la posso mettere su Airbnb se me ne vado per qualche mese. La macchina la noleggio, la mollo dove posso e poi la prende qualcun altro. Ragazzi e Share N Go. Prima di partire per Londra avevo già trovato casa, fissato un colloquio di lavoro, ero iscritto a un corso di teatro e addirittura mi ero inserito in un gruppo di videomaker grazie al quale potevo osservare dei set cinematografici. Arrivato lì mi sentivo già a casa e in ogni caso potevo rimanere in contatto con tutti i miei amici». La spiegazione: «Siamo a un punto di non ritorno. I nuovi nati entrano in un mondo in cui anche le nonne hanno lo smartphone. È come se nascessero in un mondo in cui le persone hanno tre braccia e va bene così. La tecnologia non è più qualcosa da capire, è un mare in cui si nuota. E le creature più potenti di quest’abisso si districano nel mare con candore sfacciato. Gli squali hanno un sensore laterale, riconoscere le correnti e le manipolazioni. Nascono con l’intuito e si accorgono quando vivono nell’acquario».
Nel nuovo millennio è più facile sognare: «I motivi per rimanere sdraiati – va ripetendo Mazzariol – non esistono». Li abbiamo considerati Sdraiati con l’omonimo libro di Michele Serra del 2013 (ed. Feltrinelli): «Giovani che dormono quando il resto del mondo è sveglio e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Una generazione sospesa e lontana da ciò che la circonda e apparentemente apatica». Forse è ora di rivalutarli come Squali. Una era la visione di un padre, adesso c’è la visione di un figlio che come Max non ha più l’acne, rinuncia ai timidi e mal riusciti tentativi di avere i capelli come gli altri, ha la barba tenuta male e il naso un po’ storto dopo un colpo in una partita di basket in cui, tra l’altro, è entrato all’ultimo minuto solo per far presenza, sorride al ricordo della cilecca alla prima esperienza sessuale in cui Anna risponde che è un vero disastro e che proprio per quel motivo gli avrebbe sempre voluto bene. È la forza di una generazione piena di strumenti, giovani che possono farsi notare da un produttore creando la propria musica e caricandola su una piattaforma prima di essere chiamati a cena dalla mamma; che possono procurarsi contratti di lavoro girando un video nel cortile di casa; che possono viaggiare liberamente in Europa – un territorio per cui i loro nonni si sono fatti la guerra.
Gli Anna e Marco di Lucio Dalla in cui l’«America è lontana / dall’altra parte della luna» appartengono all’epoca che fu. Ma la corsa al futuro non è esente da rischi: «Quando si nuota veloci si rischia di vedere tutto sfocato, per questo a volte ha senso rallentare per capire dove stiamo andando», scandisce Mazzariol. Per non avere fretta di ingozzarsi Max decide di non dirigere la start-up, ma di iscriversi all’università. Frenare un po’ va bene. A patto di non mollare, non accontentarsi, non fermarsi.