Una vasta pietraia ci attende a 3000 metri di altitudine. Sembra un deserto grigiastro privo di vita, ma osservando meglio, ci rendiamo conto che è un «deserto» abitato. Una farfalletta brunastra (Erebia) vola svampita in cerca di qualche raro fiore. Un gracchio trova qualcosa da becchettare. Un topolino alpino, che non va in letargo, sguscia e guizza via tra i massi di roccia. E un elegante coleottero verdastro (Cicindela gallica) in cerca di qualche preda svolazza in pieno sole con 32° centigradi sui tratti scoperti del sentiero. Non manca qualche vistoso lichene giallo (Rhyzorcarpon geographicum), osservato sul Finsteraarhorn fino a 4500 metri. Ma il vegetale che più colpisce la nostra attenzione per le sue dimensioni è una vistosa pianta a cuscinetto: la Silene acaulis (foto), che sarà l’argomento del nostro articolo.
«Le dure condizioni fisiche del-l’ambiente alpino hanno causato nel corso del tempo un severo filtro tra gli esseri viventi, che hanno tentato di popolare le altitudini più elevate. Pochi esseri sono riusciti, e si osserva un progressivo impoverimento, quando ci si eleva sui fianchi di una montagna. Tuttavia, vegetali ed animali sono riusciti a creare delle comunità (cenosi) ben equilibrate e stabili, notevolmente ben adattate all’ambiente alpino del quale sfruttano tutte le possibilità». (Dorst 1972)
II clima dell’alta montagna ha profonde conseguenze per la vita dei vegetali e degli animali, dalla minuscola Leptusa (coleottero stafilinide di 1,5-3 millimetri) allo stambecco, ai camosci e alle marmotte. Tutti sono tributari di una miriade di microclimi che evolvono incessantemente in altitudine. Diversi sono i fattori che caratterizzano il clima di alta montagna. Le temperature medie sono basse, il che determina il corto periodo vegetativo delle piante. Vi è una grande escursione termica tra il giorno e la notte, e a seconda dei versanti. L’aumento dei raggi ultra-violetti (UV) favorisce l’intensità dei colori: le genzianelle (kochiana e clusii) e l’eritricio nano (Eritrichium nanum) esibiscono un blu intensamente violento. Come il colore rosso del Sedum arachnoideum. Il vento esercita un’azione di disseccamento dell’aria, e crea l’azione meccanica di sradicamento dell’apparato radicale. Esso limita la statura delle piante, che assumono forme nane, con fiori alti poco più di un centimetro. La radiazione solare è molto più intensa in alta montagna, e la piovosità (sotto forma di neve) è sovente molto abbondante: 30 metri sul Monte Bianco, con un massimo in agosto (Péguy 1962). A quote inferiori, le fugaci gelate estive hanno un effetto deleterio ben maggiore per la vegetazione, mentre durante l’inverno le piante con fiori (fanerogame) sono protette dall’efficiente mantello isolante della neve.
Durante lunghi periodi, che possono protrarsi durante 9-10 mesi, la neve costituisce una potente protezione contro i rigori termici. Fino a 20-30 centimetri, lo spessore della neve è attraversato dalla radiazione solare che apporta luce e calore. Sono stati misurati valori prossimi allo zero alla base dello strato di neve a contatto della superficie del terreno, mentre nell’aria c’erano 33 gradi sotto zero.
In un vasto spazio della pietraia, oltre i 3000 metri, alligna soltanto qualche isolato cuscinetto di Silene. Esso ha una sola radice fittonante, che penetra profondamente nelle fessure della roccia, generando il suo progressivo disfacimento, e che può avere fino a due centimetri di diametro. Il cuscinetto può raggiungere 80-100 centimetri di diametro, e un’età di cent’anni, con un accrescimento annuo di meno di un centimetro, con un massimo di quattro centimetri durante il maggior periodo vegetativo (20-30 anni). Lo stesso ha uno sviluppo radiale, cioè dal centro verso la periferia.
Per tutte queste caratteristiche singolari, la nostra silene può essere considerata un albero in miniatura: un vero successo biologico! La pianta a cuscinetto è un organismo vegetale ottimale, che assorbe molto calore, e conserva l’acqua dove è intensa la traspirazione a causa della secchezza dell’aria in alta montagna e dove tutt’intorno non c’è che la nuda e inospitale roccia. Infine, il cuscinetto funge da collettore di tutta la massa di nutrimento (pollini, spore, semi, detriti vegetali, insetti) convogliata e deposta dalle correnti ascensionali di aria calda fino alle altitudini più elevate.
James B. Benedict (1989) ha realizzato un interessante e approfondito studio su questa singolare pianta, diffusa in tutte le regioni boreali del Nord America e dell’Eurasia e nelle Alpi. Il suo campo di ricerca è stato sulle Montagne Rocciose del Colorado (USA), ai bordi del ghiacciaio Arapaho fino a 3700 metri. Da questo studio si apprendono alcune interessanti notizie. Il cuscinetto di Silene acaulis può formarsi su graniti e su scisti. Il più grande cuscinetto aveva 82 anni di età, cioè inizia il suo accrescimento nel 1925. Il suo sviluppo sulla superficie della roccia è tale da impedire quello di altri vegetali (fanerogame e licheni). Infine questo sviluppo è generalmente rotondeggiante, indipendentemente dall’acclività del substrato roccioso di impianto.