Un saluto per stare meglio

L’associazione Ciao Table amplia l’attività e la riflessione sugli scambi sociali spontanei fra persone che non si conoscono
/ 27.01.2020
di Stefania Hubmann

Le relazioni sociali allungano la vita. Studi scientifici lo provano, ma il principio è poco valorizzato. Ciao Table, un’iniziativa lanciata in Ticino nel 2017 dalla piscoterapeuta Piera Serra, si inserisce in questo contesto stimolando lo scambio sociale nei luoghi pubblici fra persone che non si conoscono. Nessun obbligo, solo un invito a salutare. Se poi la comunicazione passa, ecco che possono nascere due chiacchiere, una conversazione, una relazione sociale. Partito come tavolo condiviso in ristoranti e bar, il progetto si è aperto da un lato ad altre realtà suscettibili di facilitare il contatto fra persone sole, dall’altro alla riflessione sui fattori che influenzano lo scambio sociale, siano essi incentivi o inibitori di quest’ultimo. Ogni iniziativa è monitorata e la strategia continuamente adeguata ai feed-back. Il centrotavola in plexiglas con l’invito «Qui un sorriso e un saluto alle persone vicine sono benvenuti» resta il segno distintivo di Ciao Table. Il progetto, sostenuto nella sua fase iniziale da alcuni locali storici luganesi, si è sviluppato estendendosi alla promozione di convegni e seminari. Città di Lugano, USI, Psychology and Psycotherapy Research Society con sede a Lugano, personalità del mondo accademico e numerosi volontari aiutano regolarmente Piera Serra nelle diverse attività. Il colorato centrotavola, ha così raggiunto tavoli di club, scuole di lingue e associazioni, dove non necessariamente ci si reca in gruppo. Ora si punta anche su luoghi pubblici accessibili gratuitamente, come parchi e biblioteche, con l’intento di valorizzare zone favorevoli a esperienze conviviali.

«Se in questi luoghi si percepisce un’atmosfera amichevole, risulta facile e naturale scambiare un saluto e qualche parola con la persona seduta vicino», spiega Piera Serra. «Desideriamo individuare le caratteristiche che portano le persone a sentire l’altro come un potenziale interlocutore per poterle realizzare in ambienti già esistenti o da creare con facilità. Nei parchi, ad esempio, alle singole panchine di fronte alla bella vista si possono aggiungere aree per accomodarsi più ampie con posti a sedere a forma di semicerchio. Ho inoltre notato che questi spazi liberi ed accoglienti tendono ad essere inseriti in vari contesti compreso quello commerciale. Essi non creano concorrenza alle attività di ristoro, ma contribuiscono a rendere più ospitale l’intero complesso, migliorandone l’immagine. Ne è un esempio, visto di recente in Italia, la ristrutturazione del mercato coperto di Ravenna inaugurato lo scorso dicembre». A questo scopo l’associazione intende rivolgersi a specialisti di diversi settori, coinvolgendo professionisti quali architetti, paesaggisti e artisti.

I «Friendly corners», come li definisce il progetto Ciao Table, andranno ad aggiungersi a bar e ristoranti con il tavolo condiviso. Il tutto partendo da Lugano, ma aperto al mondo intero. Sulla mappa che sarà pubblicata a breve sul sito dell’associazione si trovano locali presenti ad esempio a Zurigo, Parigi e Bangkok. Ciao Table invita a segnalare e promuovere questi spazi, di cui verifica l’idoneità. L’obiettivo generale di favorire gli scambi sociali spontanei è quindi stato suddiviso in diverse attività concrete e in eventi che approfondiscono motivazioni e fattori legati a questi comportamenti. Comportamenti, ricordiamo, che assicurano benessere al singolo e all’intera società. La bibliografia pubblicata sul sito di Ciao Table permette di trovare le relative conferme.

Gli scorsi mesi sono stati ricchi di appuntamenti per riflettere sul tema ampliandone la prospettiva. Al convegno «I fattori che facilitano gli scambi sociali spontanei e le amicizie», sostenuto anche dal Percento culturale Migros, sono stati esaminati ad esempio l’influenza dei dispositivi digitali sulle comunicazioni interpersonali, il ruolo dell’architettura, la solidarietà nei contesti urbani, l’impatto di emozioni e traumi sulla capacità di comunicazione. L’elaborazione dei traumi per migliorare le comunicazioni è stata approfondita da Piera Serra nell’ambito di un successivo seminario, così come la convivialità legata alla fruizione dell’opera d’arte proposta dal filosofo Silvio Joller. Per gli interessati è ancora in calendario, in data da definire, il terzo seminario con Rosalba Morese, docente e ricercatrice all’USI, su «Il cervello sociale: il piacere della condivisione e dell’appartenenza».

Nel corso dei prossimi eventi Ciao Table intende evidenziare un altro tema emerso nelle prime fasi dell’attività. Piera Serra: «Sovente a frenare il contatto è l’imbarazzo associato a una situazione di solitudine. In alcuni contesti – vedi ad esempio palestre o conferenze – questo timore è stato superato, mentre in altri è ancora vissuto da uomini e soprattutto donne come un freno che inibisce non solo il contatto, ma anche la partecipazione stessa a eventi fonti di piacere. Penso in particolare al cinema, al teatro, al ristorante. Si tratta di un concetto molto radicato a livello culturale riconducibile a due motivi psicologici. In primo luogo la specie umana si è sempre tutelata rimanendo in gruppo e fino all’epoca preindustriale essere soli significava essere ostracizzati dalla comunità a causa di colpe giudicate tali secondo la morale vigente. Il secondo motivo è legato alla crescita. Gli adulti tendono a valorizzare il contatto sociale rispetto alla solitudine, insegnando ai bambini ad interagire con i coetanei. Il primo aspetto è sicuramente prevalente e riflette un pregiudizio che va superato. Per far cadere queste resistenze irrazionali è necessario parlarne così da capire che sono tali. Abbiamo iniziato ad offrire visibilità all’argomento attraverso un post su Facebook, interrogando gli utenti». Anche sulla base di queste reazioni Ciao Table deciderà come approfondire pubblicamente la questione. Il messaggio, precisa Piera Serra, è rivolto anche ai giovani, affinché possano accettare il fatto di partecipare da soli a certe manifestazioni evitando, quando sono esclusi dal gruppo di riferimento, di rifugiarsi nei social media per cercare compensazione al bisogno di compagnia.

La società e le dinamiche che la caratterizzano cambiano velocemente. Ciao Table ha colto una di queste – osservando le persone che in pausa pranzo consumano sole e in silenzio il proprio pasto – e deciso di agire sul territorio per migliorare attraverso nuove esperienze il benessere delle persone. L’associazione lavora solidalmente, senza spreco di risorse e con molta agilità. Ciò permette di capire le tendenze in tempo reale, reagire a quanto trasmettono e adeguare l’intervento mantenendo intatto l’obiettivo finale: un sorriso e un ciao per stare meglio.