Non competitivo e a scopo benefico. Questo è il Mongol Rally. Partenza nel Regno Unito e traguardo nella capitale della Mongolia: Ulan Bator. Una gara recente. La prima edizione si è tenuta nel 2004 quando alla partenza erano schierati sei equipaggi. Quattro arrivarono sino a Ulan Bator. Il Mongol Rally è nato quasi per gioco. Per partecipare, originariamente era necessario iscrivere automobili con una cilindrata inferiore ai 1000 cc. Si trattava di vecchie auto che poi i partecipanti delle prime edizioni regalavano una volta raggiunto il traguardo. Alla seconda edizione, nel 2005, le squadre schierate sulla linea di partenza erano già 43. Nel 2006 al Via si sono trovate ben 167 auto che sono diventate 200 nel 2007. Insomma di anno in anno il numero dei partecipanti è continuato a crescere.
Aumentata anche la cilindrata permessa ai veicoli partecipanti; il limite è stato portato a 1200 cc. per le automobili e 125 cc per le motociclette. Lo spirito del Mongol Rally è votato all’avventura quindi niente gps e niente strade prestabilite. Di certo c’è che una volta arrivati a Ulan Bator tutte le vetture iscritte vengono messe all’asta. In più ogni equipaggio ha il compito di raccogliere almeno mille sterline da destinare a opere di beneficienza. Il Mongol Rally che partirà questa estate, domenica 16 luglio, porta con sé una grande novità. Quest’anno infatti per la prima volta ad affrontare i 16’000 chilometri che separano il circuito inglese di Goodwood da Ulan Bator ci sarà anche una vettura elettrica.
Si tratta della Nissan Leaf AT-EV. Le ultime quattro lettere stanno per All Terrain Electric Vehicle, ovvero veicolo elettrico per tutti i terreni. Infatti questa Leaf è stata modificata rispetto a quella che è in vendita nelle concessionarie. I cerchi in lega Speedline SL2 Marmore sono stati gommati con pneumatici Maxsport RB3 adatti alle strade più difficili come quelle sterrate. L’auto è inoltre dotata di specifiche protezioni per le sospensioni e il sottoscocca che eviteranno spiacevoli sorprese durante la guida in fuoristrada. Sul tetto ha trovato posto uno speciale portapacchi provvisto di una barra luminosa Lazer Triple-R con 16 led in grado di generare 16’400 lumen supplementari a bassa tensione.
Ma la base è una vettura di serie come quelle che si trovano nelle concessionarie, ovvero una Leaf Acenta da 30 kWh che offre un’autonomia fino a 250 chilometri con una ricarica. L’autonomia sembra essere il problema più grande spostandosi verso oriente. Ma non la pensa così Chris Ramsey, fondatore di Plug In Adventure e membro del team Leaf per il Mongol Rally. «Abbiamo scelto Leaf» spiega «perché dispone della più capillare rete di ricarica rapida in Europa e perché è compatibile con le spine Commando da 240 volt che si trovano anche nelle zone più isolate. Non vedo l’ora di raccontare i vantaggi dei mezzi elettrici a tutti coloro che incroceranno la mia strada nei vari Paesi che attraverserò» conclude Ramsey. Indubbiamente un viaggio-avventura di 16’000 chilometri è una bella prova per qualsiasi veicolo, ma lo è ancor di più per un’automobile elettrica che fa dell’affidabilità una bandiera.