Un ingordo proverbiale

Pesci di lago - La Bottatrice (Lota lota) vive nei nostri laghi ed è conosciuta come Butrisa o Bosa
/ 12.11.2018
di Franco Banfi

La bottatrice non è un pesce che si vede quotidianamente, nemmeno fra i banchi della pescheria, dove non fa concorrenza alle specie ittiche maggiormente conosciute e richieste, pur avendo un sapore di tutto rispetto. Anche fra gli assidui frequentatori dei laghi, un incontro diurno è estremamente insolito. Per vederla è necessario immergersi a medie profondità, nelle zone più fresche, e cercarla appositamente sotto qualche riparo, un tronco affondato o una sporgenza rocciosa, dove lei si nasconde, schiva e all’erta, manifestando le sue caratteristiche di predatore se qualche preda si aggira nei paraggi ed attira il suo interesse. È un pesce di fondo, prettamente notturno, che trascorre il giorno inattivo e nascosto.

Ciononostante, la bottatrice è uno dei pesci d’acqua dolce più monitorati, essendo stata oggetto di rilevanti studi inerenti la predazione e gli ecosistemi lacustri, sia nel lago di Costanza (rif. D. Bäumgartner e Karl-Otto Rothhaupt, Università di Costanza), sia nel lago Superiore.

Gli adulti sono predatori voraci, ghiotti di perche, leucischi rossi e gobioni. La bottatrice è anche, notoriamente, una divoratrice di fregolo che può danneggiare notevolmente la fauna ittica pregiata. Mangia in maggior misura d’inverno, meno d’estate, quando si trattiene in acque più profonde. In particolare, gli studi condotti nel Lago Superiore – che hanno monitorato anche la batimetria fra i 140 ed i 366 metri tramite l’impiego di un sommergibile – hanno riguardato tre diversi ambienti: quello più profondo, ricoperto da sedimento molto soffice e ricco di fango; quello dei banchi argillosi e degli smottamenti della parete del bacino; quello meno profondo dei cunicoli e delle scarpate argillose.

Dalle ricerche è emerso che le bottatrici sono presenti in molte aree profonde del lago, sebbene la loro quantità e frequenza resti ancora sconosciuta, e che creano dei nascondigli differenziati, in base alla tipologia ed aspetto del fondale. Questo comportamento suggerisce che ci sia stata una «necessità evoluzionistica», ad esempio un predatore di taglia maggiore o più vorace – ora non più presente nel lago –, che abbia indotto le bottatrici a creare nascondigli, differenti in base alla natura e morfologia del fondale, nei quali rifugiarsi. Questi nascondigli oggi enfatizzano la tecnica di caccia delle bottatrici, soprattutto quando sostano nelle trincee, in attesa di cogliere di sorpresa le proprie prede.

Gli studi condotti nel lago di Costanza, nelle aree rocciose litoranee, si riferiscono invece alla predazione ai danni delle comunità di macro-invertebrati degli esemplari più giovani di bottatrice, durante il breve periodo di vita che trascorrono nella zona costiera. I risultati del monitoraggio sono interessanti. Durante lo studio, le bottatrici hanno guadagnato circa il 15% in lunghezza ed il 60% in volume. La voracità nella predazione da parte delle giovani bottatrici è un elemento molto rilevante nella strutturazione della comunità degli invertebrati, nella tipologia (qualità) e nella quantità della fauna bentonica.

Sebbene le piccole bottatrici esercitino una grande pressione predatoria ai danni degli invertebrati, le principali variazioni nella comunità bentonica sono tuttavia determinate da altri fattori, come la schiusa delle uova, la sopravvivenza delle larve dovute a fattori climatico-ambientali, la migrazione verso aree di minore pressione alimentare. Le bottatrici inoltre, una volta raggiunta la lunghezza di circa 20 cm, lasciano le zone costiere e cambiano alimentazione, diventando prevalentemente piscivore.

Osservando il suo aspetto, noteremo che la bottatrice ha testa larga, un barbiglio sulla mandibola, un corto barbiglio per ogni narice, il corpo allungato con ventre tondeggiante, compresso lateralmente in posizione posteriore e che le squame sono piccole, quasi rudimentali. La prima pinna dorsale è ridotta, la seconda pinna dorsale e la pinna anale sono estremamente sviluppate e si interrompono sulla coda. La linea laterale è larga e colorata di chiaro.

La bottatrice è affine alla molva, alla quale assomiglia, tranne che per la livrea screziata che varia da lago a lago. Qualche volta si osservano le cosidette «bottatrici dorate» di un colore tendente al giallo-rosso. Nei laghi alpini esse possono raggiungere i 40 cm di lunghezza e pesare 500 grammi, raggiunta l’età di quattro–sei anni. Si conoscono, soprattutto in Siberia, esemplari lunghi sino ad un metro, che raggiungono i 25-30 kg di peso ad un’età stimata di 15-20 anni.

La bottatrice è una delle specie ittiche fra le più diffuse al mondo. Si trova in tutto l’emisfero settentrionale, vive in laghi e fiumi con corrente non troppo rapida, in acque fredde e limpide. Si incontra anche in acque salmastre, nelle lagune tedesche come pure nel Baltico orientale.

Depone le uova d’inverno, da dicembre a marzo, con una temperatura dell’acqua di pochi gradi superiore allo zero, ad una profondità dai 2 ai 50 metri, su fondo ghiaioso o sabbioso o su argilla compatta. Molti individui, soprattutto i giovani, migrano nei fiumi per la fregola. Il numero delle uova è di 35’000-5’000’000 per ogni femmina, in base alle sue dimensioni. Le uova misurano solo 1 mm, sono trasparenti come l’acqua e presentano un grosso globulo di grasso, che assicura loro un peso specifico pari a quello dell’acqua. Tuttavia, in acqua immobile esse spesso cadono sul fondo, dove il maschio le divora. Con una temperatura di 2°C le uova impiegano un mese e mezzo a schiudersi. Le larve, lunghe solo 3 mm, si disperdono negli strati superficiali della massa d’acqua, dove, consumato il sacco vitellino, cominciano a nutrirsi di plancton. In autunno, i giovani pesciolini misurano 10-15 cm, sono neri, quasi color carbone ed è possibile rintracciarli sotto le pietre, presso la riva.

La crescita varia molto da un lago all’altro. In genere la bottatrice impiega due–tre anni per raggiungere la maturità, raramente quattro.