Un cuore a tre ruote

Solidarietà – L’iniziativa l’«Ape del cuore» dell’oratorio di Lugano si estende ora a Balerna e Gordola
/ 16.09.2019
di Alessandra Ostini Sutto

Per essere efficaci le idee non devono necessariamente essere complesse. Prova ne è l’«Ape del Cuore», un’iniziativa solidale lanciata da Don Emanuele Di Marco, direttore dell’Oratorio di Lugano. «Avevamo comprato questo veicolo a tre ruote da una gelateria di Riccione e l’usavamo, per esempio, per delle merende al di fuori dell’Oratorio», spiega Don Emanuele, classe 1982, «un giorno dei ragazzini mi hanno chiesto informazioni su di esso. Ho spiegato loro che è nato nel dopo guerra, quando degli artigiani cominciarono a mettere sulle loro Vespe un cassone per trasportare pane, pesce, ecc. da distribuire alle famiglie che avevano subito gli effetti del conflitto; la ruota nella parte posteriore venne aggiunta per bilanciare il peso. Come reazione, un bambino mi disse che anche noi avremmo potuto usare l’Ape per raggiungere le famiglie che avevano bisogno». Più che come risposta ad un bisogno, l’iniziativa nasce quindi dalla volontà di donare. Era gennaio del 2018: «L’avventura dell’Ape del Cuore cominciò nel periodo della Quaresima dello stesso anno, dopo aver coinvolto la Società di San Vincenzo di Lugano e la Parrocchia», commenta Don Emanuele. Il progetto – come detto – è semplice: in periodi determinati, l’Apecar resta parcheggiata per tutto il giorno in Piazza San Rocco con il baule aperto, così che chi lo desidera può depositarvi beni di prima necessità – generi alimentari, prodotti per l’igiene ed articoli per la casa – che la sera stessa vengono portati a famiglie bisognose del Luganese e di parte del Mendrisiotto. «I bambini, con la loro freschezza, hanno trovato una formula geniale e simpatica per dare un senso alla nostra Ape», commenta il direttore dell’Oratorio.

L’operazione funziona molto bene: da quando è partita fino a giugno, il «Cuore a tre ruote» ha percorso 2900 chilometri e consegnato 730 sacchi della spesa a oltre 200 famiglie. Essa, tra l’altro, è in corso proprio adesso: fino alla fine del mese, ogni mercoledì, l’Ape è infatti posteggiata in Piazza Dante. «Dopodiché riprenderemo il programma che vede l’Ape del Cuore attiva durante l’Avvento e la Quaresima, con la differenza che ora l’iniziativa coinvolge pure le parrocchie di Gordola e Balerna», afferma Don Emanuele.

Visto il riscontro positivo di questa particolare forma di aiuto, qualche mese fa il prete aveva infatti espresso la volontà di estenderla ad altri Comuni. Nel mese di marzo è stata così organizzata una raccolta fondi online, che ha permesso di raccogliere 20 mila franchi in sole 36 ore. Con tale somma sono stati acquistati due nuovi mezzi, destinati alle dette Parrocchie. Presentati a giugno nel corso di un «ApeHour» organizzato per ringraziare i donatori, i veicoli, cominceranno la loro attività probabilmente dal prossimo Avvento. «Successivamente l’idea è quella di mettere a punto un calendario comune», aggiunge il direttore dell’Oratorio luganese.

Attualmente i volontari che aiutano nelle consegne sono una trentina; alcuni fanno capo all’Oratorio, altri fanno parte dell’Ordine di Malta. «Anche questo è un modo di dare, non soldi, ma tempo, un bene oggi quanto mai prezioso», aggiunge Don Emanuele. Questi «fattorini della provvidenza» – come amano definirsi – effettuano in genere tre consegne a sera. «Quando abbiamo merce in esubero, la consegniamo alla Società di San Vincenzo che ogni mercoledì la mette a disposizione di numerose famiglie del luganese». Parte dei nuclei cui recapitare la spesa sono segnalati dalla stessa Società. «Altri sono situazioni di cui siamo a conoscenza all’interno della Parrocchia o dell’Oratorio. Oltre a ciò, riceviamo delle segnalazioni da parte di chi conosce delle famiglie che attraversano un momento di difficoltà», afferma Don Emanuele, «in questi casi, in modo discreto, prendiamo contatto con loro, chiedendo se hanno piacere a ricevere una spesa durante il particolare periodo che stanno attraversando». La discrezione è un elemento cui Don Emanuele tiene molto: «Bisogna fare attenzione a non offendere la sensibilità delle persone. Per questo motivo se una consegna concerne, per esempio, un bambino che frequenta l’Oratorio, essa sarà effettuata negli orari in cui il piccolo è a scuola».

A volte un cambiamento improvviso – una separazione, una malattia, la perdita del posto di lavoro – può far sì che non si riescano più a sostenere le spese correnti. In una tale situazione, un piccolo aiuto, come la spesa, può dare respiro. «Questa è una delle caratteristiche che più apprezzo della nostra idea, che, nell’ambito delle azioni di solidarietà, non va a togliere la bellezza o la riuscita di tante altre esperienze. L’Ape del Cuore vuole proprio essere una mano sulla spalla a chi sta passando un momento di difficoltà: al di là del beneficio materiale, il destinatario, sa che qualcuno che non conosce, si è preso del tempo e ha speso dei soldi per lui e questo non può che fargli bene», commenta Don Emanuele.

Ma chi sono le persone che lasciano la spesa nel baule dell’Ape del Cuore? «Alcuni mi chiamano per chiedermi informazioni, altri li conosco o li ho conosciuti, visto che l’Ape è parcheggiata davanti all’Oratorio, altri non so chi siano», racconta Don Emanuele, «i sacchi della spesa che depositano comunque sono molto variati: c’è sia chi lascia beni di prima necessità, sia chi sceglie di comprare prodotti di primissima qualità. Ci sono stati dei cori che hanno fatto un concerto il cui ricavato è stato usato per fare una spesa, mentre c’è chi ha fatto una colletta all’interno dell’ufficio. Insomma, ognuno fa a suo modo, con grande spontaneità».

In genere i «fattorini della provvidenza» distribuiscono i sacchetti così come li trovano nell’Ape. «Solo quando vi sono degli articoli mirati, come dei pannolini, scegliamo il destinatario adeguato», spiega il direttore dell’Oratorio, che continua: «Uno degli episodi più toccanti è quando un supermercato ci ha dato degli ottimi prodotti, tra cui una torta Saint Honoré. Quando l’ho consegnata, ad una famiglia con sette figli, il marito si è commosso, dicendomi che era il compleanno di sua moglie e che, vista la situazione, non aveva comprato la torta. Per storie come questa, mi sento di dire che si tratta di un’iniziativa che fa bene a me e alle persone che danno, oltre che ovviamente a quelle che ricevono».

Per informazioni
www.oratoriolugano.ch