Un compagno virtuale per la vita

Gli assistenti vocali come Alexa e Siri hanno fatto la loro apparizione nelle nostre vite alcuni anni fa. Oggi sono sempre più popolari e «umani»
/ 14.10.2019
di Stefano Castelanelli

Lymington, Inghilterra. L’estate sta volgendo al termine. Nella città portuale britannica, due ore d’auto a sud-ovest di Londra, gli ultimi turisti passeggiano tra gli edifici georgiani e le strade acciottolate della città vecchia. Al molo i pescherecci scaricano il pescato del giorno. Anna Hector è appena tornata a casa dalle vacanze. Ha visitato una sua cara amica in Ticino. Era la prima volta che viaggiava in Svizzera. Le è piaciuta molto. Ha adorato in particolare le escursioni in montagna e l’atmosfera accogliente delle serate al Film Festival di Locarno. Dopo aver disfatto le valigie, le è venuta fame. Si dirige in cucina a preparare qualcosa per cena. Suo figlio Eden è di sopra nella sua stanza a giocare al computer. «Alexa – dice Anna a voce bassa – suonami un po’ di musica rilassante». «Ho la musica giusta per te» risponde Alexa e fa partire una playlist che crea un’atmosfera piacevole nella stanza. Anna ama cucinare con un po’ di musica rilassante in sottofondo e Alexa trova sempre la musica giusta. Quando la cena è pronta, Anna estrae il cellulare e scrive un annuncio a suo figlio di scendere per cena. Sopra in stanza del figlio l’Echo dot si attiva. «Hai un annuncio di Anna – dice ad Eden – Vieni giù. La cena è pronta». Eden spegne il computer e scende in cucina.

Anna e Eden non sono gli unici a comunicare con Alexa. Decine di milioni di persone in tutto il mondo interagiscono ogni giorno con lei. Alexa, l’assistente vocale sviluppato da Amazon, e Echo dot, lo speaker che supporta Alexa, sono apparsi sul mercato più di quattro anni fa. L’intento di Amazon era di rendere la vita un po’ più semplice grazie ai comandi vocali. E sembra che le persone ci credano. Finora Amazon ha venduto oltre 100 milioni di dispositivi con installato Alexa in tutto il mondo. E le vendite aumentano di anno in anno. Proprio l’anno scorso il numero di utenti di Alexa è raddoppiato. «Abbiamo ottenuto il primo Echo dot gratuitamente – racconta Anna – Hanno installato una nuova caldaia in casa ed è arrivata con un sistema intelligente per controllare il riscaldamento e l’acqua calda in modo remoto che era compatibile con Alexa e ci hanno regalato un Echo dot». Suo figlio ha subito adorato Alexa. Le chiede di raccontargli barzellette, le fa dire «Miao» come un gatto e le porge ogni tipo di domanda. Ma cosa può fare un assistente vocale come Alexa?

Molte cose. Esistono oltre 70’000 funzionalità per Alexa. Secondo un sondaggio condotto negli Stati Uniti e pubblicato a gennaio, le funzionalità più utilizzate sono l’ascolto di musica, il controllo della meteo e la richiesta di informazioni. «Uso Alexa principalmente per ascoltare musica – dice Anna – Mi piace musica differente per situazioni diverse e con Alexa puoi semplicemente chiedere la musica che vuoi ascoltare e lei trova la playlist giusta». E quando Anna sente una canzone che le piace, dice semplicemente ad Alexa «Mi piace questa canzone» e Alexa la memorizza nei suoi preferiti. Secondo il sondaggio Alexa viene utilizzata anche per altre funzioni come raccontare barzellette, ricordare informazioni importanti come compleanni e anniversari, ascoltare notizie e risultati sportivi, fare shopping o gestire i sistemi di casa intelligente.

Alexa oggi è ovunque. È visiva grazie a Echo Show, il display con su Alexa. È presente in auto con Echo Auto. Puoi incontrarla al lavoro con Alexa for Business. E se sei in vacanza, potresti imbatterti in lei nel tuo hotel grazie ad Alexa for Hospitality. Oltre ai prodotti di Amazon, un numero crescente di altri produttori di dispositivi ha integrato Alexa nei propri prodotti. Ora includono tutto, da computer e cuffie, a dispositivi indossabili e dispositivi domestici intelligenti. Anche Anna ha diversi dispositivi con Alexa integrata. «Ora abbiamo due Echo dot, uno per me e uno per mio figlio, un plug-in per l’auto, l’app per smartphone e Amazon Firestick per la TV» racconta Anna.

Alexa non solo ci aiuta nelle attività quotidiane ma, secondo il sondaggio statunitense, i dispositivi di assistenza vocale come Alexa stanno cambiando il nostro comportamento. Oltre il 65 per cento degli intervistati ha infatti indicato che i dispositivi hanno cambiato il loro comportamento o le loro routine quotidiane. Per la metà degli intervistati l’assistente vocale è diventato parte integrante della loro vita e lo usano più volte al giorno. Gli utenti tendono ad essere generalmente soddisfatti del prodotto e lo raccomandano caldamente. Anche Anna è soddisfatta. «Sono davvero contenta del servizio – dice Anna – A volte devi ripetere ciò che dici ma di solito funziona e puoi parlare anche da lontano».

Ma Alexa non è l’unica ad ascoltare. In un articolo pubblicato da Bloomberg in aprile è stato rivelato che un team di Amazon ascolta ciò che dici ad Alexa nel tentativo di migliorare il servizio e aiutare l’assistente vocale a rispondere meglio ai comandi. Le preoccupazione di privacy sono la barriera più importante per quei consumatori che sono riluttanti a portare in casa gli assistenti vocali e i loro potenti microfoni. Anna ha una visione più pragmatica. «Non sono preoccupata per la mia privacy – dice Anna – È solo un altro dispositivo che raccoglie informazioni ma non dico nulla di compromettente. E se non vuoi che Alexa ascolti, puoi spegnere il dispositivo».

Non solo Alexa, il mercato degli assistenti virtuali sta crescendo rapidamente con sempre più fornitori e tipi di dispositivi. Gartner, la società di consulenza e ricerca leader a livello mondiale, prevede che consumatori e aziende spenderanno in assistenti virtuali più di 3,5 miliardi di dollari nel 2021.

Secondo uno studio di Deloitte di marzo, gli assistenti virtuali hanno vari gradi di intelligenza. I sistemi più semplici sono le chatbot. Molti le hanno già incontrate navigando sui siti internet di aziende ed enti governativi. Sono quelle chat che sbucano fuori e ci chiedono se possono aiutarci a trovare quello che cerchiamo. Questi sistemi danno risposte predefinite in modo rapido alle domande più frequenti dei clienti. Un gradino più specializzati sono gli assistenti virtuali come Alexa o Siri. Questi sistemi possono eseguire azioni di base come la pianificazione di riunioni. Il prossimo livello d’intelligenza è rappresentato dagli agenti virtuali. Questi sistemi sono in grado di gestire processi complessi come accompagnare un cliente a svolgere una transazione bancaria online. L’ultimo livello di intelligenza è rappresentato da un consulente umanizzato come Samantha nel film Her. Questi sistemi sono basati sull’intelligenza artificiale di livello umano, in grado di comprendere e ragionare come un essere umano ma al momento esistono ancora solo nei film.

Per essere umani gli agenti virtuali devono comprendere e trasmettere emozioni. In ambito informatico esistono quattro modi in cui i computer possono leggere i sentimenti degli umani: attraverso immagini/video, dati audio, testi e dati fisiologici come il battito cardiaco o la temperatura corporea. Ebbene, diverse aziende stanno già lavorando per dare ai computer emozioni umane. La startup Affectiva di New York è leader mondiale in questo campo e ha sviluppato una tecnologia che tramite l’analisi della voce e delle espressioni facciali non solo comprende le emozioni umane ma capisce anche gli stati cognitivi delle persone come l’essere distratti. La tecnologia di Affectiva è utilizzata da oltre 1400 marchi globali.

Non solo emozioni e stati d’animo, gli assistenti virtuali oggi possono conoscerci meglio di quanto ci conosciamo noi stessi. La startup Juji con sede nella Silicon Valley offre assistenti virtuali sensibili ed empatici che possono svolgere i compiti più diversi: dall’intrattenere i visitatori dei siti web, al condurre interviste fino ad introdurre i nuovi impiegati. Ebbene, gli assistenti virtuali sviluppati da Juji non solo comprendono le emozioni dai testi degli utenti, ma attraverso semplici domande sono in grado di determinare la personalità dell’utente e rispondere di conseguenza. Ad esempio se dopo alcune domande questi assistenti virtuali arrivano alla conclusione che l’utente è una persona ambiziosa e determinata risponderanno con frasi come «Concentriamoci sullo specifico» o «I fatti parlano sempre da soli». Mentre se l’utente è una persona pensierosa e cauta gli assistenti virtuali di Juji risponderanno con frasi come «Vorrei sapere cosa ne pensi tu». Si adattano quindi al tipo di personalità degli utenti.

Questi sviluppi sono sorprendenti. In un futuro non troppo lontano, forse, avremo tutti la nostra Samantha, la compagna virtuale di Theodore nel film Her, che ci terrà compagnia durante le nostre giornate, ci consiglierà quali scelte prendere nella nostra vita, e soprattutto ci farà sentire amati.